di Manuela Pompas. Se ne è andata a 77 anni Catherine Spaak, dopo una lunga malattia devastante.
Voglio ricordare su queste pagine una donna speciale, di cui sono stata amica: sto parlando di Catherine Spaak, un’attrice che rifuggiva dalla mondanità e viveva ritirata, ricercando una vita normale. E in pubblico era sempre sobria, elegante, mai volgare. Colpita da ben tre ictus cerebrale due anni fa, ci ha lasciato in aprile dopo una lunga malattia. «Gli ultimi mesi sono stati molto dolorosi», ha dchiarato la sorella Agnes. «Ha sofferto tanto, era paralizzata nel lato destro e non riusciva più nemmeno a parlare. Ha resistito finché la luce in lei non si è spenta definitivamente».
Un’icona già negli anni ’60
Come riporta la sua biografia, era nata il 3 aprile 1945 a Boulogne-Billancourt, in Francia da una famiglia importante, ricca di artisti e uomini politici di spicco. La sua carrera artistica inizia giò da adolescente, a 15 anni, con ‘Dolci inganni’ di Alberto Lattuada.
E subito diventa l’icona dell’adolescente inquieta, in film come “Diciottenni al sole”, “Il sorpasso”, “La noia”, “La calda vita”, “La parmigiana”, “La voglia matta”.
Ma non c’è stato solo il cinema per Catherine, Ancora molto giovane ha avuto sucesso anche come cantante, e più tardi come attrice di teatro, conduttrice televisiva, pur con molte difficoltà, in quel mondo maschile che è il cinema, che seguiva regole non sempre etiche, dove le proposte non erano solo di lavoro, talvolta legate a sordidi+ ricatti sessuali, che lei ha denunciato con coraggio. Inquieta e talvolta infelice lo sarà per tutta la vita, con uomini che, come mi raccontava, l’hanno amata, ma anche tradita e delusa.
Conduttrice di anime in Harem

Un altro angolo di successo se l’era poi ritagliato alla Rai con Harem, una bella trasmissione serale di nicchia, chiacchiere colte tra donne, potremmo dire, in un salotto dove le sue ospiti parlavano a cuore aperto, rivelando aspetti intimi della loro anima.
Per tanti anni avevo cercato di partecipare anch’io, ma non mi avevano mai presa in considerazione, così avevo smesso di mandare i miei libri.
Poi un giorno, nel ’95, dopo la pubblicazione del mio La terapia R, arriva l’invito inaspettato dalla redazione. A Roma incontro Catherine al bar della Rai: è chiusa, diffidente, mi studia a fondo per capire chi sono e se può fidarsi.
La puntata va bene, tanto che ritornerò una seconda volta e poi ancora più volte a Il sogno dell’Angelo, la trasmissione ideata da lei che farà a La7 quando la Rai cambiando direttori chiuderà Harem, nonostante fosse molto seguita. Mi ricordo la scenografia una tenda nel deserto, per terra sabbia, come un luogo lontano dalla civiltà, dove avvenivano inconri speciali. Per Catherine quel paesaggio era un luogo dello spirito dov affrontare i grandi temi dell’esistenza, la salute e la malattia, ila sopravvivenza, la presenza delle guide spirituali, la reincarnazione .
Percorsi di conapevolezza
La sua idea non era semplicemente creativa, un seguito di Harem, ma nasceva dai suoi percorsi di consapevolezza e di ricerca spirituale.
Dopo aver seguito decenni fa i corsi di Quadrinity Process all’Istituto Hoffman (dove si lavorava sui quattro livelli che formano una persona: intellettuale, emotivo, spirituale, fisico) era diventata Master di Avatar. E ultimamente aveva progettato di aprire uno spazio fuori Roma dove avrebbe voluto portare le tecniche yoga e altre per l’ampliamento della consapevolezza.
Catherine è stata una donna generosa, forte e allo stesso tempo fragile, aperta alla conoscenza, anche se poi in certi casi si chiudeva come un riccio temendo di mostrare la sua debolezza e di esporsi troppo.
Dopo il primo ictus, in cui aveva rischiato di diventare cieca, si era ripresa, dimostrando di saper rinascere ancora una volta. Ma a 77 anni dall’aldilà l’hanno chiamata per un appuntamento cui non ha potuto sottrarsi, in un “non luogo” di luce, dove curerà tutte le sue ferite. E dove spero proprio di rincontrarti Catherine, con il tuo sorriso fresco, la tua sensibilità, la tua intelligenza, di nuovo finalmente serena e piena di nuovi progetti.
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