
Se avete un dubbio scottante e non potete aspettare, ho un consiglio: provate a cercare un albero e chiedetelo a lui.
A insegnarmelo è stato Jonathan Horwitz, sciamano di lungo corso che ha insegnato in tutta Europa e negli Stati Uniti e che io ho avuto l’occasione di avvicinare durante il workshop di Ecologia Spirituale che ha condotto, affiancato dalla ‘collega’ Zara Waldeback, nella naturalistica cornice di Aurora Festival, evento intitolato allo “Spirito della Terra” per l’edizione 2014, ospitata nel cuore della dorata Val D’Orcia, che si ritrova – e non a torto – nella World Heritage List dell’Unesco dal 2004 per il fatto che quando sei lì hai la sensazione – pura – di essere avvolto di bellezza.
Due esercizi sciamanici: istruzioni pratiche
Dato che siamo abituati ad avere pillole di pronto uso per tutto, eccole qui per voi.

Horwitz ha presentato, in poche semplici mosse, due esercizi sciamanici molto potenti. Innanzitutto è necessario porsi una domanda chiara. Una volta focalizzato il proprio quesito è bene immergersi in un luogo naturale (nelle nostre metropoli, può essere anche un parco cittadino) e camminare mantenendo viva in sé la domanda, con l’unico intento di ‘farsi trovare’ dall’albero che abbia le qualità per fornirci la risposta che ci serve. Horwitz raccomanda che questa passeggiata alla ricerca d’insegnamenti sia vissuta lasciando accadere, piuttosto che agendo. “E ricordate che ogni passo è un bacio che date, coi piedi, alla terra”, dice lo sciamano preparando i quaranta partecipanti del seminario all’uscita nella natura, al termine della quale a ognuno viene suggerito di appuntare di getto su un quaderno quanto appreso. La fase due di questo esercizio, da praticarsi una volta ritornati dalla passeggiata, consiste nell’evocare lo spirito del proprio albero col pensiero, farsi insegnare a ballare da lui fino a diventare l’albero stesso, sperimentare le sensazioni che scaturiscono. Quando si ha bisogno di solidità, è molto utile adattare l’esercizio evocando ad esempio lo Spirito delle rocce, che hanno memorizzato in sé un’energia di radicamento millenaria.
Un’esperienza personale:
E’ possibile che la mera presentazione degli esercizi lasci un po’ disorientati. Al fine di rendere più chiara la potenza delle comprensioni che possono emergere da un lavoro di questo tipo, vi offro frammenti di un’esperienza vissuta, la mia. “Le informazioni che vengono dalle esperienze sciamaniche sono come quelle che arrivano dal sogno”, ha detto Horwitz. “Non pensate ma restate attenti a tutto ciò che accade, fuori e dentro di voi: vi sorprenderà. Abbiate pazienza, gli alberi hanno tempi lenti, entrate nel loro ritmo”.
Con queste premesse mi inoltro, camminando a piedi scalzi, in un giardino di alberi di ogni tipo, tanto vasto da perdere i confini e fondersi coi campi, in cui degrada spontaneamente. A tutti, Horwitz ha assegnato la stessa domanda: “Come posso ricordare la mia connessione con la Natura?”. Mi fermo all’improvviso, come bloccata dall’energia di un fico.

Il suo profumo mi dice che ha risposte per me. Mi ha trovato subito ed ecco la mia prima lezione, che appunterò sul quaderno al mio ritorno: non preoccuparti di trovare quello che cerchi, ti troverà lui. L’istinto funziona. Non dubitare. Appena mi addentro con il viso tra le foglie dell’albero, mi ritrovo faccia a faccia con un’enorme cavalletta che mi guarda a un palmo di naso. Divento molto nervosa (le cavallette mi terrorizzano sin da bambina), mi agito ma non me ne vado. Mi sposto, cambio lato dell’albero: mi sento molto meglio. Ecco un nuovo insegnamento per me: se c’è qualcosa che ti fa paura, ignorala e cambia prospettiva. Nella nuova postazione, ho l’intuizione di appoggiarmi a un ramo che oscilla ma ci metto molto a lasciarmi andare, prendere confidenza, concedere il mio peso fino ad appendermi completamente, appoggiando la testa e lasciandomi cullare. Fulminea la terza comprensione emersa da questo mini viaggio sciamanico: affidandomi, tutto mi sostiene. Affidandomi, sono mossa: non ho bisogno di fare, seguo. Lo Spirito del mio albero di fico – col quale ballerò una volta tornata in aula come tutti gli altri partecipanti al seminario – si è messo in contatto con me attraverso la sua qualità fondamentale, la flessibilità dei propri rami, che è poi entrata a far parte di me quando ho danzato diventando il mio albero.
I valori sciamanici secondo Horwitz
“Per una certa parte della mia vita io non ho fatto molte cose perché avevo paura del dolore, ma il dolore di non entrare nella vita è molto più forte di quello che ci resta dentro se non la viviamo. Tutto quello che dobbiamo fare è entrare nella vita col desiderio di ricevere quello che la vita ci offre. Io ho imparato che ci sono sempre due possibilità nelle esperienze di vita: accettare il potere oppure no. Come su un trampolino, noi ci gettiamo e quando siamo a mezz’aria gli Spiriti ci prendono. Ciò che gli antichi sapevano e che noi abbiamo dimenticato è che il mondo è pieno di Spirito, è pieno di Anima. Servono connessione, intenzione e attenzione per tornare consapevoli di questo ogni giorno. Ciò che occorre è un’azione piena di Spirito (non l’agire per l’agire).
Una curiosità interessante: gli Spiriti chiedono piccole cose, piccole azioni. Questo è importante perché ci ricorda che ogni cosa fa la differenza e ciò infonde fiducia. Infine, ricordiamoci che non dobbiamo lottare contro qualcosa ma lottare per. Per sentire la presenza di semi della pace nel nostro cuore e lasciare che crescano con gioia”.
Link correlati:
http://www.shamanism.dk
http://www.shamaniccommunity.org
http://www.shamanicpractitioners.org.uk
http://www.shamanicvoices.org.uk
http://www.shamansociety.org
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