di Cristina Penco. La pandemia ha influito sui cambiamenti già in atto nella fruizione del cibo in casa.

Si pranza e si cena sempre meno al di fuori della propria abitazione. Si è tornati a cucinare in casa e a (ri)scoprire il piacere dell’arte dei fornelli.
In linea di massima, al ristorante e anche tra le mura domestiche, si prepara e si gusta tutto quanto in modo più consapevole, ponendo maggiore attenzione alle materie prime, alle loro proprietà e ai loro possibili utilizzi.
La pandemia, ovviamente, ha svolto un ruolo di primo piano in questo scenario. Già subito dopo il primo lockdown mondiale, alla fine del 2020, i pre-adolescenti e gli adolescenti italiani, dai 10 ai 18 anni, hanno imparato a cavarsela tra pentole e padelle in famiglia, insieme ai genitori, appassionandosi e abituandosi a mettere, letteralmente, le mani in pasta.

Un esordio col mestolo in mano, per loro, avvenuto prima di quello di mamma e papà, che il più delle volte hanno indossato il grembiule per la prima volta da adulti. E si sono messi a spignattare, a sperimentare nuovi piatti, a condividere foto e video sui social.
Più che ai talent televisivi, più apprezzati da un target adulto, anche per la cucina i ragazzi si ispirano ai loro social preferiti, TikTok su tutti, con ricette provenienti da tutto il mondo preparati con pochi ingredienti, soprattutto quello che si trova già in frigo o in dispensa.
A distanza di ormai due anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, che torna a imperversare a ondate cicliche, e in base ai cambiamenti delle abitudini alimentari già in atto in epoca pre-Covid, quali sono le principali tendenze che si stanno riscontrando e che, con buone probabilità, si andranno a consolidare nel 2022?
Verso un consumo consapevole
Alcune osservazioni interessanti emergono dall’analisi Food Trends & Innovation Report, condotta dall’istituto di ricerca Censuswide per HelloFresh, un’azienda leader di box di ricette a domicilio lanciata a metà ottobre 2021 in Italia. I consumatori su scala mondiale mostrano da tempo familiarità con il suo servizio, traendone vantaggi in termini di convenienza, tempo, qualità, varietà, ispirazione in cucina e consumo responsabile.

Fa riflettere il fatto che gli ordini a livello globale siano passati da un volume di 40mila nel 2012 a 89.9 milioni nel 2021. Dal report, che è stato realizzato su un campione di più di 11mila persone di 16 Paesi, incluso il nostro, risulta come, a livello globale, nell’ultima decade i comportamenti a tavola si siano trasformati significativamente per ben il 70% degli intervistati.
Noi, nello specifico, facciamo parte di una nazione dalle tradizioni culinarie profondamente radicate e consolidate: ebbene, il 78% di coloro che hanno partecipato all’indagine, nel Belpaese, ha affermato che sia il modo di cucinare sia di scegliere gli ingredienti è cambiato e si aspetta che continuerà ad evolversi anche in futuro, così come il modo di consumare i pasti (76%). In base al report assistiamo a un cambiamento decisivo verso una cucina sempre più a base di ingredienti freschi e verso il consumo consapevole.
Cucina casalinga, ma sempre conviviale

Per il 43% degli italiani cucinare è un modo per divertirsi, a partire da un uso sempre crescente di Internet (come YouTube o altri canali e social network) per cercare nuove ispirazioni (per il 49% delle persone) e per sentirsi sempre più a proprio agio nei panni dello chef di casa (40%). Secondo il 38% degli intervistati, quest’attitudine li ha portati a valorizzare maggiormente la cucina casalinga e a utilizzare ingredienti di stagione per la preparazione dei piatti.
Si conferma la tendenza del consumo domestico dei pasti, a cui la pandemia ha indubbiamente dato una forte accelerata. Il 34% degli intervistati ha affermato di mangiare meno fuori e di trascorrere più tempo con la propria famiglia a tavola. Infatti, il 22% del campione ha dichiarato anche di cenare meno spesso davanti alla TV. Per i nostri connazionali, la convivialità davanti a un buon piatto artigianale è un trend pronto a riconfermarsi anche nel 2022 come momento di incontro sociale anche con gli amici, secondo il 33% degli intervistati. Questo aspetto non lascia dubbi sulla rivalutazione generale della cucina casalinga in futuro.
Selezione e vogiia di sperimentare
Nel contempo, è cresciuta anche l’attenzione verso la selezione degli alimenti. Il 46% delle persone è interessato alla provenienza del cibo, spende di più per la qualità degli ingredienti e compra alimenti di provenienza locale (43%), oltre a cercare di fare acquisti più sostenibili (39%). L’87% degli italiani considera positivi i propri cambiamenti in cucina, nella scelta del cibo e nelle abitudini alimentari.
Un altro aspetto prioritario su cui un terzo degli italiani ha mostrato maggiore attenzione negli ultimi dieci anni è avere un regime alimentare vario e bilanciato, il che, comunque, non va a scapito della curiosità: il 52% degli intervistati dichiara di aver voglia di sperimentare nuovi tipi di cucina e il 34% desidera usare ingredienti diversi. Più di un terzo è disponibile a provare nuovi servizi offerti dalle aziende attive nell’industria alimentare.
Meno sprechi e più “veg”

In questi anni, inoltre, sta aumentando sempre di più la consapevolezza di ciò che consumiamo. Le scelte di cibi freschi e di stagione, ma anche di diete come quella vegetariana oggi riguardano molte persone, non più una nicchia di pochi. In generale, l’attenzione verso un consumo responsabile e sostenibile determina già le abitudini di spesa di molti consumatori, una tendenza destinata a consolidarsi maggiormente nel 2022 e negli anni a venire.
Infatti il 47% degli intervistati prevede di utilizzare più ingredienti di provenienza locale nel prossimo anno, mentre un altro 43% presterà maggiore attenzione all’origine del proprio cibo. Minimizzare gli sprechi e acquistare da una filiera più sostenibile saranno la priorità per il 30% dei consumatori. A livello globale, le alternative a base vegetale – le cosiddette plant-based – vedranno una costante crescita per tutto il 2022, nell’ambito di un mercato cresciuto del 27% già nel 2020, superando i 7 miliardi di dollari, in linea con quanto diffuso dalla Plant Based Foods Association.
Si va dai formaggi vegani alle creme spalmabili a base di frutta secca come mandorle e anacardi, fino a prodotti che puntano ad avere la consistenza della carne, ma sono realizzati con proteine veg. Nel 2021, più di 580.000 persone nel mondo hanno partecipato al movimento, dimostrando un interesse e una propensione a uno stile di vita plant-based sempre più in crescita negli ultimi anni. Il 46% lo fa pensando agli animali, il 22% per la salute e il 21% per l’ambiente.
Cibo sintetico di laboratorio

Altro fronte è quello degli alimenti sintetici “in vitro”, con i primi esperimenti che riguardano pollo e polpa di granchio ottenuti in laboratorio. Secondo la società WSGN entro il 2040 sarà prodotto in questo modo circa il 40% di tutta la carne consumata a livello globale grazie alle costanti innovazioni delle biotecnologie.
C’è poi chi preferisce ridurre semplicemente il consumo personale di alimenti derivati dagli animali, inclusi uova e latticini. Sarebbero i “reducetariani”, come vengono identificati: non eliminano del tutto certi cibi, ma scelgono esclusivamente materie prime provenienti da filiere controllate e allevamenti etici.
Da una recente ricerca condotta da Just Eat, piattaforma attraverso cui si può ordinare online cibo a domicilio in tutta Italia e nel mondo, svolta in collaborazione con BVA Doxa, due italiani su tre dichiarano di aver ridotto i consumi di carne e pesce, principalmente per motivi di salute (45%), ma anche per un’attenzione al tema della sostenibilità (28%). E mentre è aumentato del 17% nel 2021 e del 70% nel 2020 il numero dei ristoranti che offrono alternative vegane nel loro menù, un connazionale su due preferisce mangiare piatti veggie – acquistati al supermercato, con servizio di asporto o di delivery tramite app – a casa propria.
Riciclo anti-spreco
Fino a pochi anni fa si parlava di upcycling, ovvero “riciclo” creativo e sostenibile, relativamente alla moda. Ma la tendenza starebbe prendendo sempre più piede anche in ambito alimentare. Qualche esempio? Una base per una pizza alternativa ricavata dalle foglie di olivo, snack a base di banane che altrimenti sarebbero andate al macero, succhi spremuti a freddo in cui sono stati utilizzati angurie e altri frutti imperfetti, semi di avocado impiegati per ottenere barrette energetiche, all’interno di catene di approvvigionamento monitorate, con un impatto positivo sull’ambiente circostante.
Ritorno alle origini

Secondo Baum+Whiteman, società internazionale di consulenza nel settore della ristorazione, il 2022 sarà l’anno dei Roots Food. Un concetto che va ben oltre la scoperta di ingredienti esotici e che porterà i consumatori ad approfondire e diffondere su larga scala la cultura enogastronomica di diversi posti, fino a oggi poco esplorata, o ancora di nicchia.
Gli chef di seconda generazione riscopriranno gli usi culinari delle nazioni di origine di genitori e nonni, riproponendo ricette tradizionali arricchite da un tocco contemporaneo, fatto di contaminazioni tra ingredienti locali e tecniche innovative. Tra le tendenze tricolori, evidenziate già negli ultimi anni, anche nel 2022 non dovrebbero mancare il forte legame col territorio e la valorizzazione delle specialità regionali, anche nella ristorazione di fascia elevata.
Immagine di copertina di PublicDomainPictures da Pixabay
Per saperne di più:
Consumo domestico e consapevole
Generazione Z e ricette da TikTok:
https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/teen/2020/10/01/ricette-da-tiktok-impazza-il-pane-nuvola-tra-i-ragazzini_620e8b1d-9cbd-46b0-8f4b-200e1252e51e.html
I trend del 2022:
https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/food/2022/01/11/veganuary-come-cominciare-il-cambiamento-per-diventare-vegani-vegetariani_f72e1d53-72e3-49e9-a6d8-981231183400.html
https://www.upcycledfood.org
https://www.baumwhiteman.com/_files/ugd/0c5d00_4c754344eb914d17ae7831fc2087ccca.pdf
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