di Caterina Almerisi. Violenza di gruppo, droga, stupri, sfide mortali… nessuno mette un freno?
Le notizie di cronaca nera degli ultimi mesi hanno coinvolto dei giovani dai vent’anni in giù, scatenando articolisti che non hanno perso tempo dando giudizi lapidari (a volte involontariamente comici) o soluzioni al problema di una “gioventù bruciata” proposte da chi evidentemente a contatto coi giovani c’è stato poco, anche nel caso fossero i propri figli.

con un fucile ad aria compressa.

C’è stato il ragazzo di “buona famiglia” che “preso da raptus” ha estratto dallo zaino un coltello per scannare gli animali, e una pistola che appariva vera per aggredire un’insegnante. Sì certo, c’è allora da immaginare cosa facciano i figli di “cattiva famiglia” e che uno studente tipo esca di casa appesantendo lo zaino non con i libri, ma con armi, così, per caso.
Il tono degli articoli è cambiato un paio di giorni dopo, quando la polizia ha parlato di premeditazione. I giornalisti avranno avuto le loro buone ragioni a non parlare prima dell’ovvietà, ovvero che il ragazzo ci avesse pensato su: quello che mi è sembrato preoccupante è che molti che ho incontrato accettavano supinamente la tesi del “raptus”, il che dimostra che le notizie non hanno più un filtro mentale da parte dei lettori.
Le sfide degli youtuber

Dopo un delitto efferato, in questo caso non da uno “di buona famiglia” (mi riferisco ovviamente ai commenti dei giornali) e comunque sopra i vent’anni, che ha ammazzato la fidanzata incinta, (e qui il commento è stato se fosse da considerare il delitto singolo o doppio), c’è stato l’incidente provocato da alcuni youtuber in Lamborghini, nel quale è morto un bambino di cinque anni.
Pare che il guidatore fosse positivo ai cannabinoidi, che stesse andando quasi a 130 all’ora in una zona 30, nè abbia reagito con pianti o quanto ci si aspetterebbe in una situazione del genere. Continuava a pensare ai like sul canale e ai soldi che venivano guadagnati.
Nei giorni seguenti all’episodio, numerosi video del canale sono stati cancellati, solo dopo un po’ ne è apparso uno con parole di contrizione, scritte e non pronunciate.
Tesla, la macchina della sfida. Tra i video superstiti più gettonati del canale se ne trova uno nel quale la crew di The Borderline (nomen omen) si pone il fine di dormire 50 ore in una scatola di cartone e ne escono col mal di schiena, in un altro organizzano un gioco a nascondino in un castello italiano, fornendo riprese e buona pubblicità, tra dieci concorrenti, stanandoli uno a uno chi sotto una scrivania, chi sotto i sacchi della spazzatura ecc., in un altro danno un premio a chi tra tre riesce ad arrivare più lontano da Roma a piedi partendo senza soldi (ma ci sono i fans che li aiutano). Il più abile arriva a Milano in treno. Non sembrerebbero violenti o pericolosi.
Presenti video copiati come idea da canali americani ben più gettonati, nei quali i protagonisti passano 50 ore su una Tesla. Diversi utenti hanno scritto insulti, si sono cancellati dai Borderline, mi chiedo però cosa penseranno quelli che all’uscita del video “50 ore in Tesla” scrivevano frasi del tipo “Siete dei grandi”, compresi gli sponsor.
Insomma, la violenza e la stupidità sono di chi produce ricchezza per sè con dei video o di chi paga e apprezza?
Se si cerca online, sfide come guidare un’auto per 50 ore sono presenti sui canali americani YouTube da diversi anni, con 21 milioni di follower, non mezzo milione come i nostrani. Sembra che nessuno abbia da ridire, su questo tipo di video non è stata posta censura, ed abbiamo visto che la Rete su certi argomenti è molto veloce a censurare e a bloccare gli utenti.
La violenza diffusa
È sotto gli occhi di tutti che la violenza, soprattutto nelle grandi città, è in ascesa: ci sono aggressioni a donne sole, accoltellamenti, bande di minorenni: e anche qui mi chiedo perché chiamarle “baby gang”, quando di baby, nell’alone semantico percepito in italiano, ovvero dolce e inerme, non hanno nulla.
Se si apre la programmazione delle piattaforme a pagamento di film online si vedono ai primi posti video che contengono violenza neanche mostrata come qualcosa di negativo, al massimo normale. Parecchie canzoni amate dai giovani inneggiano a droga, furti ecc, magari con la piccola postilla “non fatelo”, e con aggiunta di musica martellante e con tutta probabilità contenente segnali subliminali negativi, ovvero una specie di induzione in ipnosi non dichiarata per spargere il male.
Non è così difficile crearli, ci sono appositi software che lavorano in tal senso, usando i binaural beats che inducono alterazioni nelle onde cerebrali. Ben pochi li percepiscono immediatamente e li trovano fastidiosi.
Anime inevolute

Può essere che si stiano reincarnando scaglioni di anime poco evolute, che devono ancora capire molte cose e quale sia il peso delle loro azioni: questo è quanto già veniva scritto nei libri del Cerchio Firenze 77 quasi mezzo secolo fa, perché così è nell’ordine delle cose e le anime evolute stanno lasciando spazio a chi deve fare un percorso di apprendimento.
Se vogliamo andare all’origine, è tutto molto semplice: o uno ha consapevolezza e capisce che certe azioni portano a determinate conseguenze, quindi le evita dall’inizio, oppure messo in moto il meccanismo ne vedrà la potenza: amo i soldi e la fama, sono i valori che mi guidano, quindi guadagno sempre di più tramite gente che ha i miei stessi valori ed è pronta a pagare, ovvero abbonarsi e pagare un canone fisso per il mio canale, dove potrà vedere video assurdi o adrenalinici.
Il pubblico detta in questo caso la direzione. Affitto una Lamborghini per un giorno pagando a vent’anni lo stipendio di un impiegato statale, e non sapendo calibrare la potenza e la velocità della mia azione, vado a colpire un’altra auto provocando la morte di un bimbo che avrebbe avuto una vita davanti a sé.
Non ottengo i risultati sperati a scuola, per una serie di ragioni, e il mio nemico diventa l’insegnante che sta cercando di fare il suo lavoro e mi mette davanti alla mia impreparazione. La soluzione più semplice è uccidere l’insegnante. Mi pare chiaro che la coscienza, il lato di affetto e trasporto nell’aiutare e comprendere gli altri o la gravità di un fatto sia assente.
I giovani o la collettività?

C’è da porsi una domanda: quanta parte ha il singolo individuo e quanto l’eggregora, la forma pensiero che lo sostiene? Se addirittura nella tv di stato c’è chi indisturbato può distruggere un palco per via dei “cinque minuti”, e ha chi lo giustifica e lo sostiene, o se ci sono i cosiddetti influencer che pubblicano video di cattivo gusto e non hanno nessun crollo di seguaci, anzi, significa che il sistema nel suo insieme sostiene un tipo di azioni che portano alla non considerazione dell’individuo in quanto tale.
Ci sono tante frasi e “agende” sui vari tipi di rispetto degli altri, ma se nei fatti non c’è nessun vero moto del cuore verso l’altro, rimangono slogan vuoti. Uno vale l’altro, come le merendine che sembrano fatte di plastica. Si possono sprecare fiumi di parole, ma se il bene e l’amore per l’altro non partono dall’individuo, non c’è nulla da fare, un sentire è tale appunto perché non imposto da fuori.
Sembra che nessuno abbia fatto caso per giorni al fatto che all’insegnante quasi ammazzata e viva per caso non siano arrivate dichiarazioni di solidarietà da allievi, colleghi, altre scuole, tantomeno scuse dall’autore del fatto o dai suoi genitori.
Nessuno si è chiesto, nessuno si è stupito. Ora si chiedono come abbia potuto non disperarsi chi ha ucciso un bimbo, ma il principio è lo stesso. Come un click del mouse in un videogioco e si cancella una vita. A mio parere chi non si è posto la domanda non è da meno, non ha capito.
Ho letto la notizia che l’UE lascerà usare l’intelligenza artificiale nelle scuole a patto che non legga gli altri emotivamente. Giusto, direi che ci siamo già, tutto in linea.
Come capire la gravità di un fatto?
Parecchi anni fa in una classe c’era un allievo piuttosto violento: i ragazzi, più o meno sedicenni, tendevano ad aggredirsi e picchiarsi, ma lui non reagiva mai, subiva. Un giorno confidò all’insegnante che in passato era stato violento anche lui e alle medie aveva steso un compagno con un pugno in faccia. Il ragazzo colpito aveva battuto la testa, era stato portato in ospedale e aveva rischiato di morire.
I carabinieri erano arrivati a casa, dicendo che se fosse successo di nuovo il genitore sarebbe finito in prigione. Il ragazzo si era così spaventato che aveva cambiato atteggiamento e piuttosto di reagire si lasciava picchiare.
Da un punto di vista dell’equilibrio universale si potrebbe dire che l’azione violenta è stata l’ultima, quindi utile alla comprensione. Può anche darsi che oggi come oggi un intervento delle forze dell’ordine forse sarebbe stato diverso.
Il denaro


C’è una carta dei Tarocchi che indica la passione per il sesso e il denaro, sostanzialmente avidità e il fare ogni azione possibile per arricchirsi. I giovani d’oggi in gran parte hanno i soldi come valore principale, stimano un cantante o chiunque basandosi sui suoi guadagni, senza porre attenzione al modo in cui vengono ottenuti.
Stampa e genitori regolarmente danno addosso agli insegnanti, tacciandoli come incapaci o sfaticati, non stimandoli né apprezzando minimamente il loro lavoro. Accade spesso che un genitore salga in cattedra durante una riunione con gli insegnanti per dire come dovrebbe essere svolta una lezione.
Diventare insegnante non è ambito dai giovani liceali che cercano una professione migliore nella quale poter fare serenamente il proprio lavoro ed essere rispettati come persone. Molti giovani anche minorenni già guadagnano parecchio utilizzando i social e altre vie più facili.
Scuola o famiglia?

Arriviamo all’eterno problema riproposto spesso dagli articolisti, quello dell’uovo e della gallina: è colpa della scuola o della famiglia o di entrambi? Pur pensando che anche in una stessa famiglia ci possono essere figli diversissimi, la famiglia è quella che dà i primi insegnamenti.
Se entrambi i genitori lavorano e alla sera mettono i figli davanti a un video per tenerli buoni, o li lasciano attaccati al cellulare, quando e quanto hanno modo di vedere e capire come stanno crescendo? Per fortuna ci sono ancora tanti genitori che riescono a seguire i propri figli, ma non ce ne occuperemo qui perché stiamo esaminando i casi problematici.
La scuola dovrebbe sopperire dove la famiglia non arriva: ci sono tanti insegnanti che vorrebbero fare il proprio lavoro, premiare chi studia, fermare chi non lo fa, chiedere uno studio serio e formare seriamente le generazioni del futuro. Se ci riescono lo fanno con difficoltà.
Insomma che gli studenti siano a scuola per divertirsi è pensiero comune, guai a togliere la “socializzazione” e tutto il resto. Ne siano un esempio le colorate sedie a rotelle che ruotano anche su se stesse e sono una tentazione di divertimento per chiunque, adulti compresi.
L’insegnante ideale asseconda i desideri degli allievi?

L’insegnante ideale secondo il pensiero comune è amico, confessore, psicologo, animatore, organizzatore di gite, intrattenitore, non chiede troppo studio a casa e asseconda i desideri degli allievi. Non è un male che in parte sia anche questo, ma l’insegnamento, le regole e il rispetto per il docente dovrebbero essere in primo piano, con una netta distinzione di ruoli.
Qualche anno fa in alcune scuole i questionari di gradimento collegati agli aumenti per gli insegnanti “bravi” chiedevano appunto se creassero una bella atmosfera in classe, non se alla fine dell’anno si fosse imparato qualcosa in più e se fosse stato richiesto studio serio e rispetto delle regole, uso dei cellulari in classe compreso.
Se il messaggio che si trasmette fin da bambini è che le regole ci sono ma come optional e tutto è permesso, che non si richiede senso di responsabilità e fatica, ad esempio ai genitori di dimostrare che il figlio a casa studi, mi pare ovvio che anno dopo anno si arrivi ai risultati sotto gli occhi di tutti. E così “ sono solo ragazzate “.
In copertina: James Dean e Sal Mineo in “Gioventù bruciata”
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