Bill Viola: i colori dell’eterna rinascita

La retrospettiva da poco conclusa che le Galeries Nationales du Grand Palais di Parigi hanno dedicato a Bill Viola ha riacceso il desiderio di vedere ancora una volta la sua produzione in Italia, dove l’artista è stato spesso invitato (vedi le grandi mostre: 1995, 2007, 2009 e 2014 a Venezia; 2004 e 2010 a Milano; 2008 a Roma e Napoli, 2013; 2014 Firenze e a Mantova, per ricordarne alcune indimenticabili), andando a rivedere per esempio The Greeting allo spazio d’arte ‘Alberto Moretti /Schema Polis’ di Carmignano (Prato), aperta fino al 6 gennaio 2015.

La vita: New York – Firenze – New York
Bill Viola nasce a New York nel 1951 in una famiglia con ascendenze italiane e con l’Italia instaura un rapporto privilegiato che influenzerà tutta la sua produzione artistica.

M122_ARTE_BILL_VIOLA.644x362
Bill Viola (NY, 1951) si è ispirato all’arte rinascimentale italiana.

L’anno successivo alla laurea in ‘Studi sperimentali’ alla Syracuse University (Stato di New York), nel 1973 si trasferisce a Firenze, dove lavora come tecnico responsabile della produzione nel centro di produzione ‘Art/Tapes/22’. Durante questo periodo entra in contatto con l’arte medioevale e rinascimentale italiana, soggetto di ispirazione di tanti suoi lavori. Nel 1978 si sposa con Kira Perov, direttore artistico culturale della Trobe University di Melbourne (Australia), che diventa direttore esecutivo dello Studio Viola. L’anno successivo si aggiudica una Fellowship in Giappone, dove risiede studiando Buddhismo e praticando la pittura zen a inchiostro. Tornato negli Stati Uniti alla fine del 1981, lavora per sei mesi nel centro ricerche della Sony, sperimentando le più avanzate tecnologie del tempo; nel 1983 diventa professore in ‘Advanced Video’ al California Institute of the Arts di Valencia (California). Nel 1995 è invitato a rappresentare gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia.

Documentare il tempo
Uno dei soggetti delle opere di Bill Viola è il tempo: un tempo rallentato e ciclico che si rinnova in un eterno presente; verso la fine degli anni Settanta intraprende con la moglie dei lunghi viaggi nei deserti del Sahara e in quelli del sud-ovest americano, per ‘registrare i miraggi’, come in Chott-el-Djerid-a portrait in light and heat (1979 – Chott-el-Jerid-un ritratto in luce e calore), dove l’evanescenza della luce e dei colori lattiginosi tratteggia un paesaggio ‘atmosferico’ e abbagliante nella sua indefinitezza. Il tempo trascorre lento in: The Darker Side of Dawn (2005 – Il lato più buio dell’alba), in cui riprende il passaggio dalla luce alle tenebre e ancora alla luce, attraverso le fronde di una vecchia quercia, in un ciclo continuo di trasformazione che sembra sospeso.
Dice Bill Viola che dopo l’introduzione della terza dimensione nella pittura con l’invenzione della prospettiva, il video ha permesso la quarta dimensione: il tempo.

I quadri in movimento
E l’introduzione del tempo nel quadro è la magnifica ossessione di Bill Viola, che ispirandosi agli artisti del passato ha creato alcuni capolavori indimenticabili dalla straordinaria qualità cromatica.

001-Bill VIOLA-The greetings
The Greeting (1995, Il saluto).

The Greeting (1995 – Il saluto) è uno di questi, che infonde vita a La visitazione del fiorentino Pontormo (oggi nella Propositura dei Santi Michele e Francesco di Carmignano, Empoli), rappresentando la conversazione tra Maria, la cugina Elisabetta e un’altra figura femminile, di cui esplora i movimenti del corpo e quelli dei panneggi mossi dall’aria, le espressioni dei volti e il variare della luminosità ambientale, con dei colori diversi dal Pontormo per tinta ma identici per la qualità timbrica brillante dei colori ad olio, in Bill Viola di una intensità luminosa quasi fisica.
Catherine’s Room (2001 – La stanza di Caterina) si ispira invece alle cinque predelle del polittico Santa Caterina da Siena e beate domenicane del senese Andrea di Bartolo, sostituendo alle attività della monaca quelle che una Caterina, laica e contemporanea, trascorre solitaria nella sua stanza nei diversi momenti della giornata, scandendo lo scorrere del tempo – dal mattino, al pomeriggio, al tramonto, alla sera e alla notte – con il mutare della luce interna ed esterna, e il trascorrere delle stagioni con le diverse fasi del ciclo annuale di un albero. Qui i colori sono sobri: il pavimento e le travi del soffitto sono di un color legno severo, le pareti di una tonalità neutra anonima e la luce che penetra dalla finestra diffonde un leggero chiarore atmosferico nella penombra della stanza.

003-Bill VIOLA-Emergence
Bill Viola: “Emergence” (2002).

Emergence (2002 – Emersione) è ispirato all’affresco di Masolino da Panicale Cristo in pietà, staccato e conservato nel Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli, che mostra il momento della Resurrezione, mentre la Madonna e San Giovanni lo compiangono. Nel commovente video di Bill Viola tutto assume un duplice significato: Cristo risorge e rinasce, il sarcofago da cui trabocca l’acqua insieme al suo corpo eburneo è nello stesso tempo anche una fonte battesimale e ricorda la rottura delle acque che preludono alla nascita, le due donne – che si immaginano essere Maria e Maddalena – lo vegliano, lo piangono, lo accolgono e lo depongono, in una circolarità intensa e ipnotica. I colori riproducono straordinariamente la grana dell’affresco rinascimentale, con l’equilibrio morbido e pastoso delle campiture dipinte con i pigmenti disciolti in acqua.

I colori dei sentimenti
Un altro soggetto caro a Bill Viola è il riconoscimento delle emozioni umane di felicità, estasi, meraviglia e terrore che ciascuno conosce durante la propria vita, di cui identifica i movimenti di trasformazione affettiva ed emotiva, con una rappresentazione tecnologica accuratissima e una espressività artistica commovente.

002-Bill VIOLA-Catherine's room
Bill Viola “Catherine’s Room” (2001).

Come nella serie The Passions (2000-2002) in cui tre donne e due uomini vivono la sofferenza psicologica, il dolore fisico, la rabbia, la paura e la gioia, documentati quasi scientificamente con un rallentamento esasperato delle riprese. L’artista si ispira alla tavola ad olio del fiammingo Hieronymus Bosch Incoronazione di spine, che mostra la figura di Cristo circondata da quattro aguzzini dai volti grotteschi e maligni, con un’enfasi di sguardi e gesti, ma allestisce un’altra storia: isola i personaggi su un fondo buio e lascia inghiottire nella penombra i loro corpi così che ciascuno possa identificarsi nella circostanza costruendosi uno scenario personale e illumina il viso e il busto dei personaggi con una luce tridimensionale e vivida che esalta i colori dell’incarnato, mutevole come le emozioni.

I colori dell’irrappresentabile
Dice Bill Viola: “Noi siamo una parte inseparabile dell’Universo da cui siamo nati, non ne siamo indipendenti (…) ci è data una vita breve e un campo di conoscenza ristretto e individuale in cui racchiudere il mondo intero. Ci sono tre grandi riserve dell’umanità che dobbiamo affrontare: i Non nati, i Vivi e i Morti. Di queste tre riserve la prima e l’ultima sono eterne e solo la seconda, i Vivi, la nostra epoca, è limitata”.
Molte opere struggenti esplorano i luoghi dei Non nati e dei Morti, mettendo tra noi e loro lo scroscio fragoroso di una cascata d’acqua o la vampata ardente di un muro di fuoco, per segnare il sottile diaframma che separa i due mondi.

004-Bill VIOLA-Ocean without a shore
Bill Viola: “Ocean without a shore”

In Ocean without a shore (Oceano senza riva) –  presentato nella piccola Chiesa di San Gallo durante la Biennale di Venezia del 2007 proiettando i video nello spazio vuoto, creato per contenere le pale sopra l’altare maggiore e i due altari laterali – una parete di acqua segna il passaggio tra l’al-di-là incolore e diafano dei Morti e i colori intensi e fisici dell’al-di-qua dei Vivi. Una serie di personaggi di cui si intuisce in lontananza l’ombra si avvicina lentamente a un limitare incolore e puntinato di grigio, come lo schermo senza segnale della televisione, come quando si cerca di ricordare un sogno e ne sorgono alla mente frammenti sparsi. Poi molto lentamente la persona attraversa la cortina e viene investita da un forte getto di acqua che ne fa emergere distintamente le parti, definendole con colori intesi e una luce plastica, ma, quando è del tutto emerso e ci guarda da una posizione indefinita al di sopra e al di fuori del nostro spazio, rimane visibilmente delusa e rattristata e, molto lentamente, riprende la strada per il non-luogo da cui era emersa. Qui la circolarità temporale è segnata dal non-colore dell’irrappresentabile e dal colore intenso e carnale del transeunte. Bill Viola sostiene che se le porte della percezione saranno aperte, allora tutto sembrerà, per l’uomo, infinito.

Loading

Dopo essersi laureata a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Brera (MI), si è specializzata nei settori: Colore, Textile Design, Fiber Art. E’ stata tra le fondatrici dello Studio di textile design BLU5, lavorando per prestigiose aziende. Attiva a livello internazionale, ha presentato i suoi lavori in tutto il mondo: Europa, Argentina, Australia, Brasile, Cile, Cina, Sud Africa, Tailandia, Taiwan, Messico. E’ stata Direttore del corso Digita Textile Design AFOL-Moda, ha tenuto lezioni in Università e Accademie in Italia e all’estero. E’ membro di giuria di diversi concorsi internazionali. E’ membro di prestigiose associazioni internazionali. Tra i fondatori del Gruppo del Colore-Associazione Italiana Colore, è nel Consiglio di Presidenza e nel Comitato Scientifico. Giornalista pubblicista, è iscritta all’Ordine Nazionale dal 1991. Saggista, ha pubblicato diversi libri e centinaia di articoli specializzati. Sito web: www.color-and-colors.it