di Giorgio Cozzi. Ritratto di un personaggio controverso e misterioso, corteggiato, temuto e perseguitato dai potenti e soprattutto dal Vaticano, che lo fece rinchiudere a San Leo.
La leggenda assegna al personaggio Cagliostro un ruolo da “grande”, tuttavia la sua storia è talmente intricata e imbevuta di ambiguità, che non si è ancora deciso se si tratti di un maestro o di un semplice imbroglione opportunista.
Nemmeno i dati anagrafici che lo riguardano sembrano così certi, anche se viene riconosciuto come Giuseppe Balsamo, nato a Palermo il 2 Giugno 1743, in una famiglia modesta di un mercante, Pietro Balsamo, e morto, secondo le testimonianze il 26 agosto 1795, in una segreta della Rocca di San Leo dove il Papa, Pio VI lo fece rinchiudere a vita, graziandolo della pena di morte per il pentimento ufficiale che Cagliostro emise sui principi eretici che aveva sostenuto e diffuso.

I dati anagrafici sembrano indicare un’esistenza fisica allocata in una persona ben specifica, tuttavia esistono racconti e leggende che mettono in dubbio questa semplice verità: secondo una diversa linea di pensiero il nome di Giuseppe Balsamo fu utilizzato da un personaggio misterioso, occultista ed esoterista che ne indossò i panni, sfuggendo a mille traversie che accompagnarono la sua leggendaria vita.
Nei 52 anni della vita attribuita a Giuseppe Balsamo successero molti avvenimenti che talvolta lo portarono in auge e talaltra in carcere, dalla fama alla povertà, dal riconoscimento di poteri taumaturgici a accuse di truffe e imbrogli.
Sta di fatto che ancora oggi il personaggio Cagliostro, chiunque fosse in realtà, viene ricordato come un uomo di grandi capacità e di forte carisma, un iniziato di possenti conoscenze, a cui si attribuiscono doti di guaritore, taumaturgo, che contrastano vivacemente con notizie difformi di pazienti importanti, anche di stirpe regale, accentuando il dubbio di una sovrapposizione di persone: il possibile imbroglioncello Balsamo e l’astuto mago Cagliostro che ne utilizzò il nome.
Prendendo spunto dalle note biografiche, per quanto incerte, sembra che molte conoscenze il Balsamo le abbia acquisite in seminario, dove apprese soprattutto tecniche farmaceutiche di cui sicuramente si servì nel corso della sua vita, improvvisandosi (o essendo) un curatore di corpi e di anime, comunque non del livello che si attribuisce al Cagliostro leggendario.


Balsamo si sposò giovane con una fanciulla di 14 anni, Lorenza che con alterne fortune e tradimenti, sarà la sua partner in tante occasioni di accesso ai potenti.
Risulterebbe infatti che fosse una grande seduttrice e con le sue doti maliarde avrebbe affascinato uomini importanti legandoli al carro del marito, che mostrava di non avvedersene, salvo riportarla all’ovile all’occorrenza, praticamente quando non diventava più utile sfruttare la protezione ottenuta e il benessere elargito.
La dicotomia tra il personaggio storicamente identificato come Balsamo e il potente mago Cagliostro sembra ancora più evidente quando si prendono in esame gli eventi della vita del siciliano. Viaggiò moltissimo con lei, in tanti Paesi diversi, anche perché spesso dovette abbandonare le località in cui s’insediava perché scoperto, così narra la sua biografia ambigua, a imbrogliare o truffare.
Eppure la cosa sorprendente è che lui o Cagliostro nei suoi panni, conquistò l’attenzione e l’appoggio di potenti, quali il Cardinale Rohan, invaghito di Lorenza che lo protesse in ogni modo, il filosofo Lavater, oppure i reali di Francia, finché non fu rifiutato per maldestre operazioni di guaritore senza effetti evidenti.

Fatto che non sembra corrispondere ad una figura così elevata come tratteggiata nelle memorie di Cagliostro. Tra l’altro Balsamo era stato incarcerato con la moglie, per un furto di una collana preziosa, ma si scoprì che si trattava di un raggiro della marchesa La Motte, per cui ricevette la grazia e poi fu costretto all’esilio.
Un’altra stranezza è legata al fatto che dopo l’allontanamento subìto dalla corte Francese, Balsamo (o Cagliostro?) si spinse a fare previsioni, poi avverate, della presa della Bastiglia e della fine della monarchia, mostrando capacità precognitive di ordine superiore. Risulta anche che perse alcune protezioni, quando s’innestò il nuovo potere, Balsamo cercò anche di aderire all’ordinamento che si era creato, salvo poi non riuscire a trarne vantaggio ad ulteriore conferma di una personalità non così forte quale era attribuita a Cagliostro. Un vero giallo storico.
Partendo dall’ipotesi di una sola persona, quindi se Balsamo è Cagliostro, possiamo domandarci che cosa aveva provocato la sua ascesa, seppur intessuta da condanne in diversi Paesi? Probabilmente possedeva conoscenze elevate, non solo in campo farmaceutico, bensì anche nei poteri di influenzamento, forse anche di manipolazione, che gli consentivano di arrivare a contattare persone di alto lignaggio e di ottenere da loro prebende sostanziali. In realtà si sa di lui anche che curava, senza guadagno, molte persone, facendo parlare di sé per le sue doti e per la sua equanimità, ciò che presuppone valori alti, ben distanti da approfittamenti e brogli.
Proprio queste doti devono avergli consentito di entrare in contatto con i Massoni, un gruppo di persone che lavoravano per incidere sull’evoluzione umana e sociale.
Essi basavano il loro potere, in parte materiale, su conoscenze occulte che si manifestavano attraverso riti specifici, di cui evidentemente Balsamo-Cagliostro si impadronì, sviluppando un suo potere interno all’organizzazione e progressivamente allargando il campo d’azione, costituendo varie Logge in giro per l’Europa, conquistando sempre più fama e prestigio, mettendosi continuamente in evidenza con le doti presunte o vere di taumaturgo, tuttavia anche di ispiratore e propugnatore di cambiamenti epocali.
In sostanza veniva considerato un Alchimista e un esoterista, capace di mirabilie.


Proprio questa parte delle sue attività lo portò a rappresentare un pericolo per la Chiesa, e il Vaticano non vedeva l’ora di poterlo fermare, per cui accanto ai tanti amici e protettori, Cagliostro si trovò a fronteggiare nemici sempre più acerrimi, particolarmente in Vaticano.
Lui forse non si rendeva conto del pericolo, confidava sulle sue gesta di cui si parlava così tanto (era acclamato dalla folla quando incarcerato) e sull’ascendente che aveva in molti ambienti altolocati, tra cui gli stessi massoni, senza prendere coscienza che alcuni o molti di lor, a torto o a ragione, lo reputavano un mascalzone.
Cagliostro riuscì nell’intento di tornare a Roma, grazie al Vescovo Thun, condizionato dallo charme di Lorenza, e qui iniziò a esercitare il “Rito Egizio” che rivolgeva ai nuovi adepti e che era sicuramente contrario ai principi vigenti della struttura ecclesiastica, fatto non condannato in Paesi tolleranti, mentre a Roma non poteva esserlo a lungo. I suoi nemici pare che fecero partecipare un frate ai suoi riti per entrare in Massoneria, così che poi poté denunciarlo per eresia.
In realtà il Vaticano ebbe modo di accertare che Cagliostro aveva scritto al nuovo regime francese con l’intenzione di trasferirsi in Francia, fatto che venne interpretato come sedizione e comunque attività politica contraria al papato. Il Tribunale che affrontò il caso ottenne da Lorenza una confessione, estorta o indirizzata dai suoi parenti, che lo indicava come massone, eretico e sedizioso. Il processo, probabilmente una farsa, lo condannò a morte e solo una reprimenda di Cagliostro lo salvò dalla morte immediata, ma non dal carcere a vita.


Gli eventi della vita di Giuseppe Balsamo, ammesso che fosse proprio questo il suo vero nome (esistono ancora dei dubbi) sono descritti in modo tale da far emergere una figura di avventuriero, imbroglione, truffatore, opportunista, tuttavia esistono anche prove di un suo grande potere personale, magnetico (riconosciuto anche da Franz Anton Mesmer), che gli consentiva di fare cose grandiose, sia di tipo terapeutico, sia di tipo magico, tanto da mettere addirittura in dubbio che fosse veramente morto quel 26 agosto 1795.
In certi circoli per tanto tempo si è creduto ad una presenza, più fisica che spirituale, di Cagliostro, come se fosse sfuggito alla morte o si fosse, così si dice, reincarnato in altri personaggi. Il mistero che lo circonda arriva a indicare una possibile manipolazione dei carcerieri, che avrebbe indotto infine a salvargli la vita, forse con una sostanza, di cui era probabilmente esperto, che gli avrebbe dato una sorta di morte apparente, utile per poi risvegliarsi e continuare a vivere segretamente. Forse sono tutte fantasie che i suoi esegeti hanno ideato per non perdere il loro eroe, ambiguamente vissuto tra mistero, magia, opportunismo. Così il mito di Cagliostro avvince ancora oggi, mistero dei misteri.
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