di Cristina Penco. Viviamo nel colore e non lo conosciamo: sapevate che percepiamo 7,5 milioni di tonalità differenti?

Fin dai tempi più antichi, l’uomo ha cercato di utilizzare i pigmenti naturali per esprimere se stesso, decorare oggetti d’uso quotidiano e comune e creare opere d’arte.
Gli antichi Egizi usavano spesso il blu e il verde, associato alla natura che li circondava, quella del Nilo e delle sue rive, per simboleggiare giovinezza e rigenerazione.
L’oro indicava la sacralità e l’immortalità. Il giallo, dalle sfumature color sabbia a quelle ocra fino a quelle del grano, del miele e dello zafferano, era caro anche ai Greci e ai Romani, insieme al bianco delle tuniche di esponenti politici e religiosi di rilievo, al rosso delle vesti dei guerrieri, al nero legato all’oscurità, ma anche alla terra e a chi praticava lavori manuali.
Medioevo e Rinascimento

Nel periodo medievale i colori hanno assunto spesso connotazioni religiose, con il blu associato alla Vergine Maria, il rosso legato a martirio e sacrificio.
I pigmenti usati per dipingere erano spesso costosi e difficili da ottenere, quindi le tonalità più intense e vivaci erano appannaggio di artisti sostenuti da ricchi mecenati e delle stoffe e dei tessuti adoperati dalle classi nobili e agiate.
Nel Rinascimento, poi, lo studio e l’utilizzo dei colori nelle arti raggiunse un nuovo livello di eleganza e raffinatezza e ulteriori significati, grazie anche al contributo di geni come Leonardo da Vinci e Michelangelo e alle loro ricerche di profondità, luce e sfumature nelle loro opere.
Età moderna e contemporanea
Nel corso dei secoli successivi, la produzione di polveri, pigmenti, pitture e tinture si sviluppò soprattutto col passaggio dalla pratica alchemica, ancora di stampo antico, alla chimica moderna, che portò alla creazione di coloranti artificiali. Questo, da un lato, permise una maggiore disponibilità di colori e una maggiore varietà di nuance. Ma non solo. Nel corso del XIX e XX secolo, artisti e movimenti artistici come l’Impressionismo e il Surrealismo esplorarono l’uso del colore in modi innovativi ed espressivi. Allo stesso tempo, la psicologia del colore divenne un campo di studio, con teorie sulle connessioni tra il colore e le emozioni umane. Ricerche, approfondimenti, scoperte e dibattiti sull’universo cromatico continuano a costellare tanto l’attività accademica, quanto discipline contemporanee strettamente legate all’uso sapiente e funzionale dell’immagine, come la pubblicità, il marketing e le loro declinazioni su diversi fronti.
Un saggio autorevole e originale
Tra le opere letterarie più recenti, complete e autorevoli del settore spicca, in particolare, I colori sono di tutti? 22 domande curiose sul colore di Lia Luzzatto e Renata Pompas (Edizioni Mediterranee, 2022, pp. 259). Si tratta di un volume pensato per un pubblico non specializzato, ma con una naturale curiosità e un desiderio di soddisfare la propria sete di conoscenza, esplorando sentieri di percorso da quelli più affermati e famosi a quelli poco battuti, originali e affascinanti.
I colori sono di tutti? è una sorta di compendio di scienza, filosofia, sociologia, psicologia, arte e cultura a tutto tondo, accurato, interessante e dal ritmo dinamico come uno spettro di fasci luminosi e frequenze di energia. È un libro scritto a quattro mani da due affermate studiose e autrici, che presentano ai lettori le proprie competenze documentate e minuziose in modo semplice e diretto, mettendole al servizio di chiunque voglia avere strumenti differenti per padroneggiare una materia indubbiamente caleidoscopica e in perenne evoluzione.
Domande intriganti
Il libro, come suggerisce il sottotitolo, è suddiviso in 22 capitoli, ciascuno dei quali affronta un aspetto specifico legato al colore e ai colori. Un viaggio tra chiaroscuri, frammenti variopinti e vere e proprie chicche, come se fossero delle perle iridescenti, rimanendo dentro la metafora, che ci permette di immergerci dentro le consistenze, i sapori, i profumi, i suoni, le virtù terapeutiche e i potenziali pericoli di un mondo che resta da esplorare, soprattutto a fronte delle nuove frontiere virtuali e digitali e con l’avanzata delle opportunità, ma anche dei rischi, dell’intelligenza artificiale, un ambito quantomai dibattuto nel campo della proprietà intellettuale, della creatività, del diritto d’autore.
Esiste il colore?

Una questione di fondo, cardine di molti altri quesiti affrontati nel libro di Luzzatto e Pompas, è preliminarmente connessa alla sussistenza o meno del colore. “I bambini non si pongono la domanda”, sottolineano le autrici “il colore fa parte del loro mondo e, ancora prima di riuscire a discriminarlo, fa intimamente parte della loro esistenza se avvaloriamo la possibilità che già in fase di gestazione, oltre ad avere una percezione sonora, olfattiva e gustativa, siano avvolti dal rosa chiaro della luce che penetra nel ventre materno e che consente al bambino di fare le sue prime esperienze visive”.
Solo successivamente, poi, con l’intervento degli adulti e l’inserimento sociale e didattico, arrivano la distinzione e la classificazione, tali per cui quel mondo che ci appariva ricco di colori privi di nomi specifici inizia invece ad averli, ai nostri occhi e nella nostra mente.
Numeri: quanti sono i colori?

Ma quanti colori si presentano davanti ai nostri occhi? Ebbene, si dice che le creature umane possano vedere oltre 7,5 milioni di tonalità differenti, calcolate secondo tre coordinate: tono, saturazione e luminosità. E cosa cogliamo davvero col nostro sguardo?
Ha provato a spiegarlo tre secoli e mezzo fa il fisico inglese Isaac Newton quando, presso la Royal Society londinese, ha provato a spiegare la sua la sua teoria sull’origine dei colori. La premessa è che la luce si diffonde sotto forma di onde di diversa lunghezza e di cui noi percepiamo solo una piccola parte.
Da lì lo studioso ha dimostrato che il nostro occhio è in grado di cogliere uno spettro di sette colori: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. La luce, contrariamente a quello che si può pensare comunemente, non è bianca, ma è la somma dei “magnifici sette”.

Nel saggio di Luzzatto e Pompas viene rimarcato che, in natura, le immagini di luci colorate sono molto rare.
Ce n’è una, in particolare, che ha affascinato maggiormente gli uomini fin dall’antichità. È quella dell’arcobaleno, con i suoi significati diversi a seconda delle varie civiltà, ma sempre per tutti trait d’union tra cielo e terra: il sentiero di luce tracciato dalla dea Iris, messaggera divina, nella cultura ellenica, il cammino dell’alato Mercurio per i Romani, il patto tra Dio e gli uomini presso gli Ebrei.
Tra gli altri significati che troviamo, l’arcobaleno è visto come un ponte tra la dimensione materiale e quella spirituale, è anche simbolo di speranza, di pace, di cambiamento, di collegamento, di spiritualità.
Aristotele
Se il colore sia qualcosa di concreto o una mera percezione soggettiva – come ricordano puntualmente le due autrici – se lo chiedeva già Aristotele nella sua fisica qualitativa in cui le sensazioni venivano suddivise in qualità primarie e secondarie; proprio in queste ultime rientrava il colore, “in una dicotomia tra oggettivo e misurabile e soggettivo e non misurabile che ha attraversato i secoli investendo anche il processo visivo”.
Energia penetrante

I colori sono di tutti? e le 22 domande a cui Luzzatto e Pompas offrono spunti per risposte spesso non chiuse né definite, ma aperte a rinnovati dibattiti e approfondimenti. Il giallo è davvero il colore della felicità come appare nella tradizione orientale? Perché al blu sono associate spesso tristezza e depressione? Coca-Cola, Ferrari, Valentino: il rosso è il colore per antonomasia del marketing?
Si tratta, insomma, di una lettura che merita attenzione e riflessione, di pari passo alla portata dell’elemento cromatico che è “sia attività fisiologica, sia attività associativa, emozionale e culturale”. Comunque la si pensi, del resto, è difficile non concordare come le autrici quando scrivono che “il colore resta sempre un’energia penetrante che seduce, impaurisce, colora i nostri sogni, stimola le nostre risposte emotive e ci pone interrogativi complessi o banali, ma sempre curiosi”.
Misteriosa bellezza
Un piccolo scrigno di nozioni riportate con rigore, precisione e rispetto, che ci ricorda che “la realtà non è come ci appare, ma come scrive il fisico e divulgatore Carlo Rovelli, “il fatto che siamo immersi nel mistero e nella bellezza di un mondo sterminato e iridescente, in una precarietà sospesa sull’abisso dell’immensità di ciò che non sappiamo non rende la vita insensata: la rende preziosa”. E, sicuramente, più colorata e sfaccettata.
Foto di copertina di Viscious-Speed da Pixabay
Per saperne di più
Titolo: I colori sono di tutti? 22 domande curiose sul colore
Casa editrice: Edizioni Mediterranee
Prezzo: 19.90 euro
ISBN: 9788827232118Note biografiche
Lia Luzzatto si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera. Saggista, giornalista e docente, è relatrice in conferenze e convegni nazionali e internazionali. Svolge la sua attività formativa in diverse facoltà universitarie. È tra i fondatori del Gruppo del Colore – Associazione Italiana Colore.
Renata Pompas si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera e partecipa da oltre vent’anni ai convegni dell’AIC – International Color Association. Anche lei tra i fondatori del Gruppo del Colore – Associazione Italiana Colore, ha lavorato come textile designer, disciplina di cui è diventata docente.
Il sito dell’associazione è www.color-and-colors.it
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