di Riccardo Annibali. Lasciare vecchie abitudini e convinzioni per far spazio allo Spirito.

Come abbiamo già analizzato nella puntata precedente, come Ego/Personalità lasciamo a lui il timone della nostra esistenza, vogliamo sapere tutto in anticipo, vogliamo garantirci attraverso la conoscenza razionale una sicurezza per il futuro, vogliamo sapere in anticipo dove arriveremo nella nostra vita e vogliamo avere tutte le informazioni su come arriveremo a quella meta prima ancora di incominciare a muoverci.
Questo modo di procedere è simile a quello di un navigatore satellitare o di un computer, ma è lontano dalle vie della Mente/Spirito.Mlano.
Come realizzare il passo successivo
Lo Spirito conosce il movimento e, insieme all’Anima, guida lo schiudersi della rivelazione della nostra vita. Se, come Ego/Personalità siamo pronti ad aprirci al passo successivo senza opporre resistenza e siamo pronti ad abbracciare ed accogliere lo Spirito così come si presenta, allora il prossimo passo sul nostro sentiero si schiuderà a noi senza sforzo.
Questo processo è legato in modo diretto alla capacità da parte dell’Ego/Personalità di prendere le proprie responsabilità per il posto in cui si trova, perché è solo con l’assunzione delle responsabilità che si aprono le possibilità. Siamo allora pronti a ricevere la vita che abbiamo con onestà e semplicità. Quando ci sono onestà e semplicità le porte si aprono e siamo pronti a passare al prossimo compito. Senza questa onestà, questa semplicità, la vita diventa difficile.

Come Ego/Personalità è importante distaccarsi dai modi abitudinari con cui rispondiamo agli eventi della vita (sia positivi che negativi), dalle modalità con cui sosteniamo le nostre rigidità, ciò che vogliamo a tutti i costi e i modi in cui lo vogliamo. Solo a queste condizioni lo Spirito potrà attraversarci e portarci verso il nostro Destino, verso quei movimenti necessari per la nostra espansione.
L’apertura di questi nuovi spazi porta movimenti infiniti nello schiudersi nel tempo e nello spazio. È necessario svuotare il cuore delle sue speranze e dei suoi desideri, come pure del suo dolore: allora potremo assistere allo schiudersi della Creazione da dentro di noi. Non siamo noi come Ego/Personalità a creare i nostri progetti e i nostri obbiettivi, ma ci poniamo semplicemente in ascolto del modo in cui lo Spirito si apre.
Per ottenere questo, l’Ego non è passivo, ma si mantiene in un stato di consapevolezza attiva, senza l’attesa dell’arrivo di qualcuno o qualcosa che porti un’apertura. Nella nostra natura, come Spirito, siamo noi stessi l’apertura, dentro di noi siamo già in movimento con lo Spirito. Ed è proprio in questo luogo di ascolto, nella condizione di arrendersi con abbandono, che si possono sperimentare momenti di chiarezza, di intuizione e di conoscenza che ci permettono di comprendere la presenza che è in noi, in quello che è più grande di noi, la Fonte della Vita stessa, Dio.
Siamo già tutto quello che potremo essere nell’Eternità
Quando lasciamo che questi luoghi interiori semplicemente siano, senza la necessità di dover schedare e organizzare, di purificare o renderci migliori agli occhi di Dio per portarci a uno stato evolutivo più elevato, comprendiamo che ORA siamo già tutto quello che potremo mai essere nell’Eternità. Permettiamoci di rimuovere i blocchi lungo la strada (idee, richieste, cerimonie, rituali, abitudini) lasciando semplicemente che lo Spirito si muova in noi e avremo la possibilità di trovare in questo vuoto la pienezza della Vita stessa e dell’Amore che genera la Vita attraverso di noi e, attraverso tutti gli esseri umani, ritorna a noi.
Non si tratta di qualcosa che facciamo come Ego/Personalità, ma qualcosa che accade costantemente e avviene attraverso tutte le espressioni della Creazione. Allora ci renderemo conto di essere in Comunicazione e in Comunione con l’Uno.
Il senso dell’altro, dello sconosciuto, dell’ombra tendono a scomparire. Colui che è più Grande, si riflette attraverso tutto. Questo movimento ha un ordine: le espressioni dell’Amore attraverso il Centro della Creazione che si manifesta come espressione di noi stessi come esseri umani.
Nel mondo del movimento dello Spirito ci sono due modi attraverso cui poter agire: possiamo permetterci di aprirci nella nostra Natura sapendo che tutto è lì con noi, oppure possiamo aprirci ed espanderci come Consapevolezza, attraversando la Creazione. In ultima analisi, però, la destinazione è identica.
Rimanere in silenzio nel qui e ora
Se permettiamo alla Mente/Spirito di manifestarsi dentro di noi, facendo pratica di essere presenti, rimanendo vuoti nella semplicità; senza portare troppi pesi nelle “valigie del cuore” o troppi veli coprenti nell’area della nostra visione profonda; o la necessità di creare delle “identità” secondo le nostre ferite; oppure la necessità di seguire una via dettata dalla nostra sofferenza.
Se quindi ci permetteremo di vivere attimi in cui creiamo un vuoto interiore, mantenendo temporaneamente tutto questo al di fuori senza proiettare bisogni, paure e insicurezze, permettendoci di avvicinarci alla Fonte del nostro Essere che non ha mai toccato la Terra: allora da quella prospettiva, da quell’Amore il passo successivo nella nostra vita si schiuderà in modo naturale e spontaneo.

Seguirlo ci permetterà di sentire che quello è il passo giusto per noi e che siamo nel nostro posto giusto, accompagnati dalla sicurezza di sé e dalla fiducia. Non è necessario comprendere totalmente in anticipo cosa avverrà durante il viaggio: questa esigenza è legata solo alla paura dell’Ego/Personalità. La vita si schiude quando noi lasciamo andare la rigidità che ci sostiene. Ci abbandoniamo alla Creazione, dandole il permesso di guidarci, abbandonandoci con fiducia a questo Amore, a questa Saggezza, a questa Intelligenza per trovare le informazioni che guidano alla tappa successiva di un movimento armonioso che ci porta a incontrare le persone giuste e a svolgere la missione che ci è stata assegnata senza alcuno sforzo.
Se non acconsentiamo a tutto questo, l’unica altra scelta è quello di ritornare al livello dell’Ego/Personalità, con l’erronea convinzione di essere persi, di non sapere dove andare, facendo molti sforzi per coprire la nostra insicurezza, ricercando un’autorità al di fuori di noi, girando da maestro in maestro, chiedendo a tutti consiglio riguardo a ciò che dovremmo fare nella nostra vita…
Rinunciamo così alla possibilità della vera espressione interiore, rivolgendoci a chi non può comprendere tale movimento. Gli altri ci guideranno, ma non attraverso le vie della nostra esperienza: ci guideranno secondo le vie della loro propria esperienza, delle loro aspettative e dei loro bisogni. Questo forse ci condurrà a quella che è la meta destinata per loro, ma non alla nostra. Solo entrando nella Mente/Spirito, in autorità con essa, prenderemo il posto per cui siamo nati ed entreremo nel nostro fiume. Questo significa non essere il centro della propria stessa vita, ma essere presenti con abbandono.
Bert Hellinger: lo spirito nelle costellazioni

Ricordo quando, qualche tempo fa, partecipai a un corso tenuto da Bert Hellinger. Stava esaminando il caso di una signora di mezza età, che riferiva di aver incominciato a vomitare regolarmente circa tre anni prima. La mia mente scientifica da medico mi aveva portato immediatamente a ricercare ed analizzare le possibili cause di questo disturbo. Bert prese una rappresentante per la signora e la mise in scena. Dopo alcuni minuti prese un’altra donna e mise pure lei in scena.
Non scenderò nei particolari di questa costellazione, né del modo in cui le due rappresentanti interagirono. Mi limiterò a dire che quello che si vide non era in alcun modo spiegabile razionalmente da nessuno dei presenti. Bert chiese alla donna se lei avesse capito cosa era successo. Lei rispose di sì con decisione e Bert la congedò senza altre domande, con l’augurio di…buon appetito! Successivamente, però, ci diede una spiegazione illuminante.
Ci chiese, innanzitutto, di pensare alla psicoterapia (che pure ha conquistato grandi meriti), cominciando dalla psicoanalisi. Un cliente si presenta dal terapeuta, che comincia ricostruendo la storia anamnestica del paziente, chiedendogli cosa è successo, quali sono le emozioni, quali i problemi. La psicoterapia tradizionale accompagna i pazienti nella loro storia a ritroso fino al collegare i loro problemi attuali con la relazione con i genitori. Questo processo terapeutico dura generalmente un tempo lungo, spesso di anni. I tempi lunghi sono dovuti al fatto che il processo passa attraverso il filtro della barriera mentale. Il lavoro spesso si interrompe con la scoperta della responsabilità dei genitori…
Ma, chiedeva Bert, alla fine dell’anamnesi il terapeuta sa? E il paziente sa? Sono entrambi più vicini al problema e alla soluzione? Oppure si sono allontanati entrambi dal problema e dalla soluzione? Non possiamo, tuttavia, rimproverare loro nulla, perché non hanno altre possibilità…
Nel campo delle Costellazioni è la Forza che ci guida

«Nel campo delle Costellazioni, non occorre fare domande», disse. «Nel caso in questione non sapevo nulla della cliente, tranne il fatto che vomita e non sapevo a cosa questo fosse collegato».
Aggiunse di avere riflettuto sulle varie possibilità legate al problema posto, ma, al tempo stesso, aveva anche sentito una voce che gli diceva: “Attenzione, non entrare in questa dinamica! Fidati di ciò che si manifesta da sé”. Qualcosa si era in effetti mostrato, ed era inaspettato anche per la cliente, che non aveva immediatamente collegato la sua situazione a ciò che si era visto.
Quindi un’altra Forza ha preso la guida, risparmiando le forze del terapeuta e risparmiando anche alla paziente ogni fatica. «Mi avete forse visto nelle vesti di un buon terapeuta?», chiese Bert. «Io non ho fatto nulla», disse «ho solo messo in scena due persone. Noi ci fidiamo del movimento ciecamente (si fa per dire…). Io ero collegato interiormente a un movimento che mi ha avvisato dei miei pensieri. Rinunciare ai propri pensieri è una cosa difficile: non ho potuto dimostrare a nessuno che aveva ragione!». Se ci avesse provato, sosteneva, avrebbe rischiato una brutta figura… Muoversi con i Movimenti dello Spirito, tuttavia, unisce sempre qualcosa. «Le due rappresentanti si sono ritrovate con amore e noi tutti siamo entrati con amore in questa situazione, quindi è stato un dono anche per noi tutti», concluse.
Il cambio della Nuova Era
La differenza più importante tra il modo di vivere della Vecchia Era rispetto alla Nuova Era è che ora ci viene chiesto di rilasciare il controllo sulla nostra vita e di permettere alla Mente/Spirito di condurre. Questo non significa starsene fermi e non fare nulla: al contrario, l’Uomo Nuovo è un Creatore Consapevole attraverso il processo della Manifestazione, che lavora attraverso la focalizzazione dell’intenzione, con disciplina. Egli sa però che, perché il processo abbia successo, deve rilasciare l’aspettativa e l’attaccamento per permettere alla Mente/Spirito di operare la trasmissione del Disegno preparato per ciascuno dai Regni Superiori della Dimensione Unitaria.
Il tentativo di controllare i risultati può portare solo a frustrazione e fallimento e rallenta l’azione “miracolosa” dello Spirito: perché quello che l’Ego chiama “miracolo” si manifesta attraverso l’azione giocosa dei Regni Superiori.
L’elemento fondamentale è quindi il rilascio del controllo, per permettere alla fiducia (o Fede, se vogliamo) di essere l’elemento trascinante, la corrente di trasporto della vita. Solo in questo modo, alla richiesta legata a una necessità troveremo, inevitabilmente, la risposta più adeguata.
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