“Cambia te stesso e cambierai il mondo”, oppure: “sii il cambiamento che desideri nel mondo”. Parole di grande portata spirituale, ma che risuonano come macigni. In questo secolo della nostra storia millenaria – mai veramente raccontata in verità – stiamo assistendo non solo a un progetto di schiavitù politico, economico e sociale, ma soprattutto della nostra coscienza e della nostra vera consapevolezza. Un progetto che ci impone di vivere solo ed esclusivamente “nella mente”, occupata da infiniti pensieri e preoccupazioni fittizie, arbitrarie ed inutili, create nella mente e nel mondo al ‘di fuori’ di noi, ma attraverso il quale, svuotati della vera Energia, diveniamo quasi completamente alieni a noi stessi, dunque manipolabili. E’ dimostrato che questo accada senza il consenso della volontà.

I Maestri ci hanno insegnato che quando la voce della coscienza sarà più forte di quella della mente in buona parte delle persone, solo allora, con tutta probabilità, il mondo potrà veramente cambiare. E’ del tutto evidente che per cambio qui non si allude alle operazioni di aggiustamento dei sistemi attualmente egemoni, che nelle varie epoche non hanno mai prodotto un autentico cambio di coscienza. La realtà tutta, la nostra realtà anche personale, nasce dalla nostra capacità progettuale, di astrazione e immaginazione, di visione del mondo innanzi a noi come un mondo tra le infinite possibilità, dunque non l’unico mondo possibile. C’è qualcosa ‘fuori’ di noi e qualcosa ‘dentro’ di noi: la fisica quantistica ritiene con prove sperimentali che non c’è sostanziale differenza. Ecco perché è stato detto che dentro e fuori si equivalgono e l’umanità è co–creatrice di diversi livelli di realtà. La mente allora diventa accessorio prezioso per la decodifica del linguaggio, dei significati, delle logiche di questo mondo, ma non è suo compito la capacità progettuale, immaginativa, percettiva e spirituale dei piani più elevati della coscienza, la sua capacità di vibrazione e rotazione è inferiore. Perciò può essere facilmente indirizzata e controllata. I disturbi e malanni della psiche e della personalità che vengono denominati da diversi secoli come depressione, possono essere ricondotti al male di vivere, senza però una chiara consapevolezza di cosa significhi veramente vivere. Fin dai tempi di Ippocrate fu descritta la condizione di melanconia (in greco μελαγχολία) come una malattia distinta con particolari sintomi mentali e fisici, caratterizzata da “paure e scoraggiamenti, che durano a lungo”. Descrizione molto simile al concetto che si attribuisce alla depressione oggi, alla quale sono stati inclusi un raggruppamento di sintomi come tristezza, sconforto e scoraggiamento, paura, delusioni e ossessioni.

Nella medicina psichiatrica si è preferito la parola depressione invece che melanconia e dalla metà dell’’800 le malattie mentali venivano trattate nei cosiddetti manicomi mediante mezzi violenti e costrittivi (punizione, intimidazione, rumori forti, frustate, uso dell’oppio, camicia di forza, cauterizzazione del midollo e dei genitali, iniezioni del virus della malaria, poi elettroshock, ecc.). La psichiatria, alla lettera guarire l’anima, scienza nascente, attribuisce al cervello la causa dei disturbi, perciò rivolge le sue attenzioni e terapie a questo organo. La psicoterapia in questo contesto è considerata accessoria, spesso in contrasto non dichiarato, nonostante le ricerche e i risultati che ha ottenuto attingendo al grande patrimonio culturale non di stretta pertinenza medica ne farmacologica. Si comprende come la scienza bio -medica fino ad ora si sia occupata solo del substrato organico, il cervello, poiché poco intende ciò che non può ‘vedere e toccare’.
Biologia della depressione
La maggior parte delle teorie biologiche si concentrano sui neurotrasmettitori monoamine come la serotonina, la norepinefrina e la dopamina, che sono naturalmente presenti nel cervello per facilitare la comunicazione tra le cellule nervose. La maggior parte dei farmaci di uso comune hanno effetti collaterali, non solo sul corpo ma anche sul cervello, la psiche, i comportamenti. È recente la notizia che l’uso di alcune tra le più diffuse classi di antidepressivi ampiamente utilizzati per combattere la depressione può provocare un paradossale aggravamento della depressione stessa e causare vari effetti avversi, anche gravi: si veda in proposito lo studio Frontiers In Evolutionary Psychology della McMaster University, la prestigiosa università canadese fondata a Ontario centotrent’anni fa. La ricerca è stata effettuata paragonando gli effetti dei più moderni e diffusi antidepressivi, gli “inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina” (SSRI) a un gruppo trattato con placebo.
I livelli di serotonina alterati dai farmaci possono produrre tutta una vasta gamma di effetti indesiderati: tra questi si va dai più “semplici” problemi digestivi a effetti collaterali più seri come difficoltà nella sfera sessuale, ictus e morte prematura. Diversi tra gli psicofarmaci esaminati nello studio offrono pochi benefici per la maggior parte delle persone affette da depressione da lieve a moderata, mentre offrono un aiuto attivo solo ad alcuni tra i pazienti più gravemente depressi. In alcun casi si sono addirittura riscontrati effetti positivi più marcati con l’uso di un placebo rispetto al farmaco. Gli antidepressivi SSRI interferiscono con l’attività cerebrale, lasciando il paziente vulnerabile a una depressione di “rimbalzo” che spesso si presenta con intensità ancora maggiore rispetto a prima dell’inizio della terapia. A seguito di una sospensione dai farmaci SSRI dopo un uso prolungato, il cervello compensa la presenza in eccesso del neurotrasmettitore riducendone automaticamente i livelli di produzione e questo cambia il modo in cui i recettori nel cervello rispondono alla serotonina stessa, rendendo alla fine il cervello meno ‘sensibile’ a questa sostanza. Allo stato attuale, i ricercatori ritengono che detti cambiamenti possano essere reversibili, tuttavia diversi studi suggeriscono che gli effetti indesiderati possano permanere fino a due anni, aumentando significativamente il rischio di scompenso psichico. Inoltre i farmaci SSRI possono interferire con tutti i processi fisici che di norma sono regolati dalla serotonina. Il motivo è che quantità significative di questa sostanza sono presenti nell’intestino – il 95% della serotonina è sintetizzato dalle cellule enterocromaffini gastrointestinali e soltanto il 2% è prodotto nelle diverse aree del Sistema Nervoso Centrale (il resto è nelle piastrine) – in quanto essa è utilizzata per controllare la regolarità della digestione, formare coaguli di sangue nei punti di cicatrizzazione e anche regolare la riproduzione e la crescita dell’organismo: e questa è la ragione per la quale queste classi di psicofarmaci possono causare problemi di sviluppo nei minori.

L’interesse delle ricerche consiste nell’avere messo in relazione l’equilibrio cerebrale con quello intestinale e in ultima analisi con le molecole provenienti dal mondo esterno, come cibo, acqua, aria, metalli, farmaci e chimici. Questo squilibrio ha un nome: Neurodisbiosi Gastrointestinale, definito un disturbo complesso che dipende da ipersensibilità principalmente al glutine (GS) e al lattosio; una carenza o disfunzione nella sintesi di serotonina (5HT) nelle cellule enterocromaffini pricipalmente dello stomaco e dell’intestino; un’alterazione della flora batterica intestinale. Anche la scienza convenzionale ha finalmente riconosciuto che i geni non determinano il destino delle cellule.
Intestino e regolazione
Tali cellule hanno la proprietà di assumere precursori delle amine, come ad esempio 5-idrossitriptofano(5HT), decarbossilandoli per produrre serotonina. Il sistema APUD (Amine Precursor Uptake and Decarboxylation), o sistema neuroendocrino diffuso, è composto da cellule chiare endocrine localizzate in tutto l’apparato digerente.

Il triptofano è un amminoacido essenziale, cioè va assunto tramite l’alimentazione, poiché l’organismo non è in grado di produrlo. Il triptofano si trova in abbondanza nel cacao, mango, datteri, frutta oleosa, banane, avena, semi di zucca, alghe, cereali integrali. Da esso inizia la sintesi della serotonina, la quale svolge un ruolo importante nella regolazione dell’umore, del sonno, della tiroide, della temperatura corporea, della sessualità e dell’appetito. La serotonina è coinvolta in numerosi sintomi come l’emicrania, il disturbo bipolare, la depressione, l’ansia e il panico (inoltre partecipa alla regolazione di altri ormoni (ipofisari). Nella sintesi della serotonina interviene la vitamina D, colecalciferolo, che è quindi da considerare come un ormone serotoninergico e di conseguenza antidepressivo. L’irradiazione solare naturale è essenziale al funzionamento di tutto il processo. L’aspetto più importante nella neurodisbiosi gastrointestinale è la disfunzione che il glutine determina nelle cellule enterocromaffini intestinali. L’edema della mucosa conseguente ad infiammazione dei villi impedisce una carenza o disfunzione nella sintesi di serotonina (5HT) nelle cellule enterocromaffini, principalmente dello stomaco e dell’intestino. Il glutine è una lipoproteina complessa che si forma dall’ unione in acqua di due proteine: la glutenina e la gladina. Queste proteine sono presenti nell’endosperma del chicco di frumento, farro, kamut, in misura minore nella segale, orzo e avena. Inoltre le modificazioni (genetiche da raggi γ), indotte in particolare nei confronti del grano tenero per scopi industriali, hanno modificato la molecola alterandone la reattività intestinale. In pratica tutto il grano e i derivati (pasta, farine ecc.) commerciali attuali presentano questo grave problema, che in pochi decenni ha diffuso le patologie intestinali e disturbi mentali. Il glutine, attraverso un lungo percorso, genera peptidi oppioidi (piccoli pezzi di proteine indigeste), cioè in grado di influenzare moltissimi organi e funzioni, in particolare i livelli cerebrali e le funzioni della serotonina.

I processi di colonizzazione microbiologica hanno un ruolo importante nella funzionalità post-natale e nell’età sono fattori chiave alla base del funzionamento del sistema nervoso centrale. È interessante notare che la colonizzazione del microbiota e una corretta alimentazione priva di glutine, non solo nei soggetti sensibili, o con glutine non alterato e assunto in alternanza ad altri cereali che ne sono privi (mais, grano saraceno, quinoa, riso), un ripopolamento del microbiota (chiamata fino ad ora flora intestinale), un valore di vitamina D ottimale, favoriscono la sintesi di serotonina nelle cellule enterocromaffini gastrointestinali. Lo stesso meccanismo alterato è stato studiato anche altri problemi psichici, come la schizofrenia, i disturbi bipolari, gli attacchi di panico, l’autismo, con risultati sorprendenti, di cui però ora non ci occupiamo.
L’asse intestino cervello fin dalla nascita
Il primitivo imprinting neonatale dell’asse intestino-cervello, se non seguito correttamente, genera difetti di programmazione serotoninergica nell’adulto. Nei bambini allattati al seno la formazione di un corretto microbiota è facilitato, e la presenza di triptofano prima dello svezzamento è molto importante affinché questa importante funzione sia impostata per la futura capacità di sintesi serotoninergica.

E’ fondamentale allora l’alimentazione materna, poiché la normale funzionalità protettiva del feto è degradata da un aumento di acidità dell’ambiente materno e come conseguenza la placenta si lascia attraversare da sostanze ad alto peso molecolare, che normalmente non transitano. Ma quando c’è un aumento di acidità dell’ambiente interno, le proteine della madre e composti ad elevato peso molecolare dell’industria chimica e dell’ambiente, penetrano nel feto. Dovremmo ricordare che l’organo di un corpo acidificato è più suscettibile alla penetrazione di sostanze tossiche di quello di un corpo non acidificato.
L’importanza di questi apparenti complicati equilibri ci ricordano continuamente che l’interazione fin dalla placenta con cibo e le molecole, con le emozioni che modificano la neurochimica cerebrale, con i campi elettromagnetici incoerenti di origine antropica, con la salute intestinale, costituiscono la trama dello sviluppo del ‘corpo intero’, in cui la salute psichica e mentale rappresentano un salto evolutivo, la prima rampa di accesso alla salute spirituale.
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