La pelle è un organo sorprendente: è l’unico ad essere visibile e dunque a mostrare molte perturbazioni psichiche di ordine affettivo che possono manifestarsi sotto forma di patologie, quali l’orticaria, l’eczema e l’alopecia.
Oggi, alla luce delle moderne acquisizioni nel campo delle neuroscienze e della PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia), gli approcci terapeutici sono diventati più articolati e globali: è stato infatti dimostrato che, ad esempio, c’è una forte relazione tra la psoriasi e l’alessitimia (inibizione all’attitudine di mostrare le emozioni); ciò significa la nascita di un nuovo approccio multispecialistico all’evento patologico, che nel tempo potrà non solo rinforzare ma anche in molti casi sostituire le cure farmacologiche. Si è capito che la pelle è un prolungamento del cervello e, unitamente ai suoi annessi quali peli, capelli, unghie, ma anche follicoli piliferi, ghiandole sudoripare e sebacee, gioca un ruolo di importante collaborazione con il cervello stesso e con i sistemi cardio vascolare (termoregolazione) e linfatico (difese immunitarie).
La pelle è un prolungamento del cervello
Ha scritto l’antropologo inglese Ashley Montagu ne Il linguaggio della pelle che “Il sistema nervoso è una parte sepolta della pelle, mentre la pelle è la parte più esposta del sistema nervoso”. Anche numerosi inestetismi sono influenzati da disagi psichici, come nel caso dell’acne o della cute impura e seborroica, entrambi da collegare all’aumento dello stress e alla difficoltà di adattamento a un mondo che chiede sempre di più, a seguito del quale si scatenano nel sangue flussi di ormoni, come il cortisolo che stimola le ghiandole sebacee a produrre più sebo, i capillari a dilatarsi e la cute a disidratarsi. A questo punto è importantissimo trovare il corretto equilibrio tra cure psicologiche e cure dermatologiche che devono intrecciarsi intelligentemente, offrendo ad esempio risposte dermo-cosmetiche e counselling psicologico. Da qui l’importanza di una “cosmesi integrale” che tratta il fuori e calma il “dentro’’.
Ad esempio l’acne, che nel periodo adolescenziale è da considerarsi fisiologica, sta aumentando oggi enormemente anche negli adulti; recenti ricerche attestano che l’acne “tardiva” colpisce il 48% delle donne tra i 30 e i 49 anni e ciò è causato oltre che dal cortisolo anche da un anomalo funzionamento del sistema endocrino, in risposta all’adattamento forzoso da parte femminile di vivere ruoli tradizionalmente maschili: stress ed iper-androgenismo rappresentano la principale causa di questa preoccupante “acne adulta”. Quando durante le mie lezioni ironizzo sul fatto che fra cinquant’anni anche le donne si faranno la barba, non sono poi così irrealistico.
Oltre ai cosmetici mirati, un particolare “cosmetico” da utilizzare in questi casi è lo sport, soprattutto quello che fa sudare, come una camminata veloce all’aria aperta di almeno mezz’ora, oppure (per i più fortunati) mezz’ora di buon sesso… ma se fatto bene anche dieci minuti: lo chiamano “effetto Cupido” e possiede molteplici effetti tra cui migliorare la linea e donare luminosità e tono alla pelle. Si dovrebbe imparare a dare più spazio ai propri bisogni personali senza aspettare che sia la pelle a comunicare i disagi percepiti; occorre fare uno sforzo e comunicare di più con le parole: spesso la pelle parla molto proprio perché noi non abbiamo il coraggio di farlo e questo è l’unico sistema che il nostro corpo conosce per esprimersi liberamente.
Un buon sonno: un segreto per la bellezza
Fare attività fisica dunque riduce lo stress e l’ansia, contribuisce a rilassare le tensioni muscolari e aiuta a dormire meglio, molto importante perché “dormire ci fa belli”. Il concetto di Beauty sleep è veramente un segreto di bellezza efficacissimo: durante il riposo si eliminano migliaia di dati superflui accatastati, l’ormone della crescita raggiunge il picco massimo, mentre il cortisolo scende al minimo: se ne può dedurre che un buon sonno favorisca il rinnovamento cellulare, la produzione di anticorpi e il miglioramento di tutti i parametri eutrofici della pelle. Beauty sleep corrisponde dunque ad un mega trattamento di bellezza. Da un recente lavoro tratto da Neurology si evidenzia che dormire poco danneggia il cervello poiché riduce il volume di materia grigia in precise aree chiave del cervello. Quindi oltre che rovinarsi la giornata successiva, l’insonne subisce danni anatomici. Ecco dunque l’importanza di un sonno ristoratore.
Dormire è un’arte ed è importante individuare le macro e micro condizioni ideali per ottimizzare il proprio riposo, come ad esempio il cuscino: c’è chi lo apprezza basso ad azione memory, chi compatto, chi avvolgente e morbido a base di piumette, o stratificato su un altro che sostiene l’arcata cervicale…. Lo stesso per materassi e coperte. L’unico suggerimento che mi sento di dare è quello di preferire tessuti naturali come lino, lana e cotone, veri amici della notte, mentre i tessuti sintetici – come una trapunta acrilica che corrisponde a una crema paraffinica che occlude la pelle senza farla traspirare – i rumori, la luce e un microclima viziato ne sono i nemici giurati. Per chi vive in città l’insonorizzazione delle finestre rappresenta uno degli investimenti più importanti… e fiscalmente detraibile!
Il cervello per rigenerarsi vuole silenzio e buio, anche per consentire alla melatonina di modulare a ritmo circadiano le sue azioni benefiche. Il Ciclo circadiano (dal latino “circa diem”, circa un giorno) ci assicura che ogni
giorno abbiamo bisogno di dormire, così come certi fiori di chiudere le corolle al tramonto… insomma è il nostro orologio biologico.
Le regole del buon sonno si trovano descritte un po’ ovunque, ma forse l’abitudine a rilassarsi con un buon libro sempre appoggiato sul comodino rimane la più sensata. Senza dimenticare altri rimedi naturali, come un bagno caldo all’essenza di melissa (considerata a tutti gli effetti una pianta ad azione “benzodiazepino-simile”, ovvero simile agli ansiolitici da farmacia), oppure la soave lavanda (alcuni hotel lasciano sul letto un piccolo spray all’essenza di lavanda da spruzzare sul cuscino). Sempre valide infine le tisane della buona notte a base di valeriana, camomilla, passiflora, melissa e altri fiori (a sinistra, foto del fiore di biancospino) che funzionano non perché sono naturali e buoni, ma perché contengono all’interno delle sostanze realmente sedative che agiscono armonicamente, senza alterare biochimicamente la fisiologia dell’organismo, ma semplicemente allentando le tensioni e sfumando i pensieri.
Il più potente tra i sonniferi rimane però la televisione: un talk show noioso ipnotizza e attira in un vortice ipnotico che batte tutti i rimedi sopra descritti: ricordarsi però sempre la funzione “sleep” puntata a mezz’ora al massimo, per non svegliarsi nel cuore della notte con incubi “marzulliani”.
Infine cosa dire della siesta? Anche soltanto venti minuti di sonnellino pomeridiano migliorano sensibilmente il risultato dei test a cui sono soggetti i controllori di volo… e fanno produrre di più alle imprese che concedono uno stacco per la siesta ai loro impiegati. Ma è anche vero che spesso si legge che è sconsigliabile a chi soffre di insonnia: il dilemma è aperto…..
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