Viaggio nella Turchia misteriosa

Visitiamo insieme le città sotterranee della Cappadocia

di Tiziana Etna. Alla ricerca di una spiegazione ai misteri che si celano nelle opere di ingegneria rupestre.

Armonizzandosi con le leggi universali contenute nei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi, l’uomo è co-creatore con l’universo del proprio destino. Un prezioso strumento per vivere con consapevolezza il quotidiano, sperimentando il karma e al contempo cogliere informazioni preziose dai Registri Akashici e percepire il dharma.

L’ipotesi che mi ha sempre convinta maggiormente in merito alla loro origine storica è quella che li colloca nell’antica Persia, in qualità di cartoncini didattici per istruire i giovani alla vita. Dopo aver letto l’articolo del professor Malanga “Facciamo l’uomo a nostra immagine”, ho iniziato a domandarmi se i Tarocchi non contenessero formule e/o informazioni tipo il disco d’oro che abbiamo mandato nello spazio con la Voyager. (FOTO 1)

Domande presuntuose per poter rispondere con le mie limitate conoscenze, tuttavia, motivata, ho cercato risposte convincenti per me e confronti con esperti, per cui mi sono ritrovata ad accogliere teorie alternative: dalla paleo-astronautica che parla di manipolazione genetica e di un utero alieno che avrebbe dato origine all’uomo intelligente, a civiltà autoctone evolute che ancora prosperano sotto la terra e/o ad antenati superiori e/o giganti che un tempo vivevano tra gli uomini, gli dèi di miti diffusi in tutto il mondo, i quali  avrebbero, se non creato, almeno protetto ed istruito il genere umano.

Viaggio nella Turchia misteriosa
La città sotterrana di Derinkuyu (immagine da Pinterest)

Ma è dopo aver letto il libro di Siusy Blady La dea che creò l’uomo (Uno-Editore) che ho visto La Papessa e tutto il racconto dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi svelare la stessa ipotesi, che ho deciso di assecondare l’esito di precedenti regressioni, déjà vu ed intuizioni e di mettermi alla prova come donna indipendente per attraversare la Turchia.

Ero determinata a recarmi nella Cappadocia misteriosa, scendere nelle viscere della più famosa città sotterranea, Derinkuyu, per poi raggiungere Gobleki Tebe e  Sanliurfa a circa 50 km dalla Siria, quindi visitare il museo archeologico ricco di reperti che avvalorano tale ipotesi della genesi ed arricchiscono di contenuti pertinenti la mia ricerca.

Che negli Arcani Maggiori ci siano celati i segreti della creazione o che raccontino la stessa cronaca narrata dai miti sumeri, sono idee che prendono forma ma necessitano di ulteriori riscontri e confronti per essere argomentate con vigore, tuttavia, sono state il motore della mia esperienza in questi luoghi che rimettono ogni cosa in discussione.

La Turchia della “mezza luna fertile”

Viaggio nella Turchia misteriosa
Turchia. Il sito archeologico di Gobekli Tepe

Tempo fa scrissi di Gobleki Tepe: questo sito risalente al 10000 a.c. non dovrebbe esistere, ma la cosa straordinaria è che negli ultimi anni proprio ad una trentina di chilometri da Gobleki Tepe è stato trovato un altro sito simile, Karhan Tepe, purtroppo non ancora aperto al pubblico e anche un po’ inquietante, con bassorilievi di figure umanoidi in tunica, ma che aprono nuovi scenari possibili sul nostro passato.

Siti megalitici finemente decorati sono stati scoperti di recente, da circa cinquanta-settanta anni, ipotizzati in un primo momento da alcuni sostenitori degli antichi alieni come laboratori di genetica o basi, vengono oggi teorizzati come luoghi di culto sorti per celebrare la fine di un periodo duro di oltre 1000 anni, iniziato con grandi calamità che hanno sconvolto la terra fino alla glaciazione e conseguenti alluvioni. Siti che trovano questa spiegazione anche e soprattutto considerando le incredibili città sotterranee ritrovate  nella stessa porzione geografica.

Derinkuyu e le città sotterranee della Cappadocia

Viaggio nella Turchia misteriosa
La città sotterranea di Derinkuyu.

Derikuyu si  trova nel cuore della Turchia. Vedendo il territorio circostante e la cittadina di superficie, ben si comprende che l’insediamento umano è recente.

La città di superficie risale agli anni ’30 del secolo scorso, tuttavia al di sotto e per addirittura tredici livelli, una sorta di formichiere a misura d’uomo in grado di ospitare fino a 20000 anime, racconta qualcosa che si perde nella notte dei tempi e la storia non ha più un orizzonte chiaro.

Derinkuyu è solo una delle trentasei città complesse. E considerando anche quelle a due livelli di profondità il numero sale a duecento,  delle quali almeno sei erano collegate tra loro, lasciando presumere una vasta ed antica rete sotterranea di città organizzate. Ad esempio è stato individuato un tunnel di otto chilometri che collegava Derinkuyu a Kaymakli.

Non essendo possibile datare queste città, si è andati progressivamente a ritroso in base alle scoperte che venivano fatte. D’altronde, essendo un rifugio perfetto, molte civiltà le hanno utilizzate lasciandone traccia. La storia ufficiale tende a supporle di epoca romana, ma sembra chiaro ai ricercatori il paesaggio dei Frigi e prima di loro degli Ittiti, spostando notevolmente tale datazione e generando opinioni contrastanti.
Tra l’altro gli esperti affermano che solo i primi livelli siano stati scavati con utensili di pietra, perché piano piano che si scende ai livelli sottostanti appaiono lavorati con strumenti di ferro.

Grandi opere d’ingegneria rupestre

Viaggio nella Turchia misteriosa
Altri scorci di Derinkuyu
Viaggio nella Turchia misteriosa
La città sotterranea di Derinkuyu.

Città sotterranee, anche di tredici livelli come Derinkuyu, scavate

con accette di pietra o di ferro dotati di fori di ventilazione e pozzi verticali, magazzini, stalle con mangiatoie ed abbeveratoi per gli animali ed ambienti comuni per cucinare, vivere e praticare la spiritualità. Opere d’ingegneria rupestre che potrebbero aver ospitato il genere umano superstite (o prescelto) dal grande gelo per tantissimo tempo. Opere che l’uomo delle caverne studiato a scuola non sarebbe stato in grado di compiere, almeno che non avesse avuto un concreto aiuto “divino” o non avesse posseduto un alto grado di conoscenza.

Grandi ruote di pietra levigate bloccavano l’ingresso alle città ed ai livelli dall’interno, ruote con un foro centrale per lo scorrimento, grandi fino ad un metro e mezzo di diametro e pesanti mezza tonnellata, fatti dello stesso materiale dei camini delle fate.

Cappadocia: i camini delle fate

Cappadicia, uno dei camini delle fate.

Per capire meglio occorre fare un passo indietro e volgere lo sguardo più in generale alla Cappadocia, molto gettonata per l’opportunità di vedere il paesaggio incantato dall’alto delle mongolfiere, ma non è per volare che mi sono diretta nella provincia di Nevşehir; anzi tutt’altro, l’ho fatto per soffermarmi sul paesaggio delle vallate che si vede dal romantico pallone e per scendere sotto terra.

Per otto milioni di anni su questa terra si sono depositate le ceneri di due vulcani creando strati di rocce di diverso colore, mentre le erosioni successive hanno modellato a prisma il tufo. Oggi le vediamo come piramidi levigate spesso sormontate da un masso conico più compatto che le proteggono e che secondo la leggenda vennero appoggiati da divinità del cielo. “Piramidi di terra” che l’uomo ha successivamente scavato ed abitato.
Tutto in questa terra surreale racconta qualcosa di mitologico ed ancestrale. A questo si aggiunge il fatto che più si entra nel territorio della mezza luna fertile e più la faccenda si fa interessante .

La spiegazione in un antico testo di Zoroastro
Il profeta persiano Zoroastro racconta che il dio Ahura Mazda ordinò al fondatore di una prima civiltà chiamato Yima di costruire un rifugio sotterraneo e di portarvi i migliori esseri umani, due animali di ogni tipo, semi e scorte per proteggersi da un grande inverno in arrivo. I ricercatori si domandano se le città sotterranee della Cappadocia non siano state costruite prima dell’era glaciale e se lo zoroastrismo non racconti una storia realmente accaduta.

Antichi Dervisci incisi nella roccia.

Ancora oggi in Cappadocia si può prendere parte alla cerimonia dei dervisci rotanti, oggi più un’esperienza turistica, ma comunque una  traccia dell’antica religione chiamata  Zoroastrismo. Il derviscio è  “colui che cerca il passaggio dal mondo materiale al mondo spirituale” attraverso una pratica meditativa, che consiste nel ruotare il corpo ripetitivamente a simboleggiare il movimento dei pianeti intorno al sole.

I teorici della paleo-astronautica suggeriscono che Ahura Mazda e/o altri esseri, riportati analoghi nei miti di altre fonti, abbiano aiutato gli esseri umani a costruire queste città e che al termine di un lungo periodo di freddo gli umani abbiano realizzato luoghi come Gobleki Tepe per commemorare il ritorno del Sole e della Terra rigogliosa.

Altri ipotizzano un tempo lontano in cui l’uomo condivideva il pianeta con una civiltà più evoluta ed offrono ai luoghi di superficie come Gobleki Tepe o Karhan Tepe altre spiegazioni. Sicuramente queste città sotterranee sono nate per difendersi o proteggersi da qualcosa, ma cosa ci sfugge.
Cosi, l’unica certezza conquistata nel mio viaggio è che è tutto sbagliato, ma riunendo i puntini forse lo possiamo correggere.

Foto di copertina di  Alfred Lichtenauer da Pixabay
Le foto senza citazione sono di Tiziana Etna

Per saperne di più:
Articolo di Tiziana Etna “In un antico sito i segreti dell’umanità”
Andrew Collins, Gobekli Tepe. Genesis of the Gods” – Bear & Company

Loading

Livornese, ha studiato all'Università di Pisa. Giornalista pubblicista presso "Polo Artistico Vinile", redattrice www.fiofamagazine.com presso "Diamo Voce Alla Musica"