Da Joséphine Baker a Dorham

Uno spaccato musicale su un periodo storico di grande creatività

jazz

di Antonella Santoro. In “Nati sotto il segno del jazz”, Randi Hultin racconta la storia dei grandi protagonisti del jazz

Nel 2016, la Casterman pubblica in Francia un avvincente libro a fumetti, con disegni e dialoghi, rispettivamente di Catel Muller e José-Louis Bocquet, sulla vita di Joséphine Baker, la cui rocambolesca personalità appassiona per più di quattrocento pagine.Da Josephine Baker a Dorham Leggere una biografia jazz a fumetti ha un sapore tutto suo. Sfogliandone le pagine, si è trasportati in un mondo in cui sembra di potersi davvero inoltrare fisicamente, visitarne i luoghi, toccarne gli oggetti, persino ascoltarne i suoni. Sensazioni e reminiscenze di quasi disneyana memoria per chi ricorda Dick Van Dyke e i suoi dipinti sul selciato hollywoodiano di Regent’s Park.

Anche l’iconografia di angeli, demoni ed arcangeli attraversa i secoli per mano di “fantasiosi” disegnatori che descrivono le sembianze, gli abiti o gli strumenti musicali di queste creature alate. Le rappresentazioni di alcuni di questi strumenti hanno subito modifiche nell’evoluzione iconografica della loro simbologia. Come il corno, strumento di un’unica nota, sostituito (anche in alcune traduzioni) dalla tromba, anch’essa originariamente di un solo suono.

Nelle hadiths (parola della terminologia islamica che si traduce con “narrazione”), l’angelo Israfil (Raffaele) suona la tromba per annunciare il Giorno del Giudizio. Nell’immaginario della tradizione orale giudaico-cristiana, invece, è l’angelo Jibrail (Gabriele) a soffiare il corno per annunciarne l’imminente arrivo. Eppure, nei passaggi dell’Apocalisse che riguardano la “fine dei tempi”, Gabriel non viene mai, in alcun modo, identificato come tale.

La tromba, suono degli angeli

Da Josephine Baker a Dorham
Kenny Dorham

Sono sempre gli angeli, ad ogni modo, ad avvalersi dell’uso di questo strumento a fiato, scelto tra i musicisti jazz anche da Kenny Dorham! È Randi Hultin – la adorabile giornalista norvegese che scriveva di jazz in Scandinavia negli anni ’50 e ’60 – ad ospitare, tra gli altri, proprio Kenny Dorham nel suo appartamento di Garterveien (Oslo) nel 1964.

Randi era la moglie di Tor Hultin, il pianista che aveva accompagnato Josephine Baker nella tournée del 1958-1959 e che, insieme al marito, aveva messo la sua casa norvegese a disposizione dei più straordinari nomi della storia del jazz per memorabili jam sessions notturne. Queste sono tutte raccontate con dovizia di particolari, ironia e scorrevolezza in Born under the sign of jazz, il suo libro del 1997 che vanta tra l’altro la prefazione di Sonny Rollins.

Con il suo fedele registratore, da cui non si separava mai, Randi raccolse un’infinità di interviste ed esecuzioni musicali. Tra queste anche quella di Kenny Dorham che, messa da parte la sua tromba, canta ed esegue al piano Fair Weather. Con gli arrangiamenti di Herbie Hancock, anche Chet Baker ne inciderà una versione.

Da Josephine Baker a Dorham
Dexter Gordon interpreta Dale Turner  in “Round Midnight”, diretto da Bertrand Tavernier, 1986

In Round Midnight di Bertrand Tavernier se ne può ascoltare la prima parte provenire dal giradischi del sassofonista Dale Turner (interpretato da Dexter Gordon) come sottofondo in una delle indimenticabili scene del film del 1986.

Per il trombettista non sarà comunque l’unica registrazione intitolata Fair Weather. Nel suo album Chet Baker in New York del 1958 troviamo infatti una versione strumentale che, pur avendo lo stesso titolo, mostra tutt’altro ritmo e carattere e porta la prestigiosa firma di Benny Golson.

Tra le tante versioni del brano scritto da Dorham, anche quella di Kurt Elling con il Jim Gailloreto’s Jazz String Quintet, dall’interessante arrangiamento, e quella di Tom Harrell con Sheila Jordan coinvolgente per intensità interpretativa.

Nella sua biografia Jazz child: A portrait of Sheila Jordan, parlando di Kenny Dorham e del suo brano, lei stessa ricorda quanto fosse dura la vita per una persona come lui, nelle strade di città dal forte pregiudizio razziale come Detroit o alcune zone di New York; quando “si veniva picchiati a causa del proprio credo nell’uguaglianza razziale e tormentati dalla polizia per la stessa ragione”.

Storia o leggenda

Da Josephine Baker a Dorham
cover del libro di Randi Hultin

C’è una storia che, se tramandata, negli anni potrebbe entrare a far parte delle leggende metropolitane del jazz e che riguarda Fair Weather: Bud Powell, pianista con cui Kenny Dorham si frequentò a lungo, potrebbe esserne il vero autore.

Randi Hultin racconta con slancio nel suo libro che quando Dorham si sedette al piano quel giorno del 1964, le disse che avrebbe eseguito una melodia e un testo composti da Bud Powell. Che ciò sia vero e che Randi abbia anche suggerito il titolo per il brano purtroppo non può essere verificato. La registrazione giunta sino a noi non include alcun parlato. A torto o a ragione, il ricordo menzionato da Randi venne definitivamente messo nel dimenticatoio quando Don Sickler le inviò copia dei diritti d’autore depositati nel 1959 a nome di Kenny Dorham.

La prima trascrizione del brano, completa di testo, accordi e melodia è quella di Chan Parker alla quale, su richiesta di Herbie Hancock, Randi Hultin aveva inviato la registrazione. Non furono certo dettati dalla conversione del trombettista all’Islam i riferimenti a Gabriel che troviamo nel testo. Neanche per i musulmani, infatti, come già detto, è lui l’angelo che annuncia il Giorno del Giudizio. Con l’affidare proprio a Gabriel messaggero di Dio il suono di una tromba foriera di speranza, Dorham ci offre allora un messaggio da intendersi più in senso laico che religioso.

Sognando un mondo senza pregiudizi razziali

Gabriel Garcia Marquez
Gabriel Garcia Marquez

Fair Weather prende vita sullo spartito che recita: “E Gabriel soffierà come non ha mai fatto prima, ci sarà bel tempo, insieme, gli uni accanto agli altri come fratelli.” L’anelito di libertà di Dorham, racchiuso nella sua visione di un mondo senza pregiudizi razziali e senza discriminazioni, non è quindi un’attesa della “fine dei tempi”, ma un auspicio per una vita di fratellanza fra tutti i popoli del pianeta.

García Marquez, premio Nobel per la letteratura nel 1982, conclude il suo Discorso del banchetto in nome di un’America Latina affrancata dalla sofferenza, auspicando “una nuova e travolgente utopia di vita, dove nessuno possa decidere per gli altri persino il modo di morire, dove l’amore si dimostri vero e la felicità sia possibile, e dove le stirpi condannate a cento anni di solitudine abbiano alla fine e per sempre una seconda opportunità sulla terra.”

Anche lui si chiamava Gabriel.

 

Per saperne di più:
Chet Baker: Round Midnight
Kurt Elling & Jazz String Quintet: Video 
Sheila Jordan & Tom Harrell: Little Song
Chet Baker (Benny Golson tune): In New York

Cantante di jazz, pittrice, eclettica anima ribelle, ha vissuto in Svizzera, Inghilterra, Belgio e Lussemburgo. Ha insegnato lingue straniere e lavorato come traduttrice. Ha inciso a Parigi e prodotto un album di jazz dal titolo The Silken Kirtle. Tra le sue più grandi passioni, oltre al canto e alla musica jazz, l'astrologia, la danza, il teatro, i viaggi, la psicologia. Vive attualmente in Sicilia.