di Manuela Pompas. Vite dedicate alla recitazione, l’illusionismo, la musica: chissà se lassù raffineranno i loro talenti.
Quando si avanza con l’età, si è colpiti sempre più spesso dalla perdita persone care, ma anche di protagonisti dello spettacolo che hanno accompagnato in qualche modo tutta la nostra vita, diventando nell’immaginario collettivo punti di riferimento, quasi fossero amici o conoscenti.
E proprio in questi giorni il mondo dell’entertainment è stato colpito da vari lutti.
A Los Angeles se ne è andata a 97 anni, Angela Lansbury, attrice inglese di ampia fama – naturalizzata atatunitense – che ha recitato al cinema, ruoli brillanti e drammatici (tanti film, tra cui Il ritratto di Dorian Gray, Assassinio sul Nilo) e a teatro, dove fu anche premiata come miglior attrice di musical. Tuttavia il grande pubblico la ricorda soprattutto per il personaggio televisivo della “signora in giallo”, la scrittrice di polizieschi Jessica Fletcher.
Sky recentemente le ha addirittura dedicato per alcuni giorni un canale, su Investigation Maratone, per permetterci di rivedere ogni giorno, dalla mattina alla sera, tutte le puntate.
E con lei, a 86 anni, se ne è andato anche l’interprete dello sceriffo Ron Masak.
Franco Gatti, il cantante dei Ricchi e Poveri


Un lutto anche nel mondo della musica leggera. Franco Gatti, genovese, voce da basso soprannominato “il baffo” da Franco Califano, aveva 80 anni, di cui 50 di successi con il suo gruppo musicale e 22 milioni di copie vendute di dischi: come non ricordarlo per esempio sul palco dell’Ariston, cantando Sarà perchè ti amo? O Se m’immamoro, con cui ha vinto il Festival di Sanremo nel 1985.
Colpito da gravi malattie in giovane età, tra cui il morbo d Crohn, ha vissuto bene finora. Nel 2016 aveva lasciato definitivamente il mondo della musica leggera per dedicarsi appieno alla sua famiglia: «L’età avanza e non me la sento più di girare il mondo» Poi, due anni, si è ammalato di Covid, che lo ha lasciato debilitato.
Io l’ho incontrato un paio di anni fa a casa sua: una persona modesta – nel senso di non supponente (a differenza di alcuni colleghi che se la tirano) – mite, gentile, educato (termini quasi in disuso oggi), un buon padre e un buon marito.
«Siamo stati sposati 47 anni», mi racconta commossa la moglie Stefania Picasso, architetto, dotata di qualità medianiche. «Era consapevole di essere alla fine: poco prima di andarsene si è rammaricato di lasciarci, me e nostra figlia Federica. Mi ha detto che mi aveva sempre amata. Mi ha colpito moltissimo l’incredibile numero di persone che mi hanno scritto o chiamato da tutto il mondo: evidentemente aveva lasciato un buon ricordo e non solo dalle persone più vicine».
Binarelli: più mago o sensitivo?

Recentemente ci ha lasciati anche Tony Binarelli, con Silvan uno dei primi e più noti prestidigitatori della Tv. Ma Tony fin da giovanissimo aveva anche iniziato un percorso esoterico.
«Fin da bambino», mi aveva raccontato in un’intervista pubblicata sul settimanale Gioia «mi accadevano strani fenomeni, a cui non davo peso: per esempio di notte i soldatini si spostavano da soli nella mia stanza. Una volta la domestica mi rinchiuse per castigo in uno stanzino al buio, dove in alto, su uno scaffale, c’era il mio orsacchiotto che non potevo raggiungere. Impaurito, continuavo a fissarlo, con la sensazione che diventasse un faro luminoso, mentre io mi sentivo immerso nel Grande Nero. Di colpo me lo ritrovai in braccio, mentre lo scaffale si era rovesciato, lasciandomi illeso».
A 12 anni scoprì i giochi con le carte e il mondo della magia, del mistero. «Finché a 18 anni incontrai il mio Maestro, che mi avvicinò al mondo dell’occultismo. In seguito cominciai ad avere fenomeni di telepatia e di psicocinesi: mentre facevo un gioco di prestigio in pubblico, mi ritrovavo immerso in quello che chiamavo il Grande Nero, con al centro una luce, ma io non vedevo e non sentivo più niente. Però si sollevava da sola la carta pensata da uno del pubblico.
Così ho incominciato ad approfondire i fenomeni studiati dalla parapsicologia, sviluppando la telepatia, la veggenza, la psicocinesi. Ho fatto anche tanti viaggi astrali: e mentre mi proiettavo fuori dal corpo, c’è stata anche qualche persona che mi ha visto».
I miei esperimenti con Tony


Personalmento ho conosciuto Binarelli nel ’74, l’anno in cui la Longanesi aveva pubblicato il suo libro Quinta dimensione. Il nostro primo incontro era avvenuto in un albergo vicino alla Rai di Milano.
Dopo l’intervista si era fatto portare un cucchiaino dalla cucina (quindi non manipolato) e tenendolo con due dita l’aveva piegato, come Uri Geller. Poi aveva preso la mia macchina fotografica, che aveva il tappo sull’obiettivo, e aveva scattato una fotografia, in cui si vedeva la tapezzeria come ingrandita.
Mi aveva imbrogliato con destrezza? Può darsi, ma gli esperimenti successivi fatti insieme non lasciano dubbi. Un giorno era venuto a casa mia per essere intervistato. Si era seduto in sala e a un certo punto si era concentrato. «Sei molto protetta», mi aveva detto. «Non riesco a entrare in te». In pratica aveva controllato se… poteva sedurmi! Qualche anno fa l’ho ritrovato in una radio di Napoli e ne abbiamo riso insieme…
Finita l’intervista l’ho accompagnato in Longanesi e sono tornata a casa. Sul lavello della cucina, dove lui non era entrato, ho trovato una forchetta completamente piegata a U. Come avevano rilevato gli studiosi allo Stanford Institute, quando Geller faceva esperimenti di psicocinesi (PK), spesso la sua energia provocava fenomeni fuori controllo. L’energia di Binarelli invece di agire su di me era finita… in una forchetta, forse piò malleabile della sottoscritta.
In seguito mi aveva invitato a partecipare a un esperimento di telepatia in diretta, mentre lui si trovava in uno studio della Rai, a Roma, mentre io a casa mia a Milano. L’unico “trucco” era che mi aveva chiesto di scrivere 3 numeri su un foglio la sera prima, che dovevo mettere sul comodino, perché gli sarebbe stato più facile concentrarsi da casa.
Il giorno dopo mi chiamò in trasmissione, fingendo la diretta: e indovinò, senza trucco e senza inganno, l’intera sequenza dei numeri, un risultato statisticamente importante per la parapsicologia.
So che ha tentato altri esperimenti, come guidare una macchina bendato (io non c’ero, non posso sapere se c’era il trucco), ma poi aveva sempre previlegiato i giochi di illusionismo, soprattutto con le carte.
Dato il suo inizio con un maestro di un livello avanzato, mi sono sempre rammaricata che non abbia approfondito il suo percorso di evoluzione spirituale, preso dal successo e dai benefit materiali che questo comporta, soldi, sesso, successo. Sarà per la prossima vita.
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