A cura del Cerchio Demofilo Fidani. Il messaggio canalizzato di un Fratello (così si firma).
Molti dicono di aiutare, di condurre una vita coerente, ma non sanno bene cosa vuol dire sentirsi uniti con l’anima. Basta fare delle cose, a volte, e questo è lodevole, ma la mia precisazione si appunta su una piccola e non secondaria sfumatura, che cercherò, come posso, di definire.
Vedete, fratelli, quando noi viviamo una vita d’amore, non siamo più noi ad agire, ma una Luce, un’Energia entra in noi. E questa Energia, che plasma la nostra esistenza, ha la forza di dare forma a momenti meravigliosi, quasi senza che noi ce ne rendiamo conto, come se noi fossimo testimoni della nostra vita, la quale è soltanto creta, e delle mani invisibili la plasmano, come se avessero il potere (e l’hanno di fatto) su questa creta, che è la nostra esistenza, perché noi abbiamo offerto la nostra vita a Dio.

E questo fa la differenza fra un uomo che aiuta i fratelli e un uomo che si lascia usare come strumento per dare amore, come se lui fosse soltanto una specie di creta che ha il potere di formare un essere e nello stesso tempo è formato da un Essere più ampio, che lo include e ha attraverso di lui il potere di forgiare la sua vita.
Non è così facile esprimere questo concetto, ma io cerco con l’esempio del vasaio di dire che, se tu offri la tua vita alle mani di Dio, la tua vita sarà plasmata con una perfezione assoluta. E questo può essere la tua esistenza. Qualora invece tu voglia tenere per te la tua piccola creta e plasmarla con le tue piccole mani, potrai fare piccoli vasi imperfetti, che potrai anche donare agli altri, ma non sarà come essere tu stesso un nuovo recipiente. Ecco allora due modi ci sono, attraverso cui si può esprimere l’amore: uno trattenendolo per donarlo e l’altro lasciandolo fluire. Entrambi sono doni, ma il primo è fatto di piccoli oggetti, l’altro è infinito.
Vorrei offrire questa riflessione, perché, quando si parla di aiutare gli altri, si possono scegliere due modalità: una sta nella mia capacità, chiamiamola umana, di offrire comprensione e aiuto, e questa è una cosa meravigliosa, perché l’essere umano supera il proprio egoismo e si apre verso i fratelli; questo è un punto molto importante, perché sai di non essere solo, ma vuoi fare qualcosa per il mondo e per gli altri, perciò è di grande rilievo. E questo è un punto.
Il secondo punto è quando fai della tua vita un servizio reale con un anelito di conoscenza profonda di chi sei: non è più un’assistenza agli altri, ma è un’offerta della tua anima a Dio, e questo diventa amore e non puoi che donare agli altri. Questo amore non è più una tua decisione, ma è una conseguenza, un effetto del tuo esserti aperto alla Luce. Non sono gli altri il tuo obiettivo, ma è la Verità il tuo obiettivo e, quando la Luce entra nella tua anima, senti il bisogno di amare.
Così io vi offro queste piccole considerazioni, perché sono sicuro che sentirete Dio nella vostra anima e, quando sentirete questa presenza in modo così forte, sarete capaci veramente di amare gli altri. Le due cose si assomigliano e si incontrano e non hanno contraddizione assoluta, anzi, si integrano perfettamente, però sappiate che la gioia di chi sente Dio nel cuore ha il potere di esprimersi sotto forma di amore ed è molto diverso dalla bontà umana e dalla comprensione umana: essa va diritta al cuore e l’essere che la incontra ne è completamente pervaso e non si sente più così solo e triste, ma sente come una gioia che è entrata in lui.
Sì, questo è l’amore di Dio, che passa attraverso chi ama Dio, e chi ama Dio, ama i fratelli, perché Dio è amore e chi ha Dio nel cuore ama. Anche se si possono amare i fratelli in altri modi con la bontà umana e con le buone intenzioni, non è certo la stessa cosa, pur essendo nobile come intenzione. Qualcuno vi guida in modo così tangibile, che voi non fate altro che eseguire con gioia quello che sentite dentro, perché questa è veramente la gioia più alta, quella di sentire Dio. E come si esprime, se non poi con un’infinita carità? Questo io voglio dirvi, cari: quelle mani plasmano la vostra vita, pur essendo vostre e non essendo più vostre, pur essendo strumenti, quasi avendo un’intelligenza, perché un altro le muove, ma non è un altro, perché voi siete tutti un unico Essere. Però uno può essere padrone dei propri gesti oppure può osservare un gesto che la propria mano compie. Ecco, questa è la differenza tra amare umanamente e amare divinamente.
Però Dio ama in tutti i modi, anche attraverso l’uomo che col suo cuore sente di voler donare qualcosa agli altri. Quando un giorno sentirai anche tu qualcosa che ti trasporta al di là delle tue parole, al di là della tua volontà, al di là dei tuoi propositi e dei tuoi intendimenti, sappi allora lasciarti andare, perché è il momento in cui l’amore di Dio fluisce attraverso di te. E questa sarà beatitudine.
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