di Terry Bruno. Rakel è una ragazza fuori dagli schemi, non sa chi è il padre del suo bambino e non gliene importa niente.
Regia: Yngvild Sve Flikke
Interpreti: Kristine Kujath Thorp e Arthur Berning.
Sceneggiatura: Johan Fasting, Yngvild S Sve Flikke, Inga Sætre
Distribuzione: Tucker Film.
Durata: 103 minuti
Origine: Norvegia, 2021
Quando si è adolescenti, ci si chiede o ci viene chiesto: «Cosa vuoi fare da grande?». Le risposte sono le più disparate: il dottore, il vigile del fuoco, l’astronauta, l’attore o il calciatore. Questo mondo così ovattato è pieno di desideri e proiezioni, proprie o parentali, all’improvviso può dissolversi come una bolla di sapone, bella e trasparente, in qualcosa d’informe e irriconoscibile.

Cosa può determinare questo cambiamento? Come questo può essere possibile? Normalmente si cerca di tutelare i propri figli, di evitare che possano soffrire, eppure quasi sempre non ci si riesce. Il periodo più critico è l’adolescenza, un terremoto che arriva e cambia ogni punto stabile.
I ragazzi indossano spesso delle maschere, per cercare di essere come gli altri vogliono. Tendono a svalutarsi, a sentirsi inadeguati e, per essere accettati, devono essere diversi da come sono veramente. Quando poi arriva il momento di spiccare il volo, di vivere la propria vita, ecco che si incontrano ostacoli di tutti i tipi, non solo interiori, ma anche nelle relazioni e nelle sfide che la vita propone.
È quello che accade a Rakel, una ragazza ventitreenne, con una vita incasinatissima e libera, con tanta voglia di divertirsi e non avere vincoli, e che all’improvviso si ritrova in un mondo non più suo.

Ninjababy è un viaggio nei pensieri di una ragazza spigolosa e indipendente che scopre, dopo sei mesi, di essere incinta. Uno di quei casi in cui la pancia non cresce e, la mancanza del ciclo viene attribuito a tutto, tranne a una possibile gravidanza. Inizia allora un percorso tra emozioni, conflitti, paure, ribellioni e rabbia che catapultano Rakel in una nuova dimensione che rifiuta di vivere: quella della maternità.
È un film delicato che parla di argomenti non facili, di aborto, di una vita spesso fuori dalle righe, di una gioventù che vuole sperimentare situazioni, sempre diverse e ai limiti. Ma soprattutto si parla di maternità e se vogliamo, un po’ più ai margini, anche di paternità, due ruoli molto spesso non voluti, particolarmente in giovane età, ma che possono inaspettatamente bussare alla porta.
La giovane protagonista del film si ritrova incinta e non sa di chi possa essere il bambino. «Lo hai fatto con tanti. Sembra tipo Mamma mia», le dice l’amica, mentre cerca di aiutarla a capire quando e con chi possa essere successo.

Può capitare che questa sia la conseguenza di un voler vivere liberamente, senza vincoli e moralismi, fino al momento in cui la cruda realtà ti porta il conto. Ma c’è l’aborto. Certo una condizione che permette alla donna di fare le sue scelte, ma se si supera il tempo limite, ecco che bisogna accettare il nuovo stato.
Le cose cambiano: le sensazioni, gli umori, il corpo, i rapporti, compresi quelli con gli uomini. Tutto si trasforma in un turbinio di emozioni che si sovrappongono e confondono. Nasce così la rabbia verso coloro, gli uomini, che con troppa superficialità non pongono attenzione alle conseguenze delle loro azioni, lasciando che piccoli e vispi animaletti siano liberi di avventurarsi negli oscuri meandri di un utero non protetto.
Il film è caratterizzato dalla presenza di un personaggio animato, Ninjababy, creato dalla matita di Rakel, una brava fumettista che traduce in fumetti i suoi pensieri. Tra lei e il piccolo ninja nascono una serie di dialoghi che accompagneranno l’intera gravidanza. È una sorta di alter ego, di coscienza che renderà la vita di Rakel un vero inferno, ricordandole costantemente quanto sia priva di amore, di amore materno.

È una donna non felice di diventare mamma e non lo nasconde minimamente. Vorrebbe uscire, divertirsi, fare sesso con l’uomo verso cui ora prova qualche emozione. E invece è lì seduta sul water a cercare di capire come affrontare i giorni che verranno.
Sente di non essere abbastanza brava per diventare madre, ma non si vergogna del modo in cui vive. Decide, allora, di darlo in adozione. Ma anche questa decisione non è facile, una serie di dubbi e pensieri la assalgono: «Chi si prenderà cura di lui? Saranno dei pedofili o dei ricconi privi di affetto?».
Ninjababy non è un film sull’aborto, ma su ciò che avviene nella mente e nella vita di chi deve affrontare una situazione che stravolge la propria esistenza. Ci fa capire quanto sia importante ascoltare, o cercare di ascoltare, ciò che molto spesso si ha paura di dire per non essere emarginati, denigrati, giudicati. Ma occorre anche chiedersi cosa ha portato ad avere un tale comportamento? Cosa c’è dietro una ricerca di un’identità e di una libertà desiderata a tutti i costi?
Un film da non perdere…
Per saperne di più:
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