di Roberto Lomonaco. Vogliamo ricordare una pietra miliare nella storia della musica inglese.
I questa mia ricerca musicale, ho scelto di scrivere della Valentyne suite perché a livello musicale, rappresenta, assieme a dischi di gruppi più blasonati come Pink Floyd, King Crimson, Genesis, Van der graff, quanto di più significativo è stato prodotto negli anni ‘70. A livello personale, la carica di emozioni che suscitava allora è rimasta invariata, anzi, posso dire, che continuo a scoprire momenti di grande intensità. La Valentyne Suite è il capolavoro del gruppo inglese rock dei Colosseum.
I Colosseum: i membri fondatori

Si costituiscono nel 1968 in Inghilterra. La loro è una musica piena di riferimenti al jazz ed al blues molto raffinati con sicuramente una base rock che fa da substrato.
La formazione:
♣ Jon Hiseman alla batteria, uno dei migliori e più eclettici batteristi che la scena inglese abbia prodotto in quegli anni.
♣ Djck Heckstall – Smith ai fiati
♣ James Litherland alle chitarre e voce
♣ Tony Reeves al basso
♣ Dave Grenslade al piano organo e voce
Ascoltando Valentyne Suite
Esordiscono nel 1969 con Those who are about to die salute you. Buon album che rivela subito il bagaglio tecnico del gruppo.
Il secondo album Valentyne Suite è una pietra miliare nella storia della musica inglese ed è anche il primo numero della storica etichetta inglese Vertigo.
Il disco presenta sul lato A 4 brani di buon livello, ma il vero capolavoro è il lato B con la suite omonima. La suite della durata di diciassette minuti è divisa in tre movimenti.
Il primo January’s search con organo e vibrafono a cui si accompagnano due sax, pieno di cambi di tempo con riferimenti ad un jazz orchestrale
Il secondo movimento February’ s Valentyne più pacato, ma sempre con i fiati e le tastiere in evidenza
Il terzo movimento The grass is always greene è il più lungo con i suoi 7 minuti accompagnato con intermezzo di chitarra e si conclude in maniera trionfale.
Ascoltando la suite si è subito catapultati in territori inesplorati del nostro essere dove spazio e tempo non esistono. Il tocco magistrale del tastierista ci proietta in ambienti classicheggianti, subito a giocare con il sassofono graffiante ed irrequieto di Heckstall-Smith che però, successivamente si placa e ci “parla” in profondità. Quando vogliamo riconnetterci con noi stessi sappiamo cosa fare!
Se pensiamo che questo disco è stato dato alle stampe nel 1969 ci rendiamo conto di come la musica era in continuo fermento in quegli anni magici e non solo da un punto di vista musicale. C’era la ricerca, la curiosità, la voglia di scoprire e di provare cose nuove. Con l’avvento dei sintetizzatori si sono aggiunte nuove sonorità che rispecchiavano la voglia di cambiamento.
Ricostituiti con una differente formazione
I Colosseum si sono sciolti nel 1971 per poi ricostituirsi con formazione differente, nel 1994.
Hanno pubblicato diversi album: Daughter of time nel 1970 e Colosseum live nel 1971.
Con alterne fortune nel 1976 Jon Hiseman ha formato i Colosseum 2, che hanno pubblicato tre dischi, Strange new flesh, Electic savage, War dance. Buoni lavori che però non hanno nulla a che vedere con il primo periodo.
Come accennavo prima, nel 1994 si sono ricostituiti più che altro per autocelebrazione anche se devo dire con ottimi concerti e live performance di livello.
Certo è che la Valentyne Suite resta ad un livello irraggiungibile da tutti i punti di vista: qualità sonora, arrangiamenti, preparazione tecnica dei musicisti e, non ultimo, il periodo storico-musicale in cui è stata composta.
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