Le proprietà della cannabis

La riscoperta di una pianta sacra, da non abbinare solo alla marujana

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di Ubaldo Carloni. Le molteplici e sconosciute possibilità offerte dalla cannabis in vari settori

A conclusione del precedente articolo introduttivo sulla cannabis, avevamo riassunto i risultati della rassegna storico–religiosa in poche righe con questa frase: l’associazione guarigione del corpo fisico, elevazione spirituale e conoscenza superiore sono attestate da alcuni millenni nelle tradizioni sciamaniche, religiose e comunitarie dell’intero pianeta.
Documentiamo ora una panoramica delle molteplici possibilità offerte dalla cannabis in vari campi.

Note botaniche

Le proprietà della cannabis
Foto di Nicky ❤️🌿🐞🌿❤️ da Pixabay

La cannabis indica la varietà che ha un alto contenuto del principio attivo (tetraidrocannabinolo, THC, con proprietà psicoattive).
È coltivata in oriente e ora anche in occidente, ma ibridata e selezionata per ottenere concentrazioni diverse di principi; la Cannabis sativa è una pianta da fibre tessili originaria delle regioni a nord e a sud dell’Himalaya.

La sua introduzione in Europa risale probabilmente al secondo millennio a.C. In Italia è segnalata nel I secolo a.C., ma è solo nel Medioevo che trova una certa diffusione, specialmente nella Pianura Padana.

Nel ventesimo secolo, dopo aver fatto registrare un progressivo aumento della superficie coltivata fino agli anni ’30, la sua superficie è andata progressivamente diminuendo, ma oggi la coltivazione sta lentamente aumentando. A livello mondiale è coltivata soprattutto in Asia (Cina e India), Europa dell’Est e Russia.
La Canapa indiana (Cannabis indica), originaria del Kafiristan, a sud dell’Hindukush, fornisce fibra di bassa qualità. In Oriente viene coltivata per l’estrazione di alcune droghe: dalle estremità fiorite si estrae l’hascisc, mentre le foglie secche formano il bhang.

Le virtù terapetiche dei fiori

Le proprietà della cannabis
Foto di Eugenio Cuppone da Pixabay.

I fiori della pianta di canapa sono stati utilizzati da migliaia di anni per le loro virtù terapeutiche. Sono composti da terpeni, oli essenziali e cannabinoidi, centinaia di sostanze chimiche che si legano al nostro sistema endocannabinoide.

I fiori di canapa industriale sono provenienti da varietà selezionate per rispettare i limiti legali vigenti per la concentrazione di THC, che nelle piante certificate da semina è compreso entro lo 0,2%. Con queste basse concentrazioni i fiori non hanno alcun effetto psicoattivo, ma mantengono i restanti cannabinoidi del fitocomplesso completo, incluso il CBD o Cannabidiolo, metabolita della canapa con proprietà importanti proprietà.

La coltivazione della pianta a impatto zero
La varietà di Cannabis sativa era nel mondo occidentale la più diffusa, fino all’avvento del proibizionismo della cannabis. Era coltivata soprattutto per uso tessile o anche edile e per la produzione di carta; ora invece è conosciuta per le straordinarie proprietà alimentari.

La possibilità, già sperimentata nel secolo scorso, di coltivazione biologica della pianta ad impatto zero per la produzione di un grande numero di materiali, oggetti, biocarburante di uso comune e per usi terapeutici, che risulterebbe alternativa alla produzione globale attuale, ricca di ‘beni’ inquinanti e pericolosi, fu bloccata negli anni ‘30-40. La cannabis divenne ‘marijuana’, che indica l’infiorescenza femminile. Rimandiamo a testi specifici la vera storia del proibizionismo della cannabis.

Cannabis e proteine

Le proprietà della cannabis
Semi di canapa. Foto di Derrick Brown da Pixabay

I semi di canapa costituivano un ingrediente tradizionale di molte cucine orientali e di alcune zone della Russia e dell’est Europeo, che li impiegavano in una sorta di farinata tipicamente nei periodi di carestia.

Il seme di canapa infatti fornisce un altissimo nutrimento, tanto che poche fonti vegetali possono competere con il suo valore nutrizionale.

La farina ricavata dalla macinazione del seme della canapa può essere usata anche per fare una pasta in tutto simile a quella di grano tenero, ma dal colore più scuro.

Una composizione proteica, ma ricca di numerosi elementi nutritivi
La composizione proteica del seme di canapa è unica nel regno vegetale ed è tra le fonti vegetali più ricche di acidi grassi polinsaturi. Il 65% delle proteine sono globuline (edestine); il suo contenuto, eccezionalmente alto, combinato con l‘albumina, altra proteina globulare presente in tutti i semi, rende immediatamente disponibili tutti gli aminoacidi. Contengono anche Antiossidanti (Vit. E), tutte le Vitamine del gruppo B, Calcio, Fosforo, Potassio, Sodio, Magnesio, Rame, Manganese, Zinco, Ferro, fibre insolubili, un vero integratore alimentare della natura.

Gli estratti di semi di canapa, come quelli di soia, possono essere usati per produrre una sorta di tofu, panna e latte. Possono infine essere macinati e usati come farina, oppure cotti, addolciti e mescolati con altri cereali per farne una nutriente colazione, simile alle creme di avena o di grano.

Cannabis e acidi grassi

Le proprietà della cannabis
Foto di Julia Teichmann da Pixabay-

L’olio di semi canapa viene ottenuto dalla spremitura a freddo, di sapore di nocciola; ha un colore che va dal verde chiaro allo scuro. Possiede un rapporto ottimale tra gli acidi grassi essenziali della serie omega 6 e omega 3 di 3: 1.

Viene ricavato da varietà di cannabis sativa che non contengono quantità significative di sostanze psicoattive presenti nella pianta di cannabis indica. Le proporzioni di acido linoleico e acido alfa-linolenico in un cucchiaio al giorno (15 ml) di olio di semi di canapa fornisce facilmente il fabbisogno giornaliero di acidi grassi essenziali (EFA).

L’associazione della assunzione di olio di semi di canapa con l’impiego in cucina di olio extravergine di oliva, EVO, per condire (l’olio di oliva contiene omega 6) fa raggiungere il rapporto ottimale. L’olio di semi e la farina di semi di canapa sono considerati dai nutrizionisti vaccino nutrizionale”, alimento che, introdotto nella dieta giornaliera, rinforza e regola la risposta del sistema immunitario, del sistema ormonale e del sistema nervoso nei confronti delle aggressioni dell’ambiente.

Olio di semi di canapa in cucina

Foto da Pexels.

L’olio di semi di canapa – in cui troviamo anche discrete quantità di vitamina A ed E (antiossidanti naturali), PP, e C. – ha un odore e un sapore gradevole e può essere utilizzato per condire insalata, pasta e cereali, pesce, ed essere introdotto nell’uso quotidiano al posto degli altri oli di semi.

Per l’olio di semi di canapa, come per tutti gli oli vegetali, è importante la qualità dei semi, la spremitura a freddo, la conservazione in ambiente fresco e buio per evitarne l’ossidazione e l’irrancidimento, inconvenienti che vengono evitati anche con l’uso di contenitori di vetro scuro mantenendo la bottiglia in luogo fresco o nel frigo dopo l’apertura.

L’olio di semi di canapa è principalmente un valido antinfiammatorio. Ne è stata inoltre dimostrata l’efficacia per l’aiuto e la cura in diverse patologie.

Le patologie in cui si usa la cannabis
Colesterolo L’uso quotidiano di olio di semi di canapa (circa da 1 a 3 cucchiaini al giorno) fa diminuire gli eccessivi livelli nel sangue di colesterolo LDL (quello “cattivo”) e di colesterolo totale, riducendo così anche il rischio di trombosi e abbassa, inoltre, i livelli di trigliceridi nel sangue.

Malattie cardiovascolari L’assunzione dell’olio di semi di canapa, in sostituzione di altri oli, aiuta a prevenire e a ridurre l’arteriosclerosi ed altre malattie cardiovascolari perché mantiene più elastiche le pareti dei vasi sanguigni ed evita l’accumulo di grasso nelle arterie.

Nataliya Vaitkevich
Foto di Nataliya Vaitkevich da Pixabay

Malattie ossee e infiammazioni Viene usato anche per la prevenzione e per la cura dell’artrosi e dell’artrite reumatoide e di altre malattie infiammatorie come l’infezione cronica della vescica, la colite ulcerativa, il trattamento del colon irritabile e della malattia di Crohn.

Sindromi ginecologiche e neurologiche Utilissimo per la sindrome premestruale e nella menopausa; combatte l’osteoporosi e viene impiegato per curare problemi di apprendimento, deficit della memoria, difficoltà di concentrazione e mancanza di attenzione, depressione cronica e depressione post-parto.

Benefici sono stati dimostrati anche in problemi legati alla sfera neuropsichica (problemi di apprendimento, problemi della memoria, difficoltà di concentrazione, depressione, ansia, disturbo bipolare confermato, riduzione dell’aggressività); malattie respiratorie (asma, affezioni respiratorie in generale); malattie della pelle (Psoriasi, vitiligine, eczemi, micosi, irritazioni da allergie, dermatiti secche, acne e tutte le infiammazioni o irritazioni localizzate).

Vedremo nella prosima puntata

(2° puntata, continua)

Già ricercatore in biochimica nutrizionale e farmacologia; nutrizionista, diploma e membro AMIK ( Associazione Medica Italiana Kousmine). Autore di varie pubblicazioni scientifiche e divulgative. Specializzazione in Kinesiologia Applicata-Olistica. Master in Zen Shiatsu, esperto in MTC. Ha studiato alla Facoltà Teologica; ricercatore indipendente in discipline Spirituali, Teologiche e Scienza. Tiene corsi e conferenze di Bioenergetica, rapporti tra Chimica, Nutrizione, Ecologia e Salute; Evoluzione Spirituale, Globalizzazione. Mailto: ubacarloni@gmail.com - tel. 348.3150214.