Qualcuno lo descrive – da giovane – bello, bellissimo, tanto da partecipare nel ’53 a Mister Universo per la Scozia, dove conquista il terzo posto. E fascinoso lo è rimasto anche dopo i film (con il parrucchino) di James Bond, la spia gentiluomo, dove conquistava bellissime donne (le Bond girls, giustamente), come Ursula Andress (Agente 007 licenza di uccidere), indimenticabile mentre esce come Venere dal mare. Per me Bond rimane solo lui, Sean Connery, sempre elegante, impeccabile, ironico, mai scomposto neppure durante un parapiglia. Un’immagine molto diversa da quello delle sue origini, padre camionista e mamma lavandaia. Sicuramente una rivincita.
Ricordo una scena divertente che lo caratterizza: in uno degli ultimi suoi Bond, non ricordo quale, lui è a letto con una donna e, mentre la sta baciando appassionatamente, alza un braccio e spara a un intruso che si accorge essersi nascosto dietro una tenda.
E pare che il suo sex appeal fosse reale e non certo costruito.
Famoso è l’aneddoto in cui Tippi Hendren, protagonista di Marnie, chiese costernata ad Alfred Hitchcock come poteva sostenere il ruolo di una donna frigida stando accanto a Connery.
Ma lui non volle essere prigioniero di un solo personaggio, dando prova di essere all’altezza dei vari ruoli che poi interpreterà, sempre accompagnato da un sorriso ironico – e dalla sua s blesa, che non ha mai lasciato
.
In due film c’è stata una strana coincidenza con la mia vita. Per esempio ne Il vento e il leone mi ricordava mio padre di una vita precedente. Mentre in Indiana Jones e l’ultima crociata, dove è il padre del protagonista, lui deve decifrare un misterioso libro: una trama che ricorda un romanzo che avevo scritto un anno prima che uscisse il film.

Nei suoi numerosissimi film, un’ottantina, ha vestito panni di personaggi molto diversi, di ogni nazionalità, teneri o spietati, seduttivi, umili o potenti: L’uomo che volle farsi re, In nome della rosa.
Ma il successo non gli ha mai fatto dimenticare la sua provenienza: tutta la vita ha difeso la sua scozzesità (sulla sua gamba il tatuaggio: “Scozia per sempre”), sostenendo l’indipendenza della sua Nazione.
Poi improvvisamente è sparito. Si è ritirato nella sua tenuta alle Bahamas con la moglie Micheline, colpito da una malattia implacabile, la demenza senile, che però gli ha permesso di spegnersi serenamente, a 90 anni.
Ci lasciato un’ottantina di film, il suo sorriso ironico e, a dispetto di tutte le pellicole interpretate, l’immagine dell’agente irresistibile ma gentiluomo.
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