di Donatella Galletti. Un ritratto di un grande musicista, scomparso un anno fa, nel ricordo di amici e colleghi.
L’anno scorso a settembre Giorgio Ferraris, dopo tre mesi passati un po’ di qua e un po’ nell’aldilà, è approdato oltre il velo.

Una premessa è d’obbligo: qualche anno fa quando la mia auto si è rifiutata di partire ho iniziato a guardare Youtube: e così sono arrivata ad un video di Manuela Pompas.
Ho pensato che la dovevo assolutamente conoscere di persona, visto che la seguivo da quando scriveva su Gioia, e nel giro di poche ore mi è stata presentata, per una serie di eventi concatenati che ora non elenco.
Giorgio la conosceva e si erano persi di vista, evidentemente dovevo essere un tramite, o forse il contrario, chissà. Giorgio faceva incontrare le persone.
Eccolo nelle parole di Manuela: «Proprio in occasione della presentazione del mio libro Siamo tutti sensitivi l’ho ritrovato dopo 65 anni che non lo vedevo. Già, perché Giorgio era mio compagno delle elementari e mio vicino di casa. Giocavamo insieme ai giardinetti sotto casa. Eravamo due pellerossa contro tutti gli altri, che facevano i cow-boys. Oggi mi chiedo se ci eravamo già conosciuti in una vita da nativi americani».
Una personalità nel mondo della musica antica
Parlare in suo ricordo mi è arduo: è stato una personalità nel mondo della musica antica e della liuteria, ha acquisito titoli, conoscenze, riconoscimenti al pari di una collezione incredibilmente ricca di strumenti antichi, Ha lasciato un vuoto alla famiglia e un’impronta nel cuore dei tantissimi amici e conoscenti, che lo rimpiangono con affetto e nostalgia.
Riporto quanto dice il figlio Nicola, che sintetizza molto bene un carattere in poche parole: «Lui è stato più di un padre, è stato anche maestro di vita, mi ha insegnato i valori fondamentali che mi guidano ancora oggi. La sua generosità e il suo ottimismo saranno sempre una guida per me e un esempio per i nipoti e tutti quelli che lo hanno conosciuto. Grazie di tutto, papà».
Un’anima tra due mondi

Si potrebbe definire un’anima tra due mondi: da una parte uno spirito retto e inflessibile nella correttezza, tale da non disdire mai un impegno preso con un amico, a qualunque costo, dall’altra un’anima aperta, flessibile, curiosa e cosmopolita.
Dice Manuela: «Era un bambino serio, educato, ed è diventato un adulto serio, compito, educato, colto, un signore di altri tempi. Era molto emotivo, ma nascondeva la sua sensibilità e le sue emozioni dietro una maschera di – quasi – impassibilità. Non manifestava il suo ego, era semplice, poco autoriferito, anche autoironico».
Gli occhi azzurri erano probabilmente ereditati dalla madre austriaca, insieme – mi piace pensare – ad una dolcezza di modi e generosità tenuti spesso gelosamente protetti e nascosti.
La vita, dopo una laurea in Economia e Commercio, gli aveva proposto un lavoro in un’agenzia pubblicitaria e grazie agli studi aveva trascorso un periodo in Giappone. La passione per la musica però prevalse e scelse di suonare il liuto, strumento antico e complesso, dopo aver studiato chitarra classica in Conservatorio a Milano e liuto a Verona e in Inghilterra. Economicamente era una scelta significativa, non si trattava di diventare un cantante rock.
La musica per dare agli altri

Insegnava chitarra presso la Civica Scuola di Musica di Milano, ed è lì che lo conobbi, da ragazzina. Non era il mio insegnante, ma la sua classe era sempre aperta: aveva riempito l’armadio di ordinanza con i suoi libri di musica, di intavolature (ovvero la notazione con la quale è scritta la musica per liuto), ed era sempre prodigo di consigli, di rassicurazioni ove ce ne fosse bisogno, e pronto a prestare qualsiasi suo libro.
Erano testi spesso costosi che un allievo non si sarebbe potuto permettere. Aveva attaccato un foglietto alla parete interna dell’armadio e ricordo che una volta mi disse di segnare il mio nome perché poi gli allievi si dimenticavano e i libri non rientravano, ma non ne sembrava particolarmente preoccupato.
Prestava un libro e si metteva a discutere i pro e i contro di una certa trascrizione o di un certo autore, poi magari si proseguiva la discussione al bar della scuola davanti ad una fetta di torta fatta in casa, insieme a qualche altro allievo o musicista. Racconto questo aneddoto per un ritratto della persona: è quanto uno dà agli altri e lascia nei cuori, quello che alla fine conta di una vita trascorsa, non i titoli raccolti come su un pallottoliere.
L’insegnamento del liuto
Dopo qualche anno in Civica, fu tra i fondatori della Civica Scuola di Liuteria, dove insegnava liuto. Contribuì alla costruzione di un certo tipo di strumenti, sia chitarre che liuti, che rispettasse una tradizione storica: i chitarristi all’epoca suonavano sulle grandi chitarre Ramirez, mentre le chitarre dell’Ottocento erano più piccole e maneggevoli. Se ora la musica per chitarra dell’Ottocento si suona su copie di strumenti storici, si deve anche a lui.
Lo ricorda con grande affetto anche il liutaio Francesco Cafagna, un suo ex allievo. «All’epoca venivo costantemente sgridato e trattato con meno riguardi di altri perché arrivavo in ritardo e non ero ligio ai miei doveri di studente. Una volta uscito dalla scuola, con un mio laboratorio, ancora ricevevo le visite di Giorgio, che spesso mi riprendeva per il disordine o perché gli strumenti non erano a punto.
Solo dopo un duro tirocinio e parecchie visite, seppi che Giorgio mi raccomandava ad altri lodando il mio lavoro (ma in segreto). È come se ancora adesso mi seguisse, se mi aprisse delle strade e facesse conoscere musicisti, che ora arrivano da me con i suoi strumenti».
Tim Watson, architetto, amico e suo studente, che ha scritto un bellissimo In memoriam di sei pagine, mi scrive: “Come studente di Giorgio, ancora oggi quando studio, ogni tocco delle dita, ogni battito del mio piede, sento il suo insegnamento’”
Aveva in programma di rintracciare tutti i suoi allievi e invitarli a casa sua per una rimpatriata, già si era messo sulle tracce di alcuni persi di vista, come un detective, e li aveva ricontattati.
Una vita per la musica

Per Giorgio chi suonava insieme era un amico, prima che un collega. Uno dei primi gruppi importanti di musica antica nel quale suonò fu quello di Lorenzo Girodo. Dice Lorenzo: «Conobbi Giorgio intorno alla metà degli anni Settanta, in pieno fervore per la riscoperta della musica “antica”.
Un suonatore di liuto all’epoca era merce rara e la sua voglia di buttarsi nell’impresa era genuina e piena di entusiasmo. Fu così che fondammo lo Studio di Musica Antica insieme ad altri quasi pionieri e Giorgio si attrezzò di buon grado con copie di strumenti fedeli e facemmo della filologia una bandiera.
Disponibile ed arguto, ci lanciammo insieme col fervore della gioventù e la voglia di riscoprire unita al suo senso acuto dell’amicizia, a sperimentare ed approfondire la pratica della musica rinascimentale e barocca: un mondo affascinante e pieno di sorprese. Così la collaborazione divenne stabile e il piacere del suonare si intensificò con gli anni.
Giorgio mi rivelò tra le altre cose il segreto della marmellata di arance di cui era maestro e ancora oggi non posso dimenticare il piacere e l’allegria del suonare con lui e la sua estrema signorilità e il tatto che lo ha sempre contraddistinto».
In seguito fondò un suo gruppo, chiamato Ensemble Baschenis, dal nome della famiglia di pittori alla quale dedicò diversi studi.

La fondazione di tanti gruppi musicali
Alessandra Milesi, violoncellista del gruppo Baschenis, dice: «Con Giorgio e Marco (Capucci ndr) abbiamo fondato l’Ensemble Baschenis nel 1993. Insieme abbiamo passato momenti indimenticabili costruendo nuovi programmi, preparando concerti e dischi.
Nella concentrazione delle prove e nel confronto musicale non mancava mai qualche scambio più personale e qualche battuta sagace, il che ha reso il legame di gruppo ancora più intenso e forte».
Giorgio era tra i soci fondatori della Società del Liuto italiana, e suonava con entusiasmo nella European Lute Orchestra, che si è esibita in Italia e in Europa.
Negli ultimi anni lavorava con Maurizio Carnelli (importante pianista milanese) ad un’Associazione Musicale Italia-Corea, per concerti, conferenze e altro.
I suoi concerti per gli amici
Non solo Giorgio suonava, ma si occupava di tutto quanto aveva a che fare con la musica. Beppe Nava, suo caro amico e signore di altri tempi, organizzava concerti in casa tra amici come nell’Ottocento, con esecutori di alto livello.
Ecco cosa dice: «Giorgio aveva qualità artistiche, passione vera per una musica delicata, umanità, bontà, signorilità, classe e cordialità. Quasi impossibile trovare tutte queste qualità in una persona.
Era il vero “spirito guida” dei salotti musicali che io (in realtà lui) organizzavo. Bastava che informassi della presenza del Maestro Ferraris che musicisti di alto livello animassero con la loro arte il raduno di tanti amici. Ciao Giorgio, vero grande amico».
L’apertura verso gli altri
Non c’era giorno nel quale non facesse qualcosa per qualcuno, per migliorare una vita altrui, ma non voleva sentirsi ringraziare. Era capace di correre in farmacia e portare un farmaco a chi aveva bisogno dall’altra parte della città, o tornare indietro mentre era già partito per la villeggiatura per andare a recuperare amici che avendo perso il treno avrebbero dovuto passare la notte in stazione, e portarli a casa, fuori Milano.
Offriva sempre ristoro e alloggio a musicisti anche stranieri di passaggio in città, e organizzava concerti privati in casa sua, fornendo praticamente da solo il catering (cucinava benissimo e sapeva servire anche venti persone apparentemente senza sforzo). Se c’era un chitarrista che secondo lui meritava attenzione, gli prestava le costose chitarre dell’Ottocento che possedeva, gli organizzava un concerto, gli faceva pubblicità.
A proposito della classe e signorilità di cui parla Beppe Nava, Giorgio raccontava che da bambino fu investito da un’auto e riportò una grande botta alla schiena e un grande spavento. Appena investito, la prima cosa che fece fu scusarsi con il guidatore per aver attraversato la strada di corsa. Diceva di essere stato miracolato.
La radiestesia e il mondo esoterico
Già da giovane si era interessato ad esperimenti di psicocinesi ed aveva una ricchissima collezione di opere sulla parapsicologia, la metafonia ed argomenti affini. Da un certo punto in poi della sua vita si è interessato alla radiestesia e quindi faceva parte dell’AIR, l’Associazione Radiestesisti Italiani, dove aveva seguito diversi corsi; ed era in grado di trovare un corso d’acqua sotterraneo o altre energie.
Anche qui stava tra due mondi. Non ci credeva del tutto: maybe (forse) era la sua espressione preferita di fronte a fenomeni non dimostrabili, e doveva aver portato a tedio anche il mondo “di là”, perché gli arrivavano, tramite altri, messaggi quali: “Ci cerchi ma poi non credi che esistiamo”.
Chissà ora che si dicono.
Ciao Giorgio
L’articolo doveva finire con le parole sopra, Manuela mi ha mandato però una testimonianza che ci dà una seconda conclusione o forse un nuovo inizio. Giorgio infatti riesce a farsi sentire presente in vari modi, in modo molto preciso e inconfondibile, sia con le persone che conosceva, sia con chi non lo ha mai incontrato “di qua”.
Nelle parole di Manuela: “Per quel poco che l’ho frequentato è stato un vero amico. Ha portato la musica classica nella mia vita e il senso dell’amicizia disinteressata. L’ho visto andarsene, ed è stato un grande dispiacere, anche se so perfettamente che è più vicino di prima alla sua famiglia e ai suoi amici. Ogni tanto lo percepisco, perché lui cerca anche di manifestarsi, di dirci che c’è ancora. Mi piacerebbe dirgli: «Ciao Giorgio, tanto ci ritroviamo di là e forse nella prossima vita».
Per saperne di più:
♣ Sulle ricerche dei sensitivi nel Castello di Galliate, con ricerche radiestesiche di Giorgio Ferraris
♣ Giorgio Ferraris presenta il suo CD “My Fortune”
♣ Video sull’Ensemble del Riccio, uno dei gruppi nei quali suonava Giorgio Ferraris
♣ Video e notizie su Maurizio Carnelli
CD Giorgio Ferraris My Fortune vol I II ediz Ducale
CD Ensemble Baschenis “The Early Mandolin” – vol 1, 2, 3 ediz Ducale
CD The Viola and The Mandolin: Accomplices and rivals
CD La Musica di Caravaggio Ensemble Baschenis
CD era di Maggio Ensemble del Riccio ediz Concerto
Leave a Reply