di Ester Patricia Ceresa. Lo studio del linguaggio corporeo comprende anche l’analisi delle forme: visi (e corpi) rotondi, quadrati, ovali, rivelano caratteristiche diverse della personalità.
La Morfofisiognomica si propone di conoscere la natura dell’uomo attraverso lo studio della sua forma. L’etimologia del termine, Morfé (Forma), Physis (Natura) e Gnosis (Conoscenza), rivela i trucchi del mestiere ovvero caratteristiche, scopi e mezzi usati per arrivare dritti all’essenza della persona attraverso lo studio e l’analisi della sua figura.
Perché studiare la forma?
Perché la morfologia in natura ha un suo senso logico, una struttura intrinseca, estrinseca e quindi una funzione ben precisa. Esseri viventi e inanimati hanno quel determinato disegno a ragion veduta; lo stesso vale se estendiamo la riflessione a tutto l’Universo creato. La forma esprime un pensiero, un’idea e racconta una storia: l’intenzione nascosta della Natura, della sua visione nella creazione ed evoluzione inarrestabile.

Forme quadrate hanno caratteristiche e capacità diverse rispetto a quello tonde o triangolari, materiali come il sasso o il legno hanno differente consistenza e funzionalità. Lo sanno bene gli studi di architettura che sono sempre partiti dall’analisi e dall’esame delle forme già presenti in natura per riprodurle a seconda dell’uso di destinazione, impiegando i materiali più adatti allo scopo.
Ad esempio, se voglio valutare una persona professionalmente mi concentrerò sugli elementi collegati alle capacità lavorative, viceversa se il mio interesse è rivolto alla sfera personale si selezioneranno soprattutto informazioni relative al modo di vivere le relazioni di coppia, l’amicizia e la famiglia.
Quindi anche gli esseri umani rispondono alla legge universale della forma, dove le linee non sono affatto buttate a caso ma rispondono a modelli funzionali: quindi il profilo risulta indissolubilmente legato alle loro peculiarità, a ciò che sono in termini di facoltà e qualità.
La nostra presenza fisica è una vera e propria presentazione di se stessi in ogni declinazione di pensiero, sentimento e azione. Se potesse parlare direbbe: “Io sono, vengo da, questa la mia infanzia, la penso così, questi i miei sentimenti predominanti, queste le mie inclinazioni e talenti, questo il mio stato di salute, queste le mie aspirazioni, le mie passioni…”.
Un numero infinito di informazioni
Le informazioni trasmesse sono da capogiro, talmente tante da rendersi necessaria una selezione a seconda della destinazione d’uso. In altri termini: cosa mi interessa conoscere nello specifico della persona? Perché come in un macrosistema dal generale si può andare nel particolare e per la legge del macrocosmo e microcosmo ciò che risulta nel “grande” risulta anche nel “piccolo”.
Significa che il corpo nel suo insieme ed ogni singola microarea di cui è composto mantengono la stessa versione, insieme e sottoinsieme composti dalla medesima sostanza informazionale. Ecco il perchè delle branche specifiche degli studi sul legame, ad esempio, tra carattere e forma delle orecchie o della mano o della testa e via dicendo. Come in un frattale la stessa informazione viene ripetuta all’infinito, sia nell’infinitamente grande che nell’infinitamente piccolo.
La correlazione tra la mente e il corpo

Qual’è esattamente la correlazione tra i tratti psicologici, morali e le caratteristiche fisiche di una persona? La risposta fondata individua la sorgente nella connessione mente-corpo: molto semplicemente la mente modella il corpo e il corpo modella la mente.
In sostanza il modo in cui la pensiamo è come se fosse lo scultore che delinea le forme fisiche e quello che facciamo del nostro corpo influenza il nostro pensiero, il nostro sentito etc. Del resto, quando si vuole temprare il carattere di qualcuno, gli si consiglia un duro programma di allenamento, pienamente consapevoli del legame indissolubile fra corpo e mente; eppure siamo meno consapevoli di come possiamo cambiare il nostro aspetto fisico anche attraverso il cambiamento del nostro cogitare.
Per capire come funziona e quindi come fa la nostra mente a disegnare la nostra immagine si potrebbe semplificare il processo traducendolo in una semplice formula in tre passaggi:
- Pensiero = Espressione
- Pensiero ricorrente= Espressione ripetuta
- Pensiero stabilizzato e cronicizzato= Espressione fissata
L’esame della correlazione fra il modo di pensare e la figura umana ha individuato una corrispondenza, quel determinato tipo di forma mentis; ad esempio una mentalità curiosa lascia su persone diverse età, genere, razza e locazione le stesse identiche tracce. Nello specifico le sopracciglia sono molto lunghe e distanziate dagli occhi, la circonferenza dell’occhio è tendenzialmente tondeggiante, la testa espansa nella parte superiore del cranio.
Gli strumenti più innovativi di questa disciplina

Fra gli strumenti di Morfofisiognomica più innovativi spicca il sistema I AM (Instant Analysis Morphophysiognomics), elaborato da Ester Patricia Ceresa dopo anni di ricerche, dove lo studio della forma umana che collega le forme del viso, del corpo e dei tratti somatici con le caratteristiche del temperamento, carattere e personalità oltrepassa il concetto di profilo e di identikit, aprendo le porte a quello di identità, perché incentrato sul “riconoscimento” e “auto riconoscimento” nella sua concezione più elevata.
Con uno strumento simile quando incontriamo una persona non abbiamo bisogno di conoscerla per sapere che tipo è, qual’è la sua peculiarità, come entrare in relazione con lei, qual’è la comunicazione migliore da adottare, come ama essere trattata, vizi e virtù, modo di essere, di vivere, fase della vita, quali sono i suoi ideali, le sue fisime, se ha il pallino per qualcosa, qual’è la sua opinione, il suo punto di vista, i suoi sogni, le sue fantasie e via discorrendo.
Se immaginiamo il nostro aspetto come un libro, si può facilmente intuire come sia possibile sfogliarlo e leggere il romanzo appassionante che racconta la vita della persona.
Per saperne di più:
https://www.esterpatriciaceresa.com/chiavi-del-cambiamento/morfofisiognomica/
Ester Patricia Ceresa “Manuale di Morfiofisiognomica-Vol. 1 – Cisu ed.
Louis Corman, “Viso e carattere. Iniziazione alla morfopsicologia”. Ed Mediterranee, 2003.
Sito Ester Patricia Ceresa, psicologia quantistica
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