Manuela Pompas. Alberi devastati a Milano, con vento a 100 all’ora e chicchi di grandine enormi.
Alle 4,10 di notte del 25 luglio sono stata svegliata dalle finestre che sbattevano. La notte era illuminata a giorno, praticamente una successione velocissima di lampi, quasi un lampo unico ininterrotto che lasciava il cielo chiaro. E bianca era anche l’aria, attraversata da una nebba bianca, formati da nugoli di grandine, che si spostavano con un movimento a spirale – quasi non si vedeva la casa di fronte – con un vento fortissimo, 100 all’ora, che scuoteva le piante.
C’è stata anche una tromba d’aria alle pore della città.
Sulle strade scorreva l’acqua in rivoli e quando tutto è finito è rimasto uno strato bianco, con chicchi di grandine grandi come palline da ping pong. L’acqua ha allagato molte cantine, ha fatto volare tetti e cornicioni.


Uno spettacolo impressionante, che si è ripetuto come un frattale in moltissime località del Nord, devastando paesi, città, campagne, montagne, creando danni incommensurabili all’agricoltura. In soldoni, oltre 100 milioni di danni solo in Lombardia, dove è stato dichiarato lo stato di emergenza.
Guardando quell’incredibile spettacolo, mi sono domandata come poteva cavarsela una persona in giro a piedi sotto quella tempesta, con portoni e locali chiusi. Una notte da finire in ospedale.
Il giorno dopo gli alberi sradicati invadevano non solo parchi e giardini ma anche le strade, qualcuna addirittura impraticabile, con decine e decine di piante cadute per terra e spesso anche sulle autovetture…
E al Sud caldo torrido
Intanto da Roma in giù, caldo insopportabile. Soccorsa al Colosseo per un malore, una donna è finita addirittura in coma.
In Sicilia sfiorati 47°, con tre giorni d’inferno con incendi – qualcuno forse doloso. Secondo il report elaborato dal corpo forestale della Regione, in questa Regione i roghi sono stati oltre 300.
Attualmente, la superficie boscata incendiata è di 693 ettari, quella non boscata di 3mila ettari. Il che ha richiesto un massiccio intervento di personale, con 4.585 uomini e donne tra personale in divisa e lavoratori forestali impiegati nello spegnimento dei roghi. Calcolati 260 milioni di danni.
Grossi problemi anche nelle città. A Catania chiuso l’areoporto per un incendio, con origine probabilmente accidentale. A Palermo per il fuoco è morta una donna anziana che non i vigili dl fuoco non sono riusciti a salvare, distrutto il convento di Santa Maria di Gesù di Palermo, areoporti e autostrade chiuse fino alla fine dell’emergenza.
Tra i problemi conseguenti, la possibilità che scoppiassero le pompe di benzina e l’acqua che scarseggiava. Alla popolazione è stato richiesto di rimanere chiusa in casa.
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