La guerra dentro di noi

Prima di condannare il male del mondo, guardiamo quello che alberga in noi

di Lara Scarsella. La dualità è nel nostro destino: Bene e Male si fronteggiano ogni istante, dentro e fuori di noi.

Lara Scarsella, psicoterepeuta e presidente dell’Associazione EthiCare Olistica.

La pace è un’utopia e lo è anche la democrazia. Come la perfezione, è soprattutto una meta alla quale tendere. Come la felicità, è una meteora. È quel punto di massimo bilanciamento raggiunto il quale il sopraggiungere di una nuova crisi darà successivamente forma a un nuovo equilibrio, in un fluire dinamico che definisce la vita in antitesi alla stasi del non esistere.

La dualità è, infatti, il nostro destino. La sua conciliazione la nostra impresa quotidiana. Il conflitto ci accompagna lungo tutto il nostro transito terreno. Come un fiume carsico, si muove a lungo, silente e insidioso, sotto il livello di coscienza individuale e sociale zampillando ricorrentemente, ma misconosciuto ai più, fino a erompere, repentino e violento, nella sua manifestazione più buia.

Ci crogioliamo, ignavi e dimentichi della nostra storia personale e collettiva, voltando la faccia dall’altra parte, rivolgendoci altrove, distraendoci per non vedere, non sentire e, soprattutto, non capire. Almeno fino a quando non sarà l’oscurità a prendere il sopravvento, avvolgendoci e costringendoci ad aprire i nostri occhi privi di vista. In quella notte della Mente e della Ragione diventa allora ineluttabile immergersi, per ritrovarsi migliori o perdersi definitivamente.

Ciò che ci può salvare è il cuore
Unico appiglio in questa discesa agli inferi è il Cuore. Per sua intermediazione la nostra Anima può continuare, o più spesso iniziare, a guidarci oltre le tenebre. A patto, però, che quel cuore non sia atrofizzato e, soprattutto, a condizione che esista realmente.

Già, perché a volte non esiste. Alcuni individui sono letteralmente privi di qualsiasi emozione o sentimento. Alessitimia si chiama l’analfabetismo emotivo che induce alcune persone ad esprimere il tormento emotivo attraverso la sofferenza fisica. Ma in questo caso stiamo parlando di qualcosa di più. E di sostanzialmente diverso. Non ci riferiamo a una mera incapacità di riconoscere e di descrivere verbalmente i propri stati emotivi e quelli altrui, ma a una totale assenza di umanità, intendendo con questo termine tutto ciò che ci rende differenti dalle macchine e che ci consente di sperimentare ed esprimere empatia e solidarietà, compassione e indulgenza verso noi stessi e verso il nostro prossimo.

L’inquietante fascinazione dello psicopatico

La guerra dentro di noi
Jack Nicholson ha interpretato spesso personaggi psicopatici.

È di psicopatia che stiamo parlando. Ed è un termine che spaventa ed evoca delitti efferati e scenari truculenti. Soggezione della quale rimangono vittime gli stessi addetti ai lavori, i quali si ostinano, per lo più, a circoscrivere il quadro personologico agli autori di atti criminosi di particolare virulenza, tralasciando invece le sue espressioni meno eclatanti ma non meno perniciose, con ripercussioni notevoli sulla possibilità di prevenzione, cura e risoluzione di quelle stesse manifestazioni delittuose ma anche delle meno cruente, ma ugualmente devastanti, forme di quotidiano sopruso.

Loquace e manipolatore, lo psicopatico irretisce con una fascinazione che ha l’unico scopo di nutrire il senso grandioso di Sé e di garantire un potere malefico sugli altri. I suoi comportamenti, sempre improntati a un utilitarismo estremo e privo di ogni scrupolo si fanno beffa di qualsiasi norma, legge o regola e avviluppano gli sventurati di turno in una spirale di progressivo isolamento e di dipendenza dal proprio carnefice. L’uso reiterato della menzogna, la capacità ineguagliabile di seminare zizzania, la mistificazione capillare mirano a sprofondare le inconsapevoli vittime nel senso di colpa e/o a manipolarle per asservirle ai propri sordidi scopi.

La brutalità delle reazioni innescate al minimo accenno di insubordinazione è pari solo alla totale assenza di rimorso per le proprie azioni delittuose e alla propensione alla noia che induce questo essere mefistofelico ad alzare sempre più il tiro, incurante delle conseguenze dei propri comportamenti che alterigia e mancanza del senso del limite impediscono di tenere in considerazione. È così che prima o poi lo psicopatico diventa, esso stesso, vittima della propria malvagità. Alla fine esce di scena. Non prima, tuttavia, di aver seminato la sua buona dose di dolore e di caos nel mondo.

L’inconsapevole connessione con le forze del male

La guerra dentro di noi
Anthony Hopkins, ne “Il silenzio degli innocenti” e “Hannibal”.

Si stima che dall’1 al 4% della popolazione mondiale possa essere annoverata in questa categoria ed è probabile che rappresenti la quota di male che permette al bene di manifestarsi garantendo comunque il mantenimento di un equilibrio funzionale. Possiamo intenderla come la percentuale di caos che consente all’ordine universale, planetario, sociale e personale di rinnovarsi e all’evoluzione di procedere nel suo tipico andamento a spirale.

È ciò che permette l’impersonificazione dell’antagonista, il quale offre all’individuo comune l’occasione di compiere l’atto ardimentoso che lo trasforma in eroe. È la notte che all’apice della sua oscurità annuncia il sorgere del sole e l’avvento di un altro giorno. È il preludio alla nascita di una nuova esistenza dopo il travaglio del parto.

In questo alternarsi di opposti, nella danza ineluttabile tra forze contrarie la sciagura, questa sì evitabile, risiede allora non tanto nell’esistenza del male in sé quanto nella corruttibilità umana, in quella debolezza dello spirito che conduce i più a lasciarsi turlupinare dai professionisti del disordine.
È questo schierarsi, il più delle volte inconsapevole, con le forze del male che incrina pericolosamente l’equilibrio vitale, per ristabilire il quale si rendono alla fine necessari estremi rimedi.

Lo psicopatico sa bene dove colpire. Ci alletta facendo leva sulle nostre mediocrità, sulle nostre bassezze e sulle nostre bramosie, più spesso ancora sulla nostra ingenuità. In realtà il suo fine è fiaccare il nostro spirito, spegnere la nostra luce, imbrattare la nostra anima. Ci vuole semplicemente soggiogati. O, ancora meglio, affiliati alle forze dell’oscurità, meri strumenti nelle sue mani diaboliche.

Distinguere il bene dal male in noi stessi

La guerra dentro di noi
Kathy Bates in “Misery non deve morire”.

Lo psicopatico ha in odio l’amore e qualsiasi sua espressione. Siamo noi che dobbiamo evitare di cedergli il nostro potere, prima che sia troppo tardi e che lo scontro tra il caos che avanza e la vita che si difende diventi armato. Per questo non solo è necessario conoscere se stessi e la propria “Ombra”, che fatalmente si lascia lusingare, ma è prioritario saper disattivare le convinzioni, i modelli e i comportamenti disfunzionali che ci lasciano indifesi di fronte al male.

È una battaglia interiore quotidiana quella che, inconsciamente, si consuma dentro di noi e che, attraverso le piccole e grandi scelte di ogni giorno, dà forma al nostro personale destino e contribuisce a definire quello di tutti. Ed è uno sforzo costante di consapevolezza quello che viene richiesto ad ognuno di noi. Una crescita spirituale, si direbbe, che aiuti a distinguere il bene dal male primariamente in noi stessi, per poi riconoscerlo al di fuori ed essere in grado di neutralizzarlo.

“Come sopra così sotto, come dentro così fuori, come l’Universo così l’Anima” diceva Ermete Trismegisto. Le energie, le regole, le dinamiche, gli equilibri e i disequilibri sono gli stessi ad ogni livello, microscopico e macroscopico. Poiché l’intero esistente, con tutte le innumerevoli parti di cui è composto, è un tutt’uno.
Le nostre cellule lottano ogni istante per la sopravvivenza, i linfociti combattono le neoplasie, i pianeti e le stelle resistono alla forza attrattiva di altri corpi celesti e dei famigerati buchi neri.

Noi dobbiamo imparare a contrastare il male al nostro interno, per neutralizzarlo all’esterno. La pace è l’esito della nostra capacità di bilanciare in modo armonico polarità opposte, istanze antitetiche dentro e fuori di noi. Per questo è fondamentale trovare il modo di sconfiggere il nemico che alberga nelle profondità del nostro essere. O saremo costretti ad affrontarlo al di fuori, sui campi di battaglia.

Per saperne di più:
Il sito dell’Associazione Ethicare di Lara Scarsella

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