di Romana Sartori. Una dottoressa, che utilizza la medicina naturale, spiega come ha affrontato in questi mesi il Coronavirus con l’omeopatia.

Ho scritto questo articolo perché, in questo clima di panico, sento la necessità di rassicurare le persone. Bisogna che si sappia che il Covid si può curare anche con l’omeopatia, evitando (quasi sempre) per chi fa questa scelta i farmaci di sintesi.
Già nel novembre 2019 mi lamentavo dicendo: “Ma com’e difficile da curare l’influenza di quest’anno!”, perché normalmente consiglio una terapia invitando il paziente a rifarsi vivo se ha qualche problema e in genere lo risento al massimo una volta, per gestire la convalescenza. Spesso non lo sento più perché, se lo curo da tempo, sa da solo come comportarsi.
Quindi con più fatica, e chiedendomi come mai i farmaci conosciuti e sperimentati da tempo non fossero sufficienti, ho “rinforzato” le terapie e ho ascoltato i pazienti dire: ”Sto meglio ma sono ancora tutto dolorante” oppure: ”Non ho più febbre ma ho una tosse fastidiosissima”. Però sono guariti tutti e senza conseguenze.
A febbraio 2020 inoltrato si è saputo del virus che si era diffuso in Cina e poi anche nel resto del mondo, e questo mi ha dato la spiegazione che cercavo.
Come avevo fatto a curare il Covid?
Semplice fortuna: sono stata fortunata perché le persone mi telefonavano se non ai primi sintomi perlomeno solo dopo qualche giorno, e fortunata perché sono impaziente e non tollero di aspettare gli eventi senza intervenire, quindi ho sempre modificato da subito le terapie, avendo la percezione che “stavolta era un’influenza cattiva”.
E infatti il segreto è esattamente questo: non perdere tempo ed intervenire il più presto possibile, perché i primi 5 giorni sono quelli che servono al virus per replicarsi prima di aggredire, in una seconda fase, il polmone ed altri organi e, a circa una decina di giorni dai primi sintomi, causare la tristemente nota “tempesta citochinica”, cioè una serie di reazioni biochimiche a cascata che producono una imponente infiammazione.
Che cosa sono le citochine?

Le citochine sono glicoproteine prodotte da numerosi tipi di cellule di tutto l’organismo e hanno struttura e funzioni diverse.
Nel caso delle infezioni, il loro compito è creare infiammazione, cioè assicurare un maggior apporto di sangue al tessuto colpito, in modo che le cellule del sistema immunitario, per esempio i globuli bianchi, possano recarsi in loco in tempi più rapidi e fagocitare l’agente infettivo.
Purtroppo però la reazione spesso è eccessiva e l’infiammazione, nata come difesa, si traduce in un danno tessutale.
Per inciso: i bambini generalmente hanno una risposta immunitaria – e quindi infiammatoria – più contenuta al Covid, perciò si ammalano molto meno degli adulti.
Nel polmone l’eccesso di infiammazione si traduce in un ispessimento delle pareti degli alveoli polmonari. L’ossigeno, che deve passare dall’alveolo al sangue contenuto nel capillare della parete alveolare, trova una barriera più spessa da attraversare e lo stesso avviene per l’anidride carbonica che deve fare il percorso inverso.
Ecco perché si è diffuso l’uso del saturimetro: per misurare l’ossigenazione del sangue, che è diminuita. Il paziente avverte una “mancanza di fiato”, prima solo camminando o parlando, poi anche a riposo. Compaiono anche un senso di peso e dolori a tutto il torace.
La tosse è stizzosa e molto insistente. Siamo già alla fase della polmonite interstiziale bilaterale. Successivamente ci saranno le alterazioni della coagulazione che creano i danni tessutali permanenti o, nel peggiore dei casi, l’exitus. Ecco perché si deve intervenire subito.
Quali rimedi usare ai primi sintomi
Oltre a una serie i integratori, come vitamina C e D ad alto dosaggio e Zinco, indicati fin dall’inizio da molti colleghi, come omeopata ho ovviamente utilizzato farmaci omeopatici o fitoterapici che erano già in commercio, semplicemente prescrivendo più prodotti del solito.
I principi attivi che hanno funzionato sono ben conosciuti: l’Echinacea, che stimola le difese immunitarie, il Ribes Nigrum, che è un potente antinfiammatorio, la Rosa Canina, che contiene vitamina C quindi ha azione antiossidante, lo Zenzero, che sembra essere antinfiammatorio e antitrombotico, e la Baptisia Tinctoria, che potenzia le difese immunitarie e ha azione benefica sullo stomaco sul fegato e sulle mucose.
Altri prodotti contengono Betaglucano, uno zucchero complesso che stimola il sistema immunitario e nutre il microbiota intestinale, oppure Zinco, che è un elemento presente in tutti i biocatalizzatori, quindi partecipa a tutte le reazioni biochimiche e al buon funzionamento del sistema immunitario.
Rinforzare il sistema immunitario

Ma soprattutto ho utilizzato Tabebuja, che oltre a potenziare il sistema immunitario e a collaborare al buon equilibrio del microbiota intestinale, ha la particolarità di rompere il capside del virus, lasciando quindi il filamento di RNA incapace di penetrare nella cellula, di fatto inattivato.
Solo più tardi, quando l’infezione si era diffusa in modo preoccupante, mi sono stati presentati prodotti contenenti Quercetina, antinfiammatorio ed antiossidante, Lattoferrina, che secondo alcuni studi impedisce al virus Sars-CoV 2 di entrare nelle cellule dell’individuo ospite.
Ho anche iniziato ad usare anticorpi monoclonali omeopatizzati, nell’intento di proteggere le cellule dall’attacco del virus sia in fase di prevenzione che in fase di infezione in atto, e anche l’Esperidina, una sostanza presente negli agrumi che modula le reazioni infiammatorie e immunitarie e ha un effetto protettivo sui vasi sanguigni.
Naturalmente sarà il medico a scegliere un’associazione di prodotti adatti ad ogni paziente.
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Bravissima. Grazie Romana, tienici informati❤️❤️❤️💖💖
Ho letto il tuo articolo con molto interesse. E’ molto importante, in questo clima di incertezza e panico, diffondere contenuti positivi e rassicuranti. Grazie Romana!
Per prevenire che si può prendere? Grazie😘💕