Hai perso qualcosa? Ritrovalo con l’ipnosi

I segreti e le applicazioni dell'ipnosi

di Ester Patricia Ceresa.

Fra i diversi vantaggi pratici dell’ipnosi c’è anche quello del servizio di ritrovamento oggetti smarriti.
Il nostro inconscio può funzionare come un vero e proprio sportello “Lost & Found” e contribuire ad aiutarci a ritrovare quella cosa che abbiamo perso.

Indipendentemente dal fatto che un oggetto sia scomparso da anni o di recente, l’ipnosi può aiutare a trovarlo, a condizione che sia stato smarrito in un luogo in cui non sarebbe stato trovato e rimosso da qualcun altro o rubato.
Il nostro subconscio, come una cinepresa, tiene traccia di tutti i movimenti e la successione di azioni, quindi accedere alle sue informazioni tramite l’ipnosi può essere efficace anche per ritrovare oggetti smarriti.

L’inconscio registrato ogni istante della nostra vita

Chiavi perse? (Foto di Kaboompics da Pexels).

Il principio è lo stesso che opera nella pratica dell’ipnosi regressiva: se la nostra mente cognitiva ha dimenticato, il nostro inconscio ha registrato ogni singolo istante, proprio come nella pellicola di un film. La mente razionale in genere confeziona dei “trailer”, ovvero di una situazione ricordiamo solo dei momenti clou.

Per attingere alle risorse mnemoniche inconsce l’idea è quella di riportare il soggetto a rivisitare i momenti che hanno preceduto la dimenticanza. Passo dopo passo viene riportato a rivivere, attraverso l’uso di diverse possibili tecniche ipnotiche, i diversi passaggi in sequenza fino al ritrovamento dell’oggetto smarrito.

Quante volte abbiamo perso tempo inutilmente cercando di ricordare dove con sforzi sovrumani senza arrivare a nulla? Magari possiamo considerare anche questa insolita possibilità di ritrovamento: l’inconscio è una scatola mnemonica formidabile e può essere messo al servizio di utilità quotidiane come questa. Dove ho messo le chiavi? Dove ho parcheggiato la macchina? Che fine ha fatto quel maglione che mi ha regalato nonna l’anno scorso?

Poco importa quanto tempo è passato, per il nostro inconscio il tempo non esiste, tutto è un “infinito ora”. Scopriamo applicazioni poco convenzionali: ecco che le pratiche di ipnosi e autoipnosi possono essere impiegate non solo per aiutare la persona ad attingere a quelle risorse che possono essere utili nel presente per il suo miglioramento e per la sua evoluzione, ma anche per utilità pratiche comuni ordinarie come quella del ritrovare il cellulare.

Due categorie molto avanzate

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Ester Ceresa durante una seduta di mesmerismo.

Alcune metodologie tecniche sono molto avanzate e operano soprattutto in quei casi in cui ci si ritrovi davanti ad un oblio completo, altre tecniche sono alla portata anche dei principianti.
Le possiamo suddividere in due grandi categorie: a caldo e a freddo.

Le prime sono più impegnative, sono tecniche che richiedono una trance ipnotica più profonda e l’impiego di strumenti avanzati quali ad esempio il Mesmerismo (Magnetismo Animale del quale abbiamo parlato nel precedente articolo) o della fascinazione (Ipnosi con la forza dello sguardo) mentre le seconde a freddo permettono di attingere al patrimonio mnemonico inconscio senza entrare nello stato ipnotico profondo.

In entrambi i casi i principi alla base sono sempre gli stessi:

  1. Creare uno stato di rilassamento
  2. Svuotare la mente lineare logica e razionale
  3. Guidare l’inconscio al ritrovamento

Walk-through: la regressione… corporea
Una delle applicazioni sicuramente più interessanti è quella che sfrutta la forza del Magnetismo animale o Mesmerismo. In questo caso si attinge alla memoria del corpo, una sorta di “regressiva corporea”.

Si porta la persona in stato magnetico mesmerizzando fino a suggerire al corpo di muoversi verso l’oggetto smarrito, quello che viene definito un “walk-through” in cui attraversi, ad esempio, tutte le stanze della casa, seguendo il suggerimento che una volta nella stanza giusta, si andrà automaticamente nel punto in cui si è visto l’oggetto per l’ultima volta e si ricorderà dove è stato riposto. La memoria del corpo viene in supporto a quella della mente permettendo che il ricordo inconscio arrivi ad essere conscio e quindi finalmente di ricordare. “Ecco dov’era!”.

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Foto di Leandro De Carvalho da Pixabay

L’approccio ipnotico classico attraverso il richiamo ai 5 sensi, guida la persona a rivisitare i momenti precedenti allo smarrimento dell’oggetto, quando ne era ancora in possesso, fino al momento in cui è stato riposto in quel luogo dimenticato.

Questo potrebbe essere qualcosa che ci serve subito, come un paio di occhiali, il borsellino o le chiavi di casa, o anche qualcosa di prezioso, a cui teniamo molto, un gioiello, una foto ricordo..

Quando perdiamo cose importanti per noi, subentra l’ansia, soprattutto se si è profondamente attaccati all’oggetto, come magari un caro ricordo di famiglia. Potrebbero esserci sensi di colpa e altre emozioni, quindi il primo passo dell’ipnotista è è alleviare la sovrapposizione emotiva che potrebbe impedire il richiamo.

Viaggiare sulla linea del tempo
Successivamente, attraverso la regressione ipnotica, si viene riportato al giorno in cui si è persa traccia dell’oggetto, compiendo un riesame mentale di dove si era e di cosa si è fatto durante l’arco della giornata.

Si tratta di una regressiva mirata, ovvero si chiede alla parte subconscia di andare a visitare sulla linea del tempo del soggetto esattamente il momento che vogliamo noi.
Le regressive possono essere spontanee, ovvero lasciando che sia l’inconscio scegliere il momento da ricordare, oppure possono essere specifiche, ovvero si guida l’inconscio a rivivere esattamente quel momento lì. È il classico caso paradossale di quando nascondiamo gli oggetti talmente bene da dimenticarcene persino noi stessi!

Una pratica investigativa in 5 passaggi
Se anche tu ti stai scervellando ma non riesci proprio a trovare quell’oggetto smarrito, prova a provare a fare questo semplice esercizio.

Fase 1. Vai nel luogo dello smarrimento dell’oggetto.
Fase 2. Prenditi una pausa. Chiudi gli occhi e rilassati, come a mettere uno stop a qualsiasi cosa tu stia facendo.
Fase 3. Immagina di osservare uno schermo nero.
Fase 4. Immagina che sullo schermo passi il film della tua giornata, dal momento del risveglio in poi, un minuto dopo l’altro fino al ritrovamento dell’oggetto.
Fase 5. Apri gli occhi e vai a verificare ed eventualmente recuperarlo

Ricorrere all’ipnosi per il ritrovamento di oggetti smarriti non è pratica scientifica e quindi non completamente affidabile, eppure può valere la pena provarla come “pratica investigativa” alternativa senza alcuna controindicazione.

Photo di copertina by Andrea Piacquadio da Pexels

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Academy Master Trainer in Ipnosi e Coaching, si occupa di sviluppo del potenziale umano e QuantumNeuroTraining. Docente e relatore internazionale in Ipnosi, Psicologia Quantistica, Enneagramma, CNV e PNL3, ha elaborato la nuova Morfofisiognomica, una metodologia innovativa nel campo delle discipline sul Linguaggio del Corpo mirata al benessere psicofisico. Autrice del “Manuale di Morfofisiognomica - Corpo e volto rivelano i tratti del temperamento, del carattere e della personalità" (CISU ed.). Presidente di I.P.C.A (International Professional Coaching Association), organismo promotore di iniziative e congressi internazionali nel campo del Coaching e dell’Ipnosi.