di Tiziana Etna. Le antiche feste celebrate dalla cultura celtica e la magia di saper vivere in sintonia con le stagioni.
Guardando alla storia è risaputo che la magia – a lungo separata dalla scienza – è stata condannata soprattutto dalla nostra religione a rappresentare il male, il diavolo (che etimologicamente significa separato, colui che separa).

Ma la magia si è spesso avvicinata alla scienza: si pensi a tutte le pratiche curative ritenute opere di stregoneria. Dal canto suo la scienza ha colto l’opportunità di snobbare la religione quando è arrivata l’industrializzazione.
Oggi le cose sono cambiate, la fede non pregiudica più la ricerca di prove empiriche. Un uomo di fede può essere un ottimo scienziato ed un grande scienziato può nutrire una profonda fede in Dio. Ma stregoneria e magia vengono ancora associate a pratiche sataniche, malìe e cattiverie demoniache. Colpa del cinema, in questo caso, che ci ha parlato di Sabba e di Esbath solo nei film horror, e di streghe e stregoni come individui dalle basse intenzioni.
Eppure non c’è niente di più sbagliato!
Anche streghe e stregoni, come tutti gli esseri umani, possono essere buoni e cattivi.
Ma lo scopo del ritenersi tali è da rintracciare nella volontà di armonizzarsi con la natura per stabilire con essa un rapporto d’interscambio utile ad entrambi in termini di potere.
E quando si lavora su se stessi in modo olistico la bassezza tende a scomparire.
Gli Wiccan rivendicano la definizione di strega e stregone come la descrizione di una persona saggia, allineata con la natura ed il cosmo, attenta ai segnali e ai ritmi naturali, capace di comunicare con più dimensioni e di mantenere vivo il ricordo degli antenati.
In pratica, ciò che in altri luoghi e in altre tradizioni viene definito sciamano/a. Molto, molto diverso dai malvagi fattucchieri ed adoratori del demonio.

In un tempo lontano, quando divinità norrene, greche o romane partecipavano alla vita delle persone offrendo loro fertilità, abbondanza, salute, religione, scienza e magia non avevano contorni delineati.
E quelle che oggi definiamo pratiche magiche erano preghiere e soprattutto ringraziamenti.
Oggi, dopo essere entrati in questo decennio 2020 stravolgendo ogni sistema di vita confortevole e rallentando il ritmo, molte persone si sono trovate ad avere il tempo e l’energia di pensare a se stesse e a vedere come fare qualcosa di concreto per migliorarsi e migliorare la qualità della loro vita, sperimentando, talvolta involontariamente, la legge di attrazione e la profonda connessione con l’universo.
Manifestare gratitudine amplifica la nostra frequenza vibratoria che, con intenzioni chiare e fiducia, ci torna potenziata e si riorganizza per la nostra realizzazione. Per me questa è magia!
Sintonizziamoci con i ritmi della natura

Proprio questo mese, questo periodo, è il momento giusto per riprendere la tradizione dei nostri avi, di ringraziare e seminare un mondo prospero. Per principio di sinergia, se ognuno si preoccupasse di coltivare il proprio seme, avremmo un campo sano e rigoglioso.
Non occorre essere wiccan o sostenere un credo pagano per dare i ritmi della natura alla nostra vita. Se si ha una concezione olistica dell’esistenza, si è più o meno consapevoli di come tutto sia collegato e si corrisponda.
È il momento dell’ultimo raccolto, ma anche dell’ultima possibilità di risolvere o dissolvere nodi e sovrastrutture, sulla base delle esperienze di vita e degli obiettivi dell’anno appena trascorso.
È un buon momento per guardare dentro se stessi e in un certo senso morire, per lasciare andare quel che è stato. È un buon momento per ricordare gli antenati, poichè lasciare andare non significa rinnegare le proprie origini o il passato. In questo momento dell’anno il velo che separa le dimensioni si assottiglia e percepire o comunicare con i nostri cari defunti diventa possibile.
Samhain, il Capodanno Celtico

Per gli antichi Celti, dai quali ci arrivano i nomi delle festività, l’anno finiva il 31 ottobre ed era scandito da otto festività: quattro festival maggiori e quattro festival minori, che altri non sono che solstizi ed equinozi. Per chi volesse approfondire è curioso vedere come date ed elementi simbolici siano stati acquisiti dalla Chiesa per far cadere nell’oblio usanze antiche, ma originariamente si festeggiava in base alle stagioni e al frutto offerto dalla terra.
Tali festività sono i Sabba e parlano del rapporto tra il dio Sole e la madre Terra, mentre i cicli della dea Luna si chiamano Esbat e vengono celebrati durante il novilunio.
Prima di Halloween e della Festa di Ognissanti preceduta da quella dei morti, c’era Samhain.
Dalla sera del 31 ottobre, alla sera del 1° novembre si celebraquesta festa, il capodanno celtico ed il terzo ed ultimo raccolto, prima che i semi comincino a schiudersi andando alla ricerca della luce (che si celebrerà poi il 21 dicembre a Yule). In termini di concetto la Ruota dell’Anno si perde nella notte dei tempi, tuttavia, a formalizzarla fu un tale Ross Nichols nel secolo scorso.
Possiamo quindi, considerare il periodo che va da Samhain a Yule come il periodo di passaggio da un anno propriamente inteso come il ciclo delle quattro stagioni e l’inizio di un altro, i circa 45 giorni ottimali per meditare sulla morte e sulla trasformazione del logoro.
Mentre i primi tre giorni che costituiscono Samhain sono fantastici per festeggiare il raccolto degli ultimi frutti e per commemorare i defunti.
Il calendario delle feste celtiche

Immaginiamo lo scorrere del tempo e quindi delle stagioni, come una ruota che gira in moto perpetuo e si riflette nella nostra vita attraverso nascita, crescita, declino e morte. Non solo della nostra persona, ma anche di ogni singolo progetto, relazione e/o missione. Non ci sono stacchi netti, ecco perchè ne parliamo adesso, affinchè il momento di transizione faciliti un inserimento al sistema e porti idee chiare per Yule e perchè non si perda l’occasione di ricordare e ringraziare chi ci ha lasciato il mondo in eredità.
Yule (19-23 dicembre): è momento in cui si passa dalle tenebre alla luce. È la rinascita simbolica del dio Sole. Dopo il solstizio d’inverno le giornate si allungano risvegliando lentamente la natura.
Ad Imbolc (1-2 febbraio) noto anche come Candelora, si comincia ad intravedere la primavera e il risveglio della vita.
Ostara (20-22 marzo) la natura rinasce completamente. Simbolicamente il dio è diventato un giovane uomo energico e selvaggio. È il momento in cui anche i nostri progetti di vita hanno il potenziale di raggiungere l’apice. La piena fioritura la vedremo a Beltane, o Calendimaggio (30 aprile-1 maggio), a Litha (21-22 giugno) si raccolgono le erbe e la rugiada e a Lammas 1/2 agosto- si raccoglie il grano. Il raccolto è iniziato, anche in senso metaforico. A Mabon (21-22 settembre) il raccolto dei frutti e la vendemmia, ovvero la trasformazione, ci avvia verso Samahin (31 ottobre-1 novembre) che offre un ultimo raccolto e l’occasione di riflette su ciò che è stato per andare avanti ed evolvere.
Come celebrare Samhain

Ho iniziato a celebrare le stagioni ogni tanto, fin quando non ho sentito risuonare dentro di me il ritmo ed è sorto il bisogno di ritrovare un equilibrio perduto. Non ho mai fatto niente d’impegnativo: una candela, un cibo stagionale, un bagno aromatizzato, una passeggiata nel bosco o sul mare, ma centrata sul momento in armonia con la stagione.
L’ho fatto per qualche ciclo prima che un’amica mi chiedesse di festeggiare insieme; ora è qualche anno che condivido questi momenti con le amiche del cuore e che mi confronto con loro.
Meditare camminando nella natura è un bellissimo modo per festeggiare, come mangiare castagne, noci, melograni, fruttini di marzapane, o anche bere del buon vino rosso o meglio ancora un vin brulè o un tè speziato in compagnia. I colori sono il nero, l’arancio, l’amaranto, il verde scuro: i colori del bosco, così come i profumi.
Anche se ci prepara al buio e al freddo, Samhain è una festa che esprime gratitudine. Viviamola come tale, scenderemo in noi stessi nei giorni a seguire, magari creando una tavola delle visioni o stillando una lista di propositi che lanceremo a Yule.
Conserviamo l’antica usanza di lasciare del cibo ai nostri defunti nella notte tra l’1 e il 2 novembre, insieme ad un altro importante nutrimento per loro: la preghiera.
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