di Giorgio Cozzi. Scrittore e saggista, dedicò la vita a sperimentare tutti i fenomeni della medianità.
Confesso che non conoscevo Hamlin Garland, un romanziere di successo negli Stati Uniti, che ha scritto diversi romanzi, alcuni dei quali tradotti in italiano, vincitore di un Premio Pulitzer per le biografie. Soprattutto non sapevo che avesse scritto un libro di “fatti” relativi a quella parte della ricerca psichica rivolta ai fenomeni cosiddetti spiritici.
Un libro molto… paranormale
Raimondo Ferrario, il traduttore di Forty Years of Psychic Research (New York, 1936), mi ha donato una copia del libro 40 anni di ricerca psichica, una semplice narrazione dei fatti, autoeditato con Youcanprint, con una prefazione di Paola Giovetti.
Grazie a Ferrario, che ha tradotto il mio Dimensione Venia in inglese (Venia Dimension su Amazon), ho potuto riprendere in maniera approfondita la fenomenologia medianica che, come parapsicologo, per più di un decennio avevo visto con distacco.
La ricerca parapsicologica, che è la missione dell’AISM (Associazione Italiana Scientifica di Metapsichica), è sempre stata più orientata a sperimentare Telepatia, Chiaroveggenza, Precognizione, Psicometria e ove possibile Psicocinesi, di quanto abbia potuto fare in materia di medium. Eppure in questi ultimi anni la chiamata a interessarmi maggiormente di questo campo di indagini è talmente forte che è impossibile resistere al desiderio di accertare fenomeni che con le esperienze NDE e OOBE sono diventate oggetto di ricerca scientifica a tutto campo. Ne fa fede il lavoro del Prof. Tressoldi e di Fernando Sinesio di cui abbiamo parlato in recenti interventi su questa rivista online.
La testimonianza sperimentale di Hamlin Garland
Ciò che c’è di nuovo nell’antico è una testimonianza sperimentale, lo ripeto sperimentale, che Hamlin Garland ha condotto per 40 anni sulle sedute medianiche a cui ha partecipato non come osservatore, bensì come ricercatore incaricato dall’American Society of Psychical Research. Il suo coinvolgimento è già molto particolare, in quanto nella sua famiglia, nella fattoria del Wisconsin dove abitava, aveva vissuto una sorta di poltergeist che riguardava sua madre da ragazza e un suo nonno che ottenevano effetti fisici che si prolungavano nella vita normale. In qualche modo la fenomenologia si spense e in famiglia non se ne parlò più.

Il caso volle che, volendo diventare scrittore, il giovane Garland incontrò e lavorò per un editore spiritualista, che lo invitò a fare indagini sulle strane manifestazioni medianiche ricorrenti che facevano notizia e su cui avrebbe dovuto scrivere articoli interessanti.
Da lì il passo fu breve per entrare come ricercatore e membro di una commissione dell’American Society. Il gruppo iniziale era composto da sostenitori come Fowles, l’editore, e altri convinti spiritisti, e di scettici o agnostici come Garland e il suo amico Professore di fisica Dolbear.
Iniziò in questo modo una frequentazione del mondo paranormale di allora, che vedeva una grande diffusione di medium e operatori dell’occulto, che sulle loro presunte facoltà guadagnavano soldi e fama. Garland aveva una cultura basata sulle scienze positive e si rese subito conto che una serie di eventi eccezionali accadevano in condizioni di mancato controllo, per cui li riteneva non probatori di un intervento di spiriti e al massimo di capacità paranormali della sensitiva di turno (raramente del sensitivo, essendo molto più numerosa la schiera delle medium).
Tutti i fenomeni fisici della medianità
Le esperienze che veniva maturando riguardavano situazioni in cui il buio in cui avvenivano le manifestazioni spiritiche non consentiva un adeguato controllo, mentre oggetti si alzavano in aria e ricadevano, suoni apparivano, colpi venivano uditi, tavoli si spostavano, soprattutto lavagne pieghevoli venivano scritte senza che nessuno dei presenti potesse farlo.
Garland pensava che fosse importante impedire alla medium di agire fisicamente producendo lei stessa i fenomeni. Si era ben documentato sugli esperimenti svolti in Europa da Richet, Geley e altri, per cui cominciò a stabilire una serie di controlli tesi ad evitare qualunque intervento diretto della medium, legandola saldamente alla sedia con filo di seta e nastri sino a cucire le maniche della veste e inchiodare i lembi alla seggiola ed anche a fissare le gambe in modo che non potesse muoverle. Nonostante tutte queste precauzioni i fenomeni accadevano ugualmente, dunque o si attivava qualcun altro del gruppo.
Per evitarlo Garland pose severi controlli, o si doveva supporre qualche effetto psicocinetico comunque dovuto alla sensitiva, oppure bisognava ricorrere a spiegazioni extra fisiche. Un aspetto particolare delle sedute erano le voci tramite una tromba medianica, in sostanza un cono con una bocca stretta e l’altra allargata, che serviva per amplificare la voce degli spiriti che intervenivano.
Questo fu uno dei crucci di Garland che venne risolto da un gruppo di spiritisti. Per dimostrare il non intervento vocale della medium, s’inventarono uno strumento di vetro che inserito in bocca e raccogliendo il fiato in un tubo terminava in un contenitore pieno d’acqua con due palline che venivano agitate dal soffio della medium mentre la voce si presentava. La contemporaneità dei due eventi assicurava che non poteva essere la sensitiva l’autrice dei messaggi vocali o suoni, escludendo dunque una sua azione cosciente o incosciente o di abilità ventriloqua.
Tutte le tecniche per escludere eventuali trucchi
Con lo stesso gruppo spiritico, di cui era leader un medico e medium la moglie, Garland ottenne una collaborazione allargata, che gli permise di replicare i fenomeni in ambiente diverso e escludendo i membri del gruppo, fatto assolutamente eccezionale perché in questo modo qualsiasi trucco predisposto o qualsiasi accordo fra i membri veniva escluso.
Il bello è che le manifestazioni avvenivano ugualmente, con la stessa intensità. Ogni volta apparivano scritte su fogli che nessuno poteva toccare e talvolta siglati in modi che solo Garland conosceva, ogni volta si spostavano oggetti, andando persino ad appoggiarsi su Garland, mentre sulle lavagne talvolta tenute serrate sotto i piedi apparivano scritte, il tavolo si spostava distante dalla medium, soprattutto intervenivano voci e messaggi di persone conosciute da Garland.
Il ricercatore comunque non era convinto sino in fondo della presenza reale di disincarnati, riteneva che in qualche modo, comunque paranormale, fosse la medium a operare quei fenomeni. Nondimeno racconta che le medium non potevano avere accesso alle conoscenze degli spiriti intervenuti, che in realtà dialogavano con Garland come fossero vecchi amici come lo erano stati in vita. Nonostante tutti i controlli sulla medium, impossibilitata ad agire, gli eventi straordinari continuavano ad accadere.
Tra questi sembra fenomenale la dettatura di una melodia che Mac Dowell, amico di Garland, trasmise per voce e per scritto su lavagne chiuse e non agibili dalla medium, che Fuller, esperto di musica e altro amico di Garland, scriveva come gli veniva indicato, con vari momenti di correzioni e discussioni tecniche tra l’entità che comunicava e Fuller che riceveva il messaggio e che al pianoforte riproduceva le note con reciproche modifiche e precisazioni. Davvero fantastico.
Un mistero nel mistero

Come abbia potuto Garland incontrare personaggi di così grande valore paranormale, convincerli a sottoporsi a misure di controllo veramente pesanti (talvolta le medium ne uscivano con i segni del filo sui polsi e stressate da ore in trance) è un mistero nel mistero.
O era anche lui un sensitivo e molte cose me lo fanno pensare o era baciato dalla fortuna per avere incontrato tanta disponibilità e la possibilità di sperimentare così in profondità e con così tanto rigore, cercando sempre una prova ulteriore della presenza effettiva di un disincarnato che escludesse ogni altra possibilità di interpretazione degli eventi a cui assisteva e dominava come controllo.
Il suo approccio è sempre stato rivolto a studiare i fenomeni della seduta spiritica e non a smascherare i medium, da cui l’intransigenza con cui pretendeva i controlli, ma anche l’attenzione alla sensitiva come persona e al rispetto delle ipotesi che lui non condivideva. Leggere le testimonianze, espresse come un romanzo, è un vero piacere, e riscoprire quanta fenomenologia autentica è presente nella medianità è una vera chicca. Pensare che sia tutto un falso, impossibile. Riprogettare il futuro della ricerca psichica, un dovere.
Garland ha raccontato, senza concessioni emotive, i puri fatti a cui ha assistito nel ruolo di sperimentatore e di controllore, per 40 anni, rimanendo assolutamente convinto della fenomenologia paranormale, impossibile negarla, e tuttavia è rimasto non convinto intimamente delle spiegazioni spiritiche, lasciando aperta la porta ad altre possibili interpretazioni, che è il busillis principale, a mio avviso, della ricerca psichica di oggi, che ha molto da imparare nello studiare i medium e i fenomeni che essi presentano e che con la metodologia scientifica si può accertare.
Spiegare la vita e la morte è naturalmente ben altra cosa.
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