I benefici della cannabis

Rivediamo insieme le proprietà terapeutiche di questa sostanza

di Ubaldo Carloni. La riscoperta in medicina degli svariati utilizzi del Tetraidrocannabinolo (THC).

I benefici della cannabis
Ubaldo Carloni, nutrizionista e ricercatore.

Nell’articolo precedente abbiamo ricordato le molte proprietà nutrizionali preventive e di aiuto in molte disfunzioni e patologie della cannabis sotto forma di olio, semi e derivati, e in generale come aiuto al controllo delle infiammazioni in molti distretti del corpo, dai problemi articolari a quelli circolatori.

Benché la materia di ricerca biochimica sulle molecole psicoattive e curative della cannabis sia in pieno svolgimento e non conclusa, presentiamo brevemente lo stato della questione circa le grandi possibilità che gli innumerevoli composti stanno fornendo nella cura e controllo di patologie anche severe.

Come abbiamo rilevato in apertura di questa esposizione, l’uso dei composti della cannabis è attestato da millenni nelle culture dell’intero pianeta per i più svariati scopi, da quello sciamanico-veggente, alla divinazione, alla cura di molte patologie, aiuto indispensabile per un risanamento da ’possessioni’, che oggi diremo psichismi o neuropatie e molto altro (si veda la prima parte).

Quando la marijuana ha una funzione clinica

I benefici della cannabis
Bruce Lipton, autore di “La biologia delle credenze”

Oggi si parla di marijuana medica, tentativo in parte riuscito di controllo da parte dei sistemi di potere degli estratti totali di cannabis, che ha prodotto una forzata separazione della parte ‘psico-ricreativa’ da quella curativa. Siamo consapevoli che in natura la cura non riguarda un punto di vista medico particolare, che separa ciò che non può essere separato, l’unità strutturale corpo-spirito-anima, così che la cura dovrebbe riguardare la complessità.

L’Epigenetica ha meglio chiarito, in tempi recenti, come il collegamento fuori-dentro sia imprescindibile: ambiente esterno e interno al corpo umano costituiscono una unità, non si può curare un pezzetto dell’unità, in tal modo si controlleranno solo i sintomi. Gli stessi sintomi inoltre possono derivare da cause diverse in diversi individui e viceversa, le stesse cause possono provocare sintomi diversi. Qui sta la bellezza dell’Unità che è rispettosa della individualità di cui ha bisogno per, appunto, unire.

Alcune note di biochimica medica

La formula chmica del Tetrahydrocannabinolo (THC).

Benché tecniche sono indispensabili, a testimonianza del valore universale di Cannabis, ora riconosciute anche dalla Scienza accademica, che avendo dettato fin dalla sua nascita le regole per avvalorare un dato scientifico (cioè le sue proprie regole, non quelle della Natura), non può più sottrarsi dal riconoscerlo. Sono stati individuati una dozzina di composti negli estratti di cannabis indica, dei quali alcuni con riconosciute proprietà psicoattive, dei quali il più noto è il Tetraidrocannabinolo, THC (delta-9-THC). Essi si legano a specifici recettori cellulari (CB 1 e 2 nel sistema nervoso centrale e sistema immunitario) nel sistema cannabinergico, sistema legato alla presenza degli endocannabinoidi.

Attraverso vari e complessi meccanismi biochimici neuronali, l’effetto finale comprende il controllo del dolore, la riduzione drastica della secrezione di sostanze pro-infiammatorie, l’interazione con il sistema endorfinico (recettori oppioidi) con rilascio di dopamina, il cosiddetto piacere cannabinoide.

I benefici della cannabisIl legame dei cannabinoidi ai recettori CB1 causa una inibizione del rilascio di vari neurotrasmettitori, che a loro volta inibiscono le vie nervose ascendenti del dolore.
Questa la spiegazione scientifica: a livello del midollo spinale il legame dei cannabinoidi ai recettori CB1 causa una inibizione delle fibre afferenti a livello del cornodorsale, ed a livello periferico il legame dei cannabinoidi con recettori CB1 e CB2 causa una riduzione della secrezione di vari prostatinoidi e citochine pro-infiammatorie con  inibizione del segnale doloroso.

Questa è la descrizione tecnica dell’eliminazione del dolore da parte dei composti cannabinoidi, sia quello ascendente che discendente, ricordando che la percezione del dolore ha un punto di partenza, arrivo al cervello dove si producono il segnale e le molecole altamente infiammatorie. Sembra una magia.

Uno studio sulla (non) pericolosità della marijuana

I benefici della cannabis
Uno studio sugli effetti della cannabis della prestigiosa rivista americana The Lancet

Nel marzo 2007, la rivista scientifica The Lancet ha pubblicato uno studio dal quale si evince la minore pericolosità della marijuana rispetto ad alcool, nicotina o benzodiazepine, noti farmaci antidepressivi.

Più recenti ricerche confermano questo studio. Non esistono casi documentati di overdose dovuta all’abuso di questa sostanza. Il THC è generalmente considerato il principale principio attivo, solubile nei lipidi e alcol, ma non in acqua. Gli endocannabinoidi sono una classe di lipidi bioattivi, essi hanno in comune la capacità di legarsi ai recettori cannabinoidi, gli stessi con cui interagiscono i fitocannabinoidi.

Il primo endocannabinoide ad essere stato identificato, nel 1992, è l‘anandamide (AEA). Quello degli endocannabinoidi costituisce un sistema di neuro-modulazione in grado di regolare l’eccitabilità neuronale, e sulla base di ciò che è già noto si può comunque ipotizzare un ruolo centrale in numerosissime funzioni di regolazione.

Ecco tutti i benefici della cannabis
Regolazione dei circuiti cerebrali del vomito; modulazione dell’appetito; modulazione spasticità associata a patologie neuronali (come la Sclerosi multipla); attività  analgesica; regolazione della memoria; proprietà anticonvulsive (su modelli animali di epilessia); regolazione processi riproduttivi (l’anadamide ha un ruolo essenziale nell’attecchimento dell’embrione); modulazione della risposta immunitaria e azione  antiossidativa protettiva; regolazione processi proliferativi (Studi accademici indicano con sempre maggiore chiarezza il ruolo essenziale che i cannabinoidi possiedono  nel controllo della proliferazione cellulare, che sono alla base della crescita delle cellule tumorali, a prescindere dalla  loro tipizzazione e localizzazione).

Accade dentro il corpo
Il ‘microcosmo’ del corpo umano è costantemente connesso e in interazione con ciò che accade e si manifesta nel ‘macrocosmo’ (Epigenetica). Il microcosmo possiede capacità vibrazionali originarie che permettono possibilità “divine”: percezioni, visioni oltre il tempo ordinario, capacità di auto-guarigione, che la Scienza attuale tenta di spiegare, ma anche senza plausibili spiegazioni costituiscono una costante evidenza nella storia umana

Esse interferiscono con il livello chimico, che è il primo livello atomico informativo costitutivo dell’universo conosciuto e del nostro corpo, abbastanza potente per condizionare l’intero sistema, l’intero corpo umano.
I Campi Elettromagnetici (C.E.) artificiali, in-coerenti con i campi del cervello umano, costituiscono un secondo livello non percepito direttamente dai sensi, poiché si tratta di onde. Il cervello stesso emette ‘onde-pensiero immateriali’ che interagiscono con il complesso mondo delle particelle-onde. Gran parte dei C.M. antropici sono in grado di modificare le onde cerebrali, quindi il livello chimico e le potenzialità umane.

L’accesso a livelli superiori di conoscenza
Nelle culture antiche, come abbiamo visto, l’accesso a livelli superiori di conoscenza e visione era riservata a caste particolari, scelte e preparate per delega divina. Coloro che compresero queste possibilità come dono universale, da diffondere a chi ne facesse richiesta, dunque non solo riservato ai ‘ministri iniziati’, erano perseguitati, fino all’eliminazione da parte di quei poteri. Chi aveva competenza dei segreti in modo non controllato era ‘fuorilegge’. Ciò che faceva crescere in Potenza e Spirito era visto come un sobillatore e un ribelle ‘anti casta’.

La conoscenza può e deve e può essere condivisa ora, nel nostro tempo. Questa esigenza non è più possibile dilazionarla, la percezione di un ‘risveglio’ di coscienza e richiesta di sapere non convenzionale è una realtà obiettiva. I sistemi di conservazione e controllo del sapere e della sapienza sono i medesimi, oggi come allora. Lungi dall’intenzione di riproporre questioni di legalità o meno sull’ argomento Cannabis, prive di un vero portato conoscitivo e di coscienza, l’interesse dell’argomento è didascalico.

Il potere è contro l’evoluzione?
Ripercorrendo la sua storia si scopre che essa ci istruisce circa la storia della nostra civiltà, della sua arbitrarietà, del suo quasi dichiarato disinteresse per la legge Naturale e l’evoluzione dell’Umanità. Il legalismo onnipresente tenta perfino di sequestrare le “Molecole della Vita”, traccia evidente delle nostre potenzialità, da una parte dichiarate come ‘divine’, e dall’altra però sulle quali non abbiamo potere, poiché lo abbiamo delegato, spesso inconsapevoli.
È urgente una forte riflessione in proposito, senza la quale il cambio tanto invocato rischia di essere di nuovo sequestrato.

Con vero piacere interiore, tipo cannabinoide, si può costatare come il mondo degli umani ‘anti casta’ nel nostro tempo sta sempre più crescendo in coscienza e scienza.
(Ultima puntata-Fine)

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Già ricercatore in biochimica nutrizionale e farmacologia; nutrizionista, diploma e membro AMIK ( Associazione Medica Italiana Kousmine). Autore di varie pubblicazioni scientifiche e divulgative. Specializzazione in Kinesiologia Applicata-Olistica. Master in Zen Shiatsu, esperto in MTC. Ha studiato alla Facoltà Teologica; ricercatore indipendente in discipline Spirituali, Teologiche e Scienza. Tiene corsi e conferenze di Bioenergetica, rapporti tra Chimica, Nutrizione, Ecologia e Salute; Evoluzione Spirituale, Globalizzazione. Mailto: ubacarloni@gmail.com - tel. 348.3150214.