di Cristina Penco. Alberti analizza a fondo il sentimento più potente e misterioso, l’amore, “l’ultimo grande mistero che ci avvolge”.

L’amore raccontato in molte sue sfaccettature e declinazioni, analizzato dallo sguardo disincantato, sferzante, mai banale, della scrittrice Barbara Alberti.
È il tema al centro di Amores, pubblicato da poco da HarperCollins e dedicato a quello che l’autrice definisce “l’ultimo grande mistero che ci avvolge”, ovvero l’unica forza incontrollabile che noi abbiamo: possiamo pianificare ogni aspetto della nostra vita, ma non quello.
A mente fredda e a distanza di tempo, quando una storia è finita, o forse nemmeno mai iniziata, si possono dare mille motivazioni del perché a un tratto una persona – a prescindere da come sia realmente – abbia assunto un significato tanto importante e profondo nelle nostre vite.
Nonostante le numerose ragioni più o meno razionali che si possono addurre, l’amore resta una grande incognita senza risposte certe e assolute. E, come tale, è un dono preziosissimo.
Tutto pur di essere… infelici!
“Perché gli umani fanno qualsiasi follia pur di essere infelici? Poi dicono che sono depressi – lo credo! Stai con chi non ami, vai a letto con chi non ti piace, e vorresti pure essere allegro?”.È con questa domanda che, fin dall’inizio, ci pungola Alberti.
Il titolo del libro, Amores, evoca l’omonima opera prima di Publio Ovidio Nasone, “il poeta dei dolci carmi d’amor”, come voleva essere ricordato: una raccolta di elegie amorose in cui il letterato cantava il suo afflato per Corinna, una donna verosimilmente inventata, e parlava di situazioni quotidiane in modo semplice, senza orpelli né artifici retorici, ma attraverso uno stile agile ed elegante.
In modo analogo, la penna saggia e, al contempo, sbarazzina di Alberti – aggraziata, ironica, divertente, caustica e incalzante – delinea una curiosa carrellata di relazioni di vario genere tra persone comuni e storie da rotocalco che videro protagoniste celebrità diventate icone immortali: solo per citarne alcune, Marilyn Monroe, Grace Kelly, Lady Diana, Maria Callas, ma anche Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio, le donne di Pablo Picasso, La Gioconda e Madame Bovary.
Fedeltà e infedeltà, gelosie, invidie, ingratitudine, ricerca del padre o della madre, senso di inferiorità, ripicche e vendette: dinamiche differenti e a volte tortuose, dagli esiti non scontati, trovano posto in mezzo a riflessioni e dialoghi in cui realtà e invenzione si rincorrono in una narrazione spassosa e avvincente.
È davvero tutto “un giro di corna”?

Come viene spiegato nella prefazione, sono oltre trent’anni che la scrittrice umbra tiene una posta del cuore, da quando, come ricorda, le lettere si scrivevano su carta e si spedivano coi francobolli fino ai giorni nostri, quando le confidenze delle pene amorose vengono inviate con pochi clic. “Più rispondo e meno ne capisco”, commenta Alberti. E aggiunge: “Ho cominciato perché soffrivo per amore, per sentirmi meno disgraziata. Mi scrivevo e mi rispondevo dandomi dei buoni consigli, ma non li ho mai seguiti nemmeno io, figuriamoci le altre”.
La cosa che la colpì di più agli inizi e che vale anche oggi – prosegue la scrittrice – è che “è tutto un giro di corna. L’amore è fondato sul tradimento”. Quando nel 1970 fu promulgata la legge sul divorzio, che non fu abolita né dal referendum abrogativo del 1974 né da quello del 1981, si credeva sarebbe venuta davvero la stagione dell’amore: “Basta bugie basta compromessi, il matrimonio non era più una galera (…)”. Adesso, invece? È cambiato qualcosa? Macché. “Continua la solita pochade, balle, sotterfugi. (…) Ma state insieme solo per mettervi le corna? Ma perché?”. Conclude Alberti: “La fedeltà è così emozionante, ma lo sanno in pochi, solo quelli che si vogliono bene”.
Miti immortali

In Amores prendono vita dialoghi tra ex amanti o rivali in amore, anche celebri. La scrittrice, per esempio, immagina che sessant’anni dopo la sua morte tragica e misteriosa il fantasma di Marilyn Monroe – lieve e corposo insieme, con l’ampia gonna bianca gonfiata dal vento e il suo neo eterno – sia venuta a bussare alle nostre finestre chiedendo di lasciarla finalmente in pace e liberarla.
“Non parlate più di me. Il mio gesto fu chiaro, volli andarmene, non restare così a lungo. Voi mi trattenete nel ricordo della vita. È difficile la pace, quando i vivi ci tengono stretti con insistenza”.
Per Alberti, a maggior ragione a confronto con questi tempi cupi e duri in cui “Frankenstein trionfa e molte bellezze d’oggi son risultati di laboratorio”, Marilyn fu l’ultima vera icona sexy. E per questo continuiamo e continueremo a tormentarla.
“È il suo corpo che ci interessa. È il suo corpo che sopravvive, il suo corpo che eludiamo disegnando la sua anima. Non è il mistero della sua morte che ci lega a lei. È l’estrema curiosità di Marilyn amante, immaginaria e autentica, Marilyn fra le lenzuola”.
L’autrice, poi, immagina anche il punto di vista degli uomini con cui ha avuto le relazioni più significative e che idealmente scrivono a Monroe ripercorrendo, nelle loro lettere, le loro vicissitudini e i loro sentimenti nei suoi confronti: il primo marito, il poliziotto Jim Dougherty, sposato nel 1942, il secondo, Joe DiMaggio, campione di baseball, diventato consorte di Marilyn nel 1954 – e forse l’unico che ha sempre continuato a volerle bene, dimostrandoglielo, anche quando si lasciarono – il terzo, il drammaturgo Arthur Miller, impalmato nel 1956, che la fece rinchiudere in un manicomio-lager, e i fratelli John Fitzgerald e Robert Kennedy, dei quali fu un’amante-giocattolo all’interno di un triangolo intricato.
Il fantasma di Grace Kelly

Troviamo anche il botta e risposta immaginario tra uno spiritista e il fantasma di Grace Kelly, che racconta cosa accadde quando disse sì al principe Ranieri di Monaco.
Quel matrimonio permise al marito, fino ad allora poco conosciuto rispetto ad altri reali europei, di essere innalzato alle cronache mondane. In breve tempo il suo piccolo principato divenne, agli occhi del pubblico, un luogo da sogno. Contemporaneamente, però, ciò rappresentò per Kelly un suicidio artistico e, soprattutto, le precluse la possibilità di essere felice.
Ma se siamo ancora ad arrovellarci dopo trent’anni dalla sua scomparsa sui suoi presunti amanti – aggiunge lo spirito di Grace, rispondendo a colui che l’ha evocata e alle sue domande – qualcosa vorrà pur dire.
È innegabile che abbia lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. E – conclude – difficilmente sui suoi figli e nipoti qualcuno si interrogherà in futuro allo stesso modo. Difficile darle torto.
Eterne rivali
Imperdibili sono anche le scaramucce verbali tra Lady Diana e la regina Elisabetta (che in Amores rimarca di essere ancora viva; il libro è uscito il 9 settembre 2022, il giorno successivo alla scomparsa della sovrana).
Tra le varie recriminazioni che muove contro l’ex suocera, Diana rivendica la propria vittoria: “Grazie a un ego da sfondare la casa, a un carisma fuor di misura, alla figura fiabesca di Cenerentola tradita, a un sex appeal che tu te lo sogni, per la prima volta nella storia ho opposto il potere dei media a quello della corona, e ho vinto. Ho fondato un culto. Io al popolo ho dato la fiaba”. Dal canto suo Elisabetta le risponde per le rime e lancia una profezia: “La protagonista sarò sempre io. Cara stampa con l’ombrellino, i tailleurini, i cappellini… io sono il salotto di Nonna Speranza, un’ottima eterna cosa di pessimo gusto, così fuori tempo da essere trendy, io non tramonterò mai”.
Degno di nota, in Amores, è anche un altro incontro-scontro: quello tra Jackie Kennedy e Maria Callas. Sulla Terra la passione che travolse la grande cantante lirica e l’armatore greco Aristotele Onassis andò in frantumi quando il magnate restò affascinato dalla ex first lady americana, che alla fine sposò, spezzando il cuore alla soprano.
Alberti immagina che anche lassù, tra le nuvole, Jackie, in tailleur Chanel, conduca una intensa vita mondana e stia entrando in un esclusivo bistrot quando le passa davanti Maria Callas, che finge di non vederla. Jackie la insegue. Iniziano a discutere e ad accusarsi a vicenda. Ogni giorno gli angeli devono tapparsi le orecchie con le ali iridate per non sentirle. Ma durante il loro acceso confronto, tra acidi rimbrotti e stoccate al vetriolo, le due fanno pure scoperte insospettate: Maria capisce che forse Jackie non è superficiale come pensava, e Jackie, a sua volta, deve ricredersi sulla noia che ha sempre imputato a Callas.
Il piacere? Un obbligo sociale

Per quanto riguarda il sesso, Alberti fa notare come, ai nostri giorni, sia diventato “un’ingiunzione”, qualcosa di obbligatorio, un atto imposto. E mentre prima lo si usava come espediente per vendere i prodotti, oggi è stato trasformato esso stesso un prodotto da vendere. Da dio del mistero, Eros è stato declassato ad articolo di mercato, propinato in continuazione e a oltranza, anche ai “consumatori” di età più matura. Guai a provare a sottrarvisi: si rischiano ignominia e biasimo collettivo.
La scrittrice di Amores fa dire al figlio di Ares e Afrodite: “Hanno reso finito l’infinito, profanato il segreto. Il sesso è un atto sacro, anche se consumato con uno sconosciuto contro un muro”. Per Alberti il più grande detonatore della sessualità resta il pudore. E ci suggerisce: perché gli attori del cinema in bianco e nero come Cary Grant, Gary Cooper, Clark Gable risultano affascinanti anche agli occhi di una ragazza d’oggi? “Perché non li abbiamo mai visti in mutande. Né in un amplesso con dettagli”. Stesso discorso per le dive dell’epoca, che si spingevano solo fino a vestaglie di raso o di seta. Un bacio e una dissolvenza: ecco com’era la vera sensualità. “C’era la castità, l’elemento più importante dell’erotismo”.
In amore ci vuole coraggio
“L’amore è per i coraggiosi, tutto il resto è coppia”. È uno degli aforismi più famosi dell’autrice, a cui è riservato un posto d’onore anche in questo volume. Una frase provocatoria, che ha sempre suscitato dibattito, infuocando i cuor di leone pronti a far scintille pur di coronare i propri sogni e mortificando coloro che, invece, amano il tiepido quieto vivere sentimentale.
Di recente, ospite di Quante storie su Rai 3, la scrittrice è tornata su quella celebre frase spiegandone il significato: «È un monito a stare insieme anche per lungo tempo, senza assumere la staticità e la menzogna della coppia». Condizioni, queste ultime, che si manifestano «quando ci si comincia a sorvegliare l’uno con l’altro, quando si pretende che l’altro la pensi come te, quando si dimentica che l’amore è fatto di due personalità che spesso si scontrano, ma si completano”. E se l’amore inizia a diventare farsa, allora «sarebbe meglio lasciarsi».
Forse è vero che ci muoviamo nell’ambito di una sfera esistenziale in cui non esistono regole fisse e inderogabili. Ma un paio di dritte sagge Alberti le dispensa comunque ai suoi lettori e al pubblico: «Bisogna evitare la prudenza. E bisogna mantenere il segreto: mai dare agli altri la chiave del tuo amore». Converrebbe ascoltarla. Di sicuro vale la pena di leggerla, tutta d’un fiato.
La scheda del libro
Autrice: Barbara Alberti
Titolo: Amores
Editore: HarperCollin
Anno: 2022
EAN: 9791259851055
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