di Paolo Venturucci. Dentro di noi è già scritta una parte del nostro destino, con le prove che dovremo affrontare per evolvere.
È indiscusso che prima di incarnarci accettiamo il programma della nostra esistenza terrena. Ma come avviene il processo, una volta scesi su questa Terra?
Prima di rispondere, dobbiamo conoscere la struttura spirituale dell’uomo, secondo i Veda.
Spiegato in sintesi, in alto è il Padre, conosciuto come Sé Superiore, il Brahman induista, che come un sole che emana un raggio della sua stessa sostanza, rilascia una propria Monade, l’Io spirituale, il Figlio unigenito, il Cristo, l’Atman.
L’essenza divina discende nel feto, attraversa il settimo chakra della corona all’apice del capo e si pone nel centro cardiaco spirituale, il quarto chakra del cuore. Il contatto fra il Padre e il Figlio è mantenuto da un filo di pura luce d’amore conosciuto come Sushumna Nadi, al cui interno scorre un filo ancora più sottile, sottilissimo, il Brahman Nadi, il collegamento più intimo e spirituale fra il Figlio e il Padre.
Immaginiamo ora che questo filo sia simile a una pellicola cinematografica che scorre dal Padre al Figlio e il chakra del cuore sia il proiettore; mentre la Grande Madre, la Matrix Divina, sia un particolare schermo a tre dimensioni che materializza le immagini con eventi, cose e persone. Nel momento in cui il chakra è aperto e operante, il film scorre e con questo il programma di esistenza procede come deve.
Non tutto però è così facile

Come in ogni gioco è presente l’Avversario, così è per il gioco della vita, conosciuto nella tradizione induista come Lila. Per dire la verità gli avversari sono due. Per il primo dobbiamo affrontare un tema abbastanza scabroso poiché la sua natura non fa parte di quella umana, mentre il secondo, quello che a noi interessa, è identificato come ego.
A differenza dell’Io spirituale, si tratta di un secondo Io, un Io inferiore, l’Io mentale, che come antagonista ha, appunto, il compito di invalidare il programma.
Il problema nasce quando nel programma/pellicola le immagini proiettate provengono da un’esperienza negativa che affonda le radici in una vita passata. Come sappiamo ciò che trasmigra da una vita a un’altra è l’anima, ossia il corpo emozionale, e pertanto ciò che migra è l’emozione che quell’esperienza ha prodotto.
In questo caso non ha valore l’azione che si è inferta o subìta, ma è l’emozione negativa, conosciuta come disemozione, che per legge karmica richiede di manifestarsi nel qui e ora dell’attuale esistenza. Il doverla riviverla ha per scopo risolverla, col risultato di purificare l’anima dall’inquinamento tossico emotivo.
Le due modalità della Grande Decisione

Nel momento in cui si ripresenta la disemozione, avviene la Grande Decisione, che ha luogo in due maniere. Se la decisione volge al femminile, accoglie l’emozione negativa nel cuore spirituale, dove deve trasformarla in positiva. Questo mantiene il chakra aperto e operante; garanzia che il programma procede senza intoppi.
Se altresì volge al maschile, allora la dinamica si svolge rifiutando, reagendo, combattendo, escludendo, entrando nel conflitto. Via che oltre rivelarsi distruttiva, si ripeterà all’infinito attivando l’eterno ritorno, il samsara induista.
La ciclicità in questione è rappresentata in Alchimia con due draghi che si rincorrono in un moto circolare: il drago con le ali sale cercando di mordere la coda del drago senza ali che discende cercando a sua volta di mordere la coda del drago con le ali.
Troviamo la legge della ciclicità nell’immagine dell’Uroboro, il serpente o drago che rincorre se stesso circolarmente nel tentativo di mordersi la coda.
L’ego non costruisce ma distrugge se stesso e con lui, noi!

Il punto dolente è quando si intraprende la strada conflittuale. Ciò comporta la chiusura del chakra del cuore costringendo a mettere la nostra esistenza in mano all’ego.
Con quest’azione insulsa si entra in una deleteria distorsione esistenziale, fino nel peggiore dei casi uscire disastrosamente dallo stesso progetto d’esistenza.
Questo estremo atto comporta l’abbandono del corpo e dell’identità per incarnarsi in un altro corpo, acquisendo una nuova identità.
Quando eseguo una lettura terapeutica dei chakra, se nel paziente rilevo il chakra del cuore chiuso, gli dico sempre con schiettezza: «Non te ne accorgi che ti stai facendo un film».
Uscire dal programma d’esistenza, può giungere a un grado di pericolosità tale, che se ne fossimo consapevoli, ne resteremmo esterrefatti per ciò che ci accadrà allo scopo di correggere l’errore e rimetterci sulla strada maestra.
Uscire dal programma d’esistenza comporta dei pericoli

Il Padre è amorevole e permissivo ma fino a un certo punto. Questo fa sì che il processo non sia repentino, bensì segua una progressione che si manifesterà nel tempo: metaforicamente parlando, da un piccolo scappellotto, a una lieve spinta, a una pedata, a una rovinosa caduta fino a cose, ahimè, ben più gravi!
Queste precise avvisaglie hanno lo scopo di avvertirci dell’imminente fuoriuscita dal programma d’esistenza. Per comprenderne il concetto prendo come esempio l’autostrada, che rappresenta la via maestra, che senza sbagliare ci porta a destinazione; mentre usando malamente il libero arbitrio sbagliamo uscita e ci troviamo invischiati in un diverso percorso che si complicherà ulteriormente, qualora insistiamo a imboccare altre strade secondarie fino a perderci nei campi… magari di notte!
Vi dico questo per esperienze fatte nel campo terapeutico e non meno per esperienza personale, considerato che il mio cuore non mi permetterebbe di affermare cose che non ho vissuto.
Foto di copertina di Peace,love,happiness da Pixabay.
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