A Montichiello, un piccolo borgo senese, sono capitata “per caso” insieme a una collega, perché lì avevamo preso una stanza in un delizioso B&B per seguire un convegno sullo shamanesimo a Pienza. Passeggiando di sera, abbiamo avuto una bella sorpresa. In una piazza avevano montato un palco per mettere in scena un lavoro teatrale, che verrà presentato a fine luglio. E così abbiamo assistito alle prove, dirette da Andrea Cresti, che in questo borgo ha un suo spazio come pittore.

“Durante l’anno tutto il paese si riunisce e crea una storia basata sulle problematiche quotidiane, le difficoltà, i problemi lavorativi e familiari”, ci dice. “Poi io coagulo il lavoro della “Compagnia del teatro povero”, che quest’anno si chiamerà “Tempi veleniferi” e verrà messo in scena dal 25 luglio al 14 agosto”, spiega. Povero ma con un seguito interessante.Questa iniziativa mi ha fatto pensare a un Paese vivo, vitale, con grandi talenti, che trova il modo di esprimere la sua creatività, che unisce le persone con un progetto divertente: in un momento così difficile si recita sul palcoscenico le proprie nevrosi, i dubbi, le paure, le problematiche quotidiane, di cui si scopre anche un lato umoristico, si impara a ridere di sé e della vita. Uniti sul palcoscenico – che diventa anche terapeutico – e nella vita. Mi viene in mente filo filò, il tramandarsi favole e leggende davanti al camino, pensando ingenuamente di essermi imbattuta in qualcosa di “artigianale”, d’improvvisato, di talenti naturali…
Invece, navigando in Internet, scopro la mia ignoranza. Andrea Cresti, nato a Roma e poi trasferitosi con la famiglia a Montichiello durante la guerra, è un vero e proprio figlio d’arte: il padre e altri membri della famiglia dipingevano per professione, mentre la nonna scriveva commedie per marionette, trasmettendogli così l’amore per la pittura e per il teatro. Raffinato acquarellista, con al suo attivo cinquant’anni di mostre personali e collettive, è infatti anche regista e commediografo. Ha tenuto laboratori di teatro per le scuole medie, l’Università e le amministrazioni comunali e corsi di scrittura teatrale.
L’idea del “teatro povero”, in cui convivono pittura e teatro, è nata in lui negli anni ‘60, lavorando a Firenze con i pittori da strada. Da allora Cresti scrive i testi, li mette in scena, ne cura i progetti e introduce, dopo i primi quindici anni di attività, una nuova e fortunata idea di scenografia. Questa complessa esperienza artistica dura ancora oggi, dopo anni di assoluta dedizione al lavoro teatrale, in cui la pittura ha sempre ricoperto un ruolo importante, complementare all’attività teatrale.

“La Compagnia del Teatro Povero è nata a Montichiello nel ’65, in concomitanza con un momento di grande crisi per la mezzadria nella Val d’Orcia, quando, in seguito al miraggio del lavoro nelle industrie, c’è stato un processo di spopolamento nei piccoli borghi”, racconta Cresti. “Una crisi sociale, economica, politica e anche umana. Ma era anche un momento di rivitalizzazione per il teatro, si faceva teatro nelle cantine, c’era il teatro d’avanguardia di Corrado Augias, il teatro povero di Grotowski, il Living Theatre. L’esperienza dell’autodramma è iniziata mettendo in scena testi scritti all’inizio da Mario Guidotti e poi si è sviluppata con la partecipazione attiva di tutto il paese. Via via, abbiamo messo in scena, oltre al teatro classico (Moliére, Gogol, Cecov) grandi temi, l’aborto, l’obiezione di coscienza, la legge 180 (quando chiusero i manicomi, a Siena abbiamo avuto anche un anno di contatti con i malati di mente), la condizione femminile, la guerra dell’Iraq, la speculazione finanziaria, la corruzione. Ma abbiamo anche affrontato le tematiche che riguardano una piccola comunità e le singole persone. E pur trattando tempi importanti, fin dalle prime riunioni abbiamo deciso di alleggerire i testi, intrecciando ai passaggi in cui si affrontano i disagi momenti divertenti”.
Il Teatro Povero è stato ospite anche in altri Paesi o città italiane e ha anche vinto alcuni premi, tra cui il premio Hystrio e nel 2012 l’Ubu, che viene consegnato al Piccolo teatro di Milano. “Abbiamo un buon seguito della stampa specializzata e un pubblico di 4/5000 spettatori”, conclude Cresti. “Abbiamo uno spettacolo in piazza d’estate e uno in un teatro locale d’inverno. E organizziamo anche laboratori per i più piccoli e per i ragazzi”.
Monticchiello (Pienza), “Tempi veleniferi”, dal 25 luglio al 14 agosto.
Per info: www.teatropovero.it
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