di Kitty Perria. Come approcciarsi alle erbe della salute, utilizzando oltre che la conoscenza tecnica, anche l’empatia
Ho conosciuto Gianpaolo Demartis tre estati fa per un corso sulle erbe sarde organizzato da Ramona nel suo Our Garden, uno spazio fuori Cagliari. Arrivati in cima alla collina, accanto alla casa dove si svolgono gli incontri, si vede il mare.

Per me incontrare Gianpaolo è un piacere ricco e intenso che si rinnova ogni volta che accade: lo trovo rigenerante, soprattutto dopo tanti anni senza aver avuto questa bella possibilità.
La prima lezione di settembre, per il gran caldo, si è svolta all’aperto sotto le piante di eucalipto. Lui, il custode della sapienza delle “nonne” (lui per rispetto chiama nonne tutte le donne che gli hanno trasmesso la conoscenza delle erbe sarde), ci aspettava su un rialzo naturale della terra. È un uomo molto alto, con i capelli bianchi dal taglio decisamente moderno. Dalla prima frase che ha pronunciato e da come si è espresso, ho capito che il corso sarebbe stato molto interessante. E così è stato.
L’uomo che incontro oggi è diverso da tre anni fa, più maturo, dimagrito, la faccia un po’ sofferente. Inizia l’incontro accennando a un accadimento che gli ha sconvolto la vita, tanto da dubitare persino di se stesso, fino al momento in cui ha ritrovato la forza per fare la scelta giusta.
“Su Sentidu è tutto. Lo sente e si fa guidare, Nonna”, scrive poeticamente nel suo libro I viaggi di Nonna. “Lo sente e si fa essere. Cammina piano, ascolta la terra sotto i piedi, il canto stridente delle cornacchie, dei merli, delle quaglie e sente che anche lei è parte di tutto questo. È parte del tempo, del vento e della corteccia argentata del noce che sta dolcemente accarezzando. Studia con il palmo della mano i nodi, i frammenti del tempo e i segni delle migliaia di forme di vita che sono registrati nella corteccia del noce.
L’albero era stato piantato da suo nonno e ogni anno lei prende un ramo e raccoglie la sua corteccia per fare un preparato per la sciatica e i dolori articolari. In questo rituale c’è tutto quello che noi siamo, c’è un’isola lontana dal rumore, dalla fretta, e c’è quel famoso campo, lontano dal giusto e dallo sbagliato.
Nonna non parla e come se la parola uccidesse l’essenziale, come se le domande fossero inutili. Tutto ciò che non abbiamo capito nel silenzio non siamo ancora pronti a comprenderlo”.
E noi allievi ascoltiamo la lezione. Gianpaolo ha un dono; tramandare quello che gli è stato donato trasmutandolo con la sua esperienza di vita personale. Lui è supportato da quindici anni di racconti delle nonne, letture varie e l’ascolto delle persone che si sono rivolte a lui per avere un aiuto.

Sempre proseguendo la mia intervista, capisco che per Nonna non sia più importante la morte o la vita. Infatti per l’Universo le piante, gli animali, di insetti, gli esseri umani sono tutti assolutamente uguali. Se muori tu o una zanzara per l’universo è uguale: le piante continueranno a fiorire e il tramonto sarà sempre bello. Ma non è soltanto un semplice pensiero schietto e sincero perché, seguendo le Nonne, Gianpaolo ha scoperto quanto sia pieno d’amore e rispetto per la vita. Lui, imparando e lavorando con loro, hai capito quanto fosse meravigliosa la vita perché lo faceva sentire in pace e leggero.
Una cosa importante da ricordare è che le piante conoscono il dolore, ed è questo il motivo per cui molte piante curano gli stessi sintomi
Ecco alcuni esempi di piante
Lentisco: adatto ad un grande trauma fisico o verbale. Il mio passato diventa la mia forza con cui ricostruisco la mia vita e la trasformo.
Biancospino; io non voglio amare io non so io non lo so fare. É la pianta dell’amore incondizionato che ridona amore e apre il nostro cuore a esso.
Sambuco: rabbia verso la madre conflitto materno; io ti amo mamma e ti ringrazio. Amore incondizionato.

Alloro: la pianta del coraggio; ci aiuta a gestire la rabbia e digerirla.
Malva: la ricerca della calma e della dolcezza.
Ruta: la pianta dell’occhio; ci aiuta a gestire la rabbia; io guardo tutti lati di questa emozione e mi accorgo che non ha significato.
Carota selvatica: la pianta per chi lavora e incontra tante persone. Aiuta ad aprirsi agli altri e a gestire la stanchezza dello stare sempre insieme a tanta gente.
Assenzio arbustivo: l’importanza dell’uno.
Noce: io sono forte e so partorire; la pianta ci ricorda la nostra forza e la nostra capacità di saper fare le cose per cui siamo stati creati.
Rosa canina: il contatto con gli altri e il contatto con il divino; io abbraccio perché abbraccio a me stesso e il divino che è in me.
Piantaggine: paura di tutto, generica, nata nel periodo dell’allattamento a causa della mancanza di mamma. Ecco un esempio: da bambino rimango da solo/a in una stanza buia e chiamo la mamma. La mamma non viene perché non mi sente. Io memorizzo la paura che diventa trauma.
Eucalipto: pianta dei grandi cambiamenti, amore incondizionato. Rivoluziona la nostra vita sempre andando verso l’amore.
Equiseto: la pianta che dona struttura per chi non ha spina dorsale.
Nepitella: contatto col divino.
Erba gatta: respiro; io ho voglia di respirare la vita. Soggetto depresso che non riesce più a respirare la vita.
Papavero rossola: rappresenta la calma necessaria per affrontare qualsiasi tipo di passione; la passione senza calma non è gestibile.
Vedovina vellutata: per chi vuole riuscire a ritrovare la voglia d’amare dopo aver perso un partner.
I colori della guarigione
Sos Sinnos è uno dei sistemi importanti che Nonna utilizza per approcciarsi alle erbe: il colore, il tatto o il luogo di raccolta diventano sistema di scelta delle piante.
Il viola e le mille sfumature di fucsia, azzurro e rosa sono i colori legati alla spiritualità.
Il giallo. La maggior parte delle erbe utilizzate per patologie legate alla pelle hanno il colore giallo. Fiore giallo, radice gialla, legno giallo e qualsiasi manifestazione di giallo presente nella pianta.
Il rosso è il colore del fuoco, quindi è collegato alle bruciature, oppure indica infiammazione. Partendo dal presupposto che Nonna cura con il suo simile, il rosso è inteso come il fuoco che cura il fuoco.
Il nero è il colore della legna bruciata, che rimane dopo un grande incendio. È associato alle grandi ustioni, quindi i preparati per le grandi ustioni hanno spesso a che fare con erbe o bacche o elementi in cui è presente il colore nero.
Il bianco è il colore dell’amore incondizionato. La massima espressione di connessione e amore verso il Tutto. Le piante con il colore bianco hanno spesso a che fare con la calma, con l’equilibrio e con la ricerca profonda della pace.
Chi non ha bisogno di trovare la pace?
Un punto di arrivo per pochi. Ma almeno possiamo cercare di raggiungere quell’equilibrio che ci aiuti a fare le scelte giuste, per dire le cose giuste, per guardare con affetto e sincerità le persone che incontriamo. Tutto ciò è un dono spesso cercato. A volte faticosamente conquistato e molto spesso con dolore.
Il regalato non ha lo stesso sapore e non rimane impresso così intensamente nella nostra memoria. Per questo oggi Gianpaolo onora e ringrazia lo tsunami che gli si è abbattuto addosso questa estate. Lo ha reso determinato nel compiere quello che mai avrebbe immaginato essere possibile: Viaggiare fuori dalla Sardegna, non per andare in vacanza ma per diffondere il suo libro. O meglio, per diffondere attraverso il suo libro l’antica cultura sarda collegata alla terra: la medicina delle erbe praticata dalle nonne.
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