Scuola: proibito criticare

Un nuovo decreto proibisce ai docenti di criticare il sistema scolastico

Carissimi,
il magazine esce purtroppo con un mese di ritardo, per impegni improrogabili… Ma con il solito sforzo di una panoramica ampia sulla salute, la medicina, la psicologia…

La decadenza del sistema scolastico
Tra gli altri articoli pubblicati, mi ha coinvolto uno molto attuale, “Gioventù bruciata”. È uno spaccato sul comportamento di molti ragazzi delle superiori e dei loro genitori. Ai miei tempi (non sono passati dei secoli, ma solo qualche decennio), se uno studente tornava a casa con un voto insufficiente o una nota veniva castigato, chiuso in camera a studiare, qualche volta partiva un ceffone.

Rovigo. Maria Cristina Finatti durante le lezioni viene presa a pallini di gomma sparati con un fucile ad aria compressa.

Mentre ora vediamo ragazzi che contestano o dileggiano impunemente un insegnante (per poi passare addirittura con un 9 in condotta), di cui contestano ogni giudizio. Ancora c’è chi, come è accaduto a Trento, che nonostante sei insufficienze, si rivolge al Tar ottenendo di essere ammesso agli esami e passare. Altri che sparano pallini con un fucile ad aria compressa durante le lezioni.

Nonostante le evidenti carenze di questi studenti (ne sono una inequivocabile testimonianza i compiti in classe), i loro genitori contestano il docente e a volte arrivano persino a picchiarlo.

Questo significa in realtà punire i ragazzi, che crescono senza disciplina, senza cultura, pensando di potercela fare con l’arroganza e la forza e si troveranno impreparati ad affrontare la vita e il mondo del lavoro. Salvo scegliere poi strade di compromessi o addirittura legate alla violenza, alla malavita, all’arte di arrangiarsi.

A scuola armati
Di più. Decine di ragazzi, otto dei quali minorenni, indagati dalla Polizia postale) hanno raccontato su Telegram di essere andati a scuola con una pistola revolver, un pugnale, piccoli ordigni artigianali.  Assieme alla Digos, gli investigatori hanno eseguito otto perquisizioni in sette città italiane, sequestrando coltelli, tirapugni, oggetti e sostanze chimiche usate per costruire piccoli ordigni. E la scuola, la famiglia che fanno?

Siamo proprio in democratura

Immagine di CDD20 da Pixabay.

Ma c’è una cosa ancora più grave. Nel nuovo codice di comportamento dei dipendenti della Pubblica Amministrazione (di cui fanno parte gli insegnanti) in vigore dal 14 luglio u.s. “in ogni caso il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento (anche sui social) che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza o della pubblica amministrazione in generale”.

Proibita ogni critica, ogni suggerimento, ogni opinione personale, l’insegnante diventa un automa senza più diritto di esercitare pienamente la sua professione di educatore.
Ma la proibizione di esprimere opinioni personali si estende molto oltre. Pena di vedersi cancellare i social, é proibito contestare non solo la scuola, ma anche l’Ordine dei medici (vedi cosa è successo durante il Covid) o le decisioni politiche.

In che mondo stiamo vivendo? Sì, siamo proprio in democratura, un termine felicemente coniato da Eduardo Galeano (scrittore, giornalista e saggista uruguaiano) e rilanciato da La Repubblica.
E noi, italiani brava gente – finché avremo la casa, il frigorifero, l’automobile, le vacanze – continuiamo ad accettare tutto ciò che ci viene propinato dall’alto (o forse dal basso…)

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Giornalista, scrittrice, ipnologa, è considerata un'importante divulgatrice nel campo della medicina olistica, la ricerca psichica, la psicoterapia transpersonale. Ha scritto numerosi libri su questi argomenti e la sua ricerca cardine riguarda la reincarnazione attraverso l'ipnosi regressiva. Spesso ospite nei convegni come relatrice sulle tematiche che riguardano la sopravvivenza, è stata spesso in radio e in Tv e ha condotto anche trasmissioni in una Tv privata. Mailto: manuela.pompas@gmail.com