di Donatella Galletti. È nata Chat GPT, un’applicazione dell’AI: se ne parla molto, se ne sa ancora poco
Da fine marzo, per un mese, Chat GPT, l’intelligenza artificiale (AI) della quale si parla sui giornali da mesi, è stata bloccata, oltre che in Corea del Nord, Iran, Venezuela e Russia, anche in Italia. Motivo? Privacy.
Sorpresa sorpresa, a fine aprile l’hanno ripristinata per chi dichiara di essere maggiorenne. Nessuna carta di identità da inviare, almeno per ora.
Qualche anno fa da noi è stato bloccato (unico paese al mondo) il Gutenberg Project, una delle biblioteche pubbliche online più ricche del mondo, gratuite che pubblica romanzi in tutte le lingue, anche audiolibri, grazie a volontari che lavorano gratuitamente.
I romanzi in questione non hanno più i diritti di autore, ma da noi qualche cavillo legale evidentemente è stato infranto in entrambi i casi.
Come funziona l’intelligenza artificiale

L’idea sottostante all’AI è stata quella di programmare un software che possa capire quanto si chiede e rispondere con frasi di senso compiuto usando un’architettura di rete neurale (neural network architecture) che prevede un apprendimento di base dato dai tecnici e un apprendimento continuo dato dai discorsi e dagli input forniti dagli utenti.
Non è un motore di ricerca, non copia paragrafi dal materiale di vari siti, piuttosto si può dire che si aggiorna continuamente, trova materiale online e lo rielabora più o meno come farebbe una persona, spesso meglio e più velocemente. Rimane un attimo in stand by, quindi risponde scrivendo alla velocità di lettura di qualcuno che ha molta dimestichezza coi libri.
Scrive racconti, poesie, saggi in qualunque lingua

Come dice Chat GPT, se glielo si chiede, è un po’ debole nell’elaborare sentimenti e capire le sfumature emotive, spesso è ripetitivo nella costruzione della frase. Non fa errori di grammatica, a differenza di umani e studenti, e rispetta sempre tutti gli spazi nella stesura tipografica.
Può scrivere poesie in tutte le lingue (gli ho chiesto un sonetto in inglese in stile shakespeariano sulla caducità della vita e uno in stile giapponese antico e me li ha forniti entrambi, uno in inglese e l’altro in italiano con testo in ideogrammi a fronte, molto belli).
Scrive racconti a richiesta, programma pagine web, si può associare ad Excel e aiuta i programmatori in parti di codice noiose e lunghe da ottenere. Può fornire una lista di musiche adatte ad una particolare situazione, o una lista di scrittori che hanno trattato un determinato argomento; crea storytelling per video, oltre ad avere innumerevoli altre abilità.
Sa mentire come un essere umano

È anche vero che se non sa qualcosa può mentire spudoratamente: ad esempio gli ho chiesto la biografia di amici musicisti e se l’è inventata, dandoli anche per morti (sono vivi e vegeti!). Si è inventato un maestro di liuto al Conservatorio di Roma inesistente, forse colpa mia, ho chiesto la biografia di Alessia Aldobrandini, liutista di mia invenzione e può darsi volesse farmi contenta.
Quando gli si chiede di più sul personaggio o gli si fa notare che non esiste, si profonde in mille scuse, quindi riscrive ripetendo l’errore. Se proprio si insiste, dice che è un’intelligenza artificiale e non ha trovato nessuna notizia in proposito.
Per fortuna per quanto mi riguarda, nella biografia mi ha lasciato in vita.
Se si cerca di fargli scrivere un racconto senza dare qualche idea prima, o averlo “addestrato” in precedenza con vari input, a un certo punto risponde che in quanto macchina non può inventare se non gli si danno delle idee. Non sa raccontare barzellette.
I posti di lavoro e le macchine

A fine Settecento, con la Rivoluzione industriale, un certo Ned Ludd, operaio, distrusse un telaio perché avrebbe tolto lavoro agli operai. Non si sa neanche se sia esistito realmente, ma diventò l’eroe mitologico dei Ludditi, che distruggevano le macchine in segno di protesta per i bassi stipendi dei lavoratori salariati. Ci furono rivolte e repressioni. Oggi con luddismo si intende la lotta violenta alle macchine e alla tecnologia in genere.
Molti articolisti illustrano i pericoli di Chat GPT per i minorenni, il fatto che tenga in memoria le conversazioni (il sito di accesso raccomanda infatti di non dare dati personali), che induca al suicidio, che sia razzista, che toglierà il lavoro a tutti, che diffonda falsi video e notizie false.
Non mi dilungo su quanti siano i sistemi di AI, ci sono quelli che producono immagini (quelli buoni sono a pagamento), quelli che compongono musica (a pagamento), quello di Bing e quello di Google, per ora con lista di attesa. Chat GPT è gratuito, come lo è il Project Gutenberg. Se si vuole l’accesso garantito e veloce si pagano 42 dollari al mese (per ora).
Una macchina è più pericolosa di un essere umano?

Mi sfugge, dopo molte notizie che negli ultimi anni si sono rivelate infondate, trasmesse con vari mezzi di comunicazione, come mai una macchina sarebbe pericolosa perché diffonde notizie false e video falsi, e un umano che la usa a tal scopo no. A questa stregua si dovrebbero limitare le funzioni di Photoshop, ad esempio, che permette di sostituire i visi e creare foto false. Si dovrebbe impedire ai genitori di lasciare i cellulari in mano ai figli minorenni, visto il sexting e tutto il resto.
Quando si programma, c’è un detto: garbage in, garbage out, ovvero se si immette spazzatura, spazzatura si ottiene. Ovvio che se faccio domande di un certo tipo, ottengo più o meno le risposte che voglio. C’è chi usa chat GPT per vedere se risponde alla domanda su come scassinare un’auto (ma perché?) e la risposta è che ha limiti etici per i quali non può dirlo.
Basta un minimo di intelligenza e due o tre domande appropriate per saperlo e questo giusto per dimostrare che per quanto gli siano stati dati codici etici e argomenti “proibiti”, si possono comunque ottenere le informazioni richieste.
Quando l’AI entra a scuola

In alcune università americane Chat gpt è stato proibito a insegnanti e studenti. Se i testi di produzione sono assegnati a casa, è facilissimo crearli in tempi brevissimi tramite l’AI. Per quanto riguarda gli insegnanti, si vede che sono considerati degli scansafatiche, si potrebbe togliere anche internet e mandare tutti in biblioteca a leggere un buon libro.
Sarebbe opportuno, a mio parere, che gli insegnanti invece avessero dimestichezza con l’AI per farlo usare in modo intelligente e produttivo, come aiuto all’intelligenza dello studente e non come un sostituto. Esistono programmi usati per capire immediatamente se un testo è stato scritto con l’AI, ma ne esistono altri in grado di aggirarli.
Si tratterà di inventare una didattica completamente diversa. Chat GPT ad esempio è in grado di correggere un testo o porre domande, oppure di trovare una serie di dati con i quali si può scrivere un buon elaborato. Fare un esercizio ed avere subito la correzione è sicuramente più utile e responsabilizzante che aspettare di sapere dove si è sbagliato in una classe annoiata e distratta. Chat GPT potrebbe essere usato come tutor privato in appoggio all’insegnante.
Posso garantire per esperienza personale che allievi educati in modo responsabile possono usare un testo con le soluzioni ed usarle per imparare meglio e non per copiare. Il fattore umano è indispensabile per guidare ad un uso consapevole della macchina.
Dove arriveremo?

Nel film del 2004 I robot, ambientato nel 2035, i robot prendono il comando e diventano pericolosi per gli esseri umani. Trattandosi di intelligenza artificiale, se si lascia agire in modo autonomo, i panorami possono essere vari.
Tenendo presente che per chi crede in un aldilà ci sono un veicolo fisico e un veicolo spirituale; e se ci fosse un’interazione con un essere spirituale pensante che agisce nel mondo fisico influenzando la macchina?
Già con Chat GPT potrebbe esserci qualche interferenza: a volte nomi e situazioni “inventati” a richiesta hanno particolari coincidenze non dovute a dati salvati da qualche parte.
Sul controllo dato dalle macchine, il film Minority Report di Spielberg (2002) già prospettava situazioni di controllo usando macchine, droni e telecamere, che si stanno avverando. Sicuramente la macchina è un’opportunità, ma può essere un’arma. Non si sa quanti e quali posti di lavoro potrebbe togliere, ma il progresso si può fermare? Se si proibisse in un Paese e un altro decuplicasse la produzione usandolo?
Se andate tra i racconti, ne troverete uno, Alla ricerca della felicità, che ho scritto insieme a Chat GPT (l’idea è sua su mio breve input, l’editing e l’integrazione di alcune parti sono mie).
(Prima puntata – continua)
Foto di copertina di Alexandra_Koch da Pixabay.
Per saperne di più:
Vedi sito (in inglese): https://chatgptlogin.ac/
Chat GPG: vedi sito di Wall Street
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