di Annalisa Perrino. I nostri cari, che ci sono sempre accanto, ci contattano attraverso i sogni.

Cari amici e care amiche, eccomi a voi con gioia! Sono Annalisa Perrino e il mio compito in questo magazine è cercare di rispondere alle vostre lettere secondo la mia personale esperienza. Ho sempre amato scrivere i miei pensieri su carta. E oggi lo farò per voi con la stessa passione di sempre.
Capisco e comprendo i tanti interrogativi che attanagliano la nostra umana esistenza. Non avrò per tutti una risposta, ma per ciascuno aprirò il mio cuore e, soprattutto, il mio “sentire” per poter lasciar fluire, il più limpidamente possibile, esperienza ed energia, sia personale, sia del Mondo dello Spirito. Quindi, con cuore aperto e occhi rivolti in Alto, sono qui e vi aspetto!
Vi devo dire però una cosa importante: nessun medium comanda chi deve venire dal Mondo dello Spirito per comunicare. Il medium non ha potere evocativo. Solo Dio Padre, il Tutto, l’Infinito ha tale potere. Per cui, il miglior modo di approcciarsi ai medium è l’apertura del cuore e della mente dell’accoglienza di chi verrà dall’Oltre, senza aspettative pretenziose. Dalla mia esperienza, posso affermare che tale atteggiamento di apertura normalmente attira moltitudine di regali dal Mondo spirituale.
Ed ecco le prime lettere.
Giusy: «Il mio bambino percepisce la nonna e mi consola»
Buongiorno Annalisa e benvenuta.
Mi chamo Giusy. Ho perso entrambi i genitori a distanza di anni. Mio papà è stato allettato per una lunga malattia che verso la fine non lo faceva più ragionare e di questo ho sofferto tanto, perché a volte non mi riconosceva neanche. Dopo la sua morte l’ho sognato tantissime volte, ultimamente un po’ di meno.
Purtroppo ho perso anche la mamma ormai più di due anni fa e a causa della pandemia non ho potuto starle vicino come avrei voluto. Ho forti sensi di colpa perché a causa della pandemia non avrei dovuto farla ricoverare, ma purtroppo si doveva operare per forza. L’operazione è andata bene, ma ha preso il Covid e non c’è stato nulla da fare. L’ho potuta vedere solo tre volte in tre mesi e anche in quelle occasioni lei invece di pensare a se stessa si preoccupava per me. Purtroppo non l’ho potuta vedere nemmeno dopo la morte (altra cosa che mi ha distrutta).
Tutto ciò è stato devastante. È morta alle 21 circa, ma io la mattina di quel giorno a letto mi sono sentita toccare, proprio battere sulla spalla. Chissà se era già lei che mi era venuta a salutare. A volte la sogno, mi parla ma non riesco a ricordare tutto, le dico ti voglio bene, le ho chiesto se è con mio padre e mi ha detto di sì.
Un anno fa mio figlio, che aveva 6 anni (è un bimbo molto sensibile ed è nato lo stesso giorno di mia madre), mi ha detto: «Non piangere mamma per la nonna, puoi vederla a letto quando dormi; lei mi dice che mi vuole bene». Non so se me lo dice per farmi contenta, mi piace pensare che sia vero. Lei era molto attaccata al suo nipotino, io penso che insieme a mio padre lo protegga dal cielo. Saranno in pace i miei genitori?
Giusy, ho letto la tua lettera col cuore in mano, perchè anche io ho vissuto il periodo pandemico in prima persona, sul campo, lavorando come educatrice in una casa di riposo. Durante la prima ondata del Covid sono morti nelle mie mani quasi 30 anziani e il mio compito è stato quello di mettere in comunicazione audio/video questi ultimi con i propri cari impossibilitati a essere vicini fisicamente nel momento del trapasso. Quindi, Giusy, so benissimo cosa vuol dire “assenza”.
Ed è per questo che la tua lettera tocca corde profonde dell’anima. Prima di tutto voglio rispondere alle tue sofferenze enumerate e lucide nello scritto che mi hai inoltrato affinché la tua persona possa, piano piano, prendere pace.
La tua prima sofferenza è relativa alla malattia di tuo padre che, verso la fine, “non lo faceva più ragionare… e non ti riconosceva neanche”, (ho ripreso le tue parole). Sei stata una buona figlia, paziente e comprensiva che, senza dare nell’occhio, ad ogni “non riconoscimento” paterno verso di te hai saputo ingoiare ogni singola lacrima di “figlia dimenticata” (a causa della malattia, naturalmente).
Posso assicurarti che, in seguito a numerosi contatti medianici avuti nel corso della mia vita da Medium, la demenza e ogni qualsivoglia malattia psico-mentale, nel Mondo dello Spirito non sono assolutamente contemplate. La persona, in questo caso tuo padre, nell’esalare il suo ultimo respiro e nell’inalare il suo primo spirituale risveglio nell’Oltre, ha riacquistato immediatamente lucidità e potere cognitivo. Quindi, credimi, il tuo papà, oramai scevro dal corpo consunto, sentilo, ricordalo e percepiscilo lucido e ricco di memoria e di memorie, nelle quali egli vede e ricorda chiaramente te fin dalla nascita.
Il fatto che lo hai sognato e il fatto che hai sognato anche tua madre denota un probabile canale onirico medianico aperto. Quindi, godine i frutti perché sono proprio loro! Tuo figlio piccolo ha ragione!
Ora passo alle tue sofferenze relative alla gestione della mamma. Sii tenera con te stessa. Questo sento di dirtelo in modo impellente. Sii tenera con Giusy. Perdonati per non aver avuto la possibilità di fare di più per lei, sia come presenza, sia come supporto fisico. Persino nelle 3 uniche occasioni che hai avuto di vederla in 3 mesi tua madre ti ha insegnato cosa volesse dire “tenerezza” (“Invece di pensare a se stessa, si preoccupava per me”, scrivi). Quindi, Giusy, fa tesoro di tale insegnamento: non sprecarlo con i sensi di colpa! Alleggerisciti l’anima e perdonati da cuore a cuore. Non potevi fare di più
Ogni tuo atto di tenerezza verso te stessa permette di recapitare a tua madre una rosa. Pensala come un “Interflora” dello Spirito. Mandale rose attraverso la gentilezza verso il tuo cuore di figlia, Ogni carezza che tu sarai in grado di fare a te stessa, perdonandoti e alleggerendoti la coscienza (non è colpa tua!), sarà per tua madre occasione di ricevere mazzi profumati di fiori da parte della sua amatissima figlia, che sei tu.
Quella mattina era lei. I tuoi genitori sono in pace, nella Luce, con gli occhi rivolti verso te e verso la tua famiglia, bimbo compresissimo. Torna tu nella pace dell’anima e della mente. Questo è il miglior regalo che potrai fargli.
Un ringraziamento dall’aldilà
Buongiorno Annalisa, sono Alessandra. Ho 58 anni e ho letto che ti occuperai della rubrica Lettere dall’aldilà.
L’8 aprile di due anni fa ho perso mio nipote di 19 anni, è morto senza un reale problema di salute: dall’autopsia non è emersa nessuna patologia, si è spento e basta mentre era sul suo letto collegato con una lezione universitaria tramite il computer. Come puoi immaginare la tragedia è stata enorme, mia sorella (sua madre) era uscita da poco da una lunga battaglia contro un tumore.
Vorrei sapere come devo fare per avere da lui un messaggio che possa aiutare i genitori, i fratelli e noi tutta famiglia ad avere la speranza che non tutto è davvero finito.
Alessandra, ho letto e riletto tante volte il tuo scritto, accorato e pieno di senso di protezione soprattutto verso tua sorella, nei confronti della quale sento il tuo grande timore relativo ad un eventuale riacuirsi della sua malattia.
Prima di tutto parlerò con te, sentendo te: sei una donna forte. E ti prego di ammetterlo. Sento che il tuo supporto alla tua famiglia (quella del ragazzo) era, è e sarà di fondamentale importanza fisica. Tu sei un perno saldo per loro, una fonte di equilibrio. Credimi. Verso tua sorella sei sempre stata “madre” e oggi più che mai anche “voce di speranza”.
Io non so perché devo dirti queste cose, ma, fidandomi del mio sentire, ho la necessità di riconoscerle in te. Ti chiedo venia qualora avessi torto, tuttavia l’eco del tuo sostegno fisico e morale verso tua sorella e la sua famiglia è potente. E su questo sento il primo profondo ringraziamento rivolto a te da parte del mondo dello Spirito. Sei stata paziente verso tua sorella, non solo come mamma orfana ma anche come persona. Sei stata umile nel silenzio, forte nel parlarle chiaro quanto era necessario. E questo è il secondo grande ringraziament per te. Il terzo è relativo alla tua estenuante ricerca non solo di tuo nipote, che mi permetto di definire “figlio della Luce accecante di Dio”, ma anche del senso della vita, della morte, della vita dopo la morte.
Anche contro tutti, hai cercato, battuto porte, aperto libri, letto e riletto teorie, parlato e ascoltato interpreti dello spirito, non hai demorso! Hai fatto ricerche per nome e per conto di tutta la tua famiglia, come un pioniere.
«Grazie (sento). Grazie per aver condiviso con mamma tutto! Grazie per non averla lasciata sola prima di me e dopo di me. Grazie per averla tirata su dalla morte (fisicamente!). Grazie per aver insistito con lei su tutto, anche sulle cure! Grazie per il cibo caldo, per le tavolate in famiglia, anche quelle forzate. Grazie per aver cercato in tutti i sacrosanti modi di spingere mia madre a vivere, ricordandole i compleanni.
Loro vogliono una spiegazione, ma una spiegazione non possono averla. Almeno non come vorrebbero loro: medico-scientifica e razionale. Non risiede lì il perché di tutto! Non è lì che devono cercare il senso. Non è neanche nei sensi di colpa che devono porre la costante attenzione! Soprattutto sul senso di colpa della salute: “Io mi curo e tu no! Perché devo farlo? Perché con me le cure hanno funzionato? Perché tu e non io?”. Condivido con te la preoccupazione su mamma e sulla sua salute. Il regalo più grande per me è saperla “curata” in tutto».
Alessandra, è la prima volta che in udienza ascolto parlare senza avere di fronte l’interlocutore fisico, in questo caso tu e la mamma del giovane luminoso.
Spero con tutto il cuore che le mie parole sentite dal profondo in chiaro udienza possano in qualche modo addolcire almeno un minuto la vostra vita.
Io sento nell’anima questo ragazzo abbronzato dalla Luce di Dio (lo giuro: lo percepisco immerso nella più potente luminosità). È vivo, ma molto in pensiero per la sua cara mamma che vorrebbe in piedi e in salute. Nella speranza che il mio sentire possa avere riscontro, ti abbraccio.
Grazie delle tua dolci parole Annalisa…ho pianto tanto leggendo la tua risposta …hai toccato tutte le corde del mio cuore…cerco di essere forte perchè mia mamma lo era e mi ha insegnato ad esserlo…sento che i miei cari proteggono me e la mia famiglia. Spero di continuare a sognarli e magari di avere segnali da loro…mi mancano tanto ed essendo pure figlia unica mi sembra , a volte, di aver perso le mie radici…ma mi faccio forza perchè so per certo che loro vorrebbero così…e vorrebbero che io continuassi al meglio la mia vita con mio marito (che amava tantissimo mia madre) e il mio dolce bambino.
Grazie ancora
Giusy (della prima lettera!)