I Tarocchi, un percorso iniziatico

di Tiziana Etna. Gli Arcani Maggiori sono più che uno strumento divinatorio. Meditando sui simboli, diventano uno strumento di conoscenza e di trasformazione

Gli Arcani Maggiori: un percorso iniziatico
Gli Arcani Maggiori dei Tarocchi di Oswald Wirth (foto Pompas).

Arcani Maggiori dei Tarocchi: uno strumento divinatorio, un percorso iniziatico o un manuale d’istruzioni universali? E se lo scopo degli Arcani Maggiori dei Tarocchi non fosse quello di predire il futuro?

E se, la loro armoniosa e completa raffigurazione simbolica non si limitasse a contenere i segreti dell’evoluzione umana ma contemplasse anche i principi della creazione, i misteri dell’universo e la relazione tra uomo e cosmo?

Per tentare una risposta a queste domande sono necessarie alcune considerazioni ed una precisazione: i veri Tarocchi sono solo quelle 22 tavole particolari, dette Lame, Trionfi o Arcani Maggiori.

Se acquistiamo un mazzo di Tarocchi avremo l’imbarazzo della scelta, tanti sono gli artisti passati e contemporanei che li hanno rielaborati in base alla loro ispirazione o quella del committente. Ma sicuramente compreremo un mazzo composto da settantotto carte, di cui cinquantasei detti Arcani Minori in tutto e per tutto uguali alle carte da gioco, escluso per il fatto che ci sono quattro figure anziché tre per seme.

Il fascino evocativo degli Arcani Maggiori
Tuttavia, a fare la differenza saranno le restanti ventidue carte, gli Arcani Maggiori; particolarmente affascinanti ed evocative, chiaramente diverse dalle prime e senza le quali non si chiamerebbero “Tarocchi”.
Alejandro Jodorowsky grande promotore dell’approccio evolutivo, sostiene però che il mazzo di Marsiglia sia l’originale, cosa che non sono in grado di discutere ma lo credo possibile solo se si riferisce al mazzo completo, come oggi inteso.

Ecco che quando parliamo dell’origine dei Tarocchi, parliamo spesso di un mazzo di settantotto carte e tralasciamo l’origine autentica dei ventidue Arcani Maggiori, inseriti nel mazzo di carte da gioco solo qualche secolo fa.

Un’origine antica, misterica e misteriosa

Gli Arcani Maggiori: un percorso iniziatico
Foto di Alain Aubry da Pixabay.

C’è una domanda che a questo punto sorge spontanea: ma da dove provengono i 22 Arcani Maggiori?

C’è chi ha avanzato un’origine atlantidea: Court De Gebelin nel ‘700 teorizza una provenienza egizia, Eliphas Levi nell’’800 li collega a Il libro di Enoch, Oswald Wirth riprende l’idea di De Gebelin che li associa a Il Libro di Thoth e ne sottolinea un valore iniziatico carico di simbolismo.
Personalmente, più per piacere che per convinzione, ho abbracciato l’ipotesi che nascono come naidi, tavolette didattiche usate nell’antica Persia per istruire i ragazzi alla vita.

Più che predittivi, sono uno strumento di consapevolezza
È quindi evidente che la loro origine precede di qualche migliaio di anni le carte da gioco e che il contenuto simbolico e numerale non è affatto casuale o improvvisato, come non lo è la costituzione d’insieme che potrebbe non esserci arrivata completa e che abbiamo perso di vista con l’estrapolazione del singolo simbolo archetipo carta per carta.
Ma nessuna ipotesi esclude l’altra e sempre più convinta dalle teorie sugli antichi astronauti, comincio a sostenerne un’origine aliena e non certamente finalizzata a dirci se l’amato ci pensa o ci tradisce!

Premetto che sono l’autrice di “Arcani Evolutivi – conoscere, crescere ed attrarre abbondanza con i 22 arcani maggiori dei tarocchi” (Eterne Verità Edizioni), in cui parlo di “cartomanzia evolutiva”, dove l’aggettivo “evolutiva”  sta a specificare predire con l’uso delle carte ma per giungere a consapevolezza e sviluppare funzioni e processi motori, percettivi, sociali, intellettivi, affettivi e spirituali (possibile solo con i 22 Arcani Maggiori).

Ho sentito l’esigenza di scriverlo quando ho compreso che lo scopo principale degli Arcani Maggiori dei Tarocchi non era affatto quello di predire un futuro da subire, ma l’opportunità di una visuale aperta sul divenire per acquisire consapevolezza degli strumenti a disposizione e delle occasioni da cogliere nel realizzare il futuro desiderato.

Ogni carta è contenitore di una legge universale

Gli Arcani Maggiori: un percorso iniziatico
Foto di Juana Lo Duca da Pixabay

Avendo uno sguardo ampio su tutte le nostre dimensioni, esteriori ed interiori, gli Arcani Maggiori predicono sì, il futuro più probabile, ma semplicemente per illustrarci le conseguenze più probabili ed offrono sempre alternative o consigli, porgendoci concetti archetipici e suggerendo al contempo come esprimere gratitudine nel qui ed ora.

Ogni carta è contenitore di una legge universale, ha un valore numerale ed una relazione con le lettere dell’alfabeto ebraico, contiene un pugno di simboli mai casuali, non si schiera verso alcun dogma e nel suo insieme racconta la storia comune ad ogni essere umano: è ovvio che non si tratta di un semplice oracolo…

Per i Tarocchi evolutivi è convincente la disposizione circolare delle 22 Lame di Guillame Postel, che tiene conto di tutto ciò e non solo dei singoli simboli.
Gli Arcani Maggiori disposti in cerchio raccontano la vita di qualsiasi essere umano, indipendentemente da sesso, età o epoca, raccontano i princìpi di ogni creazione che sia un progetto, un’idea, un’emozione o l’Universo.
Come suggeriva Peter Kolosimo “esprimono l’idea dell’elevazione spirituale dell’uomo e della sua coscienza cosmica”.

Il significato delle lame
Nella disposizione circolare, l’inizio è continuità e dopo la carta del Matto c’è il primo arcano: il Mago I, contenitore della Legge della Volontà, che rappresenta l’artigiano dell’universo ed è all’azione, maschile e intraprendente.
Ma la volontà da sola non è sufficiente a creare, necessità di consapevolezza, la Papessa II (Legge della Consapevolezza): intuitiva, passiva e femminile. Volontà e consapevolezza, maschile e femminile, azione e gestazione, sono essenziali alla creazione, qui espressa da l’Imperatrice III (Legge della Generazione) che genera l’Imperatore IV (Legge della Realizzazione) e così via, il racconto continua, molto più affascinante e dettagliato di come possa raccontarlo in poche righe, ma è chiaro che tutti siamo nati da un padre che ha messo il seme e da una madre che ci accolti e cresciuti in grembo.

Gli Arcani Maggiori: un percorso iniziatico
L’Eremita, dipinto da Eva Gradassi, ricercatrice degli Arcani Evolutivi.

In questa disposizione il Matto XXII (Legge del Caos) è su una linea di transizione, e non fuori dal mazzo, è la carta zero o ventidue indifferentemente, è l’orgasmo, l’esplosione cosmica, il big bang, perché ogni fine è un nuovo inizio.
Sulla stessa linea troviamo la carta dell’Appeso XII (Legge del Sacrificio) in rappresentanza delle esperienze estreme di nascita e morte e del sacrificio di scendere nella materia e poi di lasciarla. Tutti gli arcani da I a XI appartengono al piano dello spirito e raccontano come si manifestano sul piano della materia, mentre gli arcani da XIII a XXI appartengono al piano della materia e raccontano come si manifestano sul piano dello spirito in termini di evoluzione. Per questo svelano pensieri, emozioni ed offrono rivelazioni.

Non esistono carte brutte o belle, anche la Torre XVI, esprime una legge universale necessaria alla nostra evoluzione: la Legge dell’Incapacità. In realtà, tracciando una linea verticale la carta dell’Innamorato VI (Legge della Libera Scelta) corrisponde alla carta delle Stelle XVII (Legge della Speranza), offrendo una poetica sintesi al libero arbitrio: “l’unica speranza per l’umanità è l’amore”.

C’è ancora molto da scoprire
In un interessante articolo intitolato Facciamo l’uomo a nostra immagine il professor Corrado Malanga, espone un suo curioso quanto interessante esperimento che introduce motivando le curiosità che lo hanno spinto a condurlo; è accessibile e merita una lettura approfondita.

“Si faceva sempre più chiara l’idea che Mario Pincherle, con il suo libro “Archetipi, le chiavi dell’Universo”, edito da MacroEdizioni, avesse ragione. Pincherle sosteneva da anni l’idea che l’Universo fosse stato edificato con un certo numero di istruzioni di base, dette archetipi, e che queste istruzioni erano ventidue. Ventidue operatori matematici, diremmo noi, che operano le trasformazioni della materia e dell’energia, ventidue istruzioni base, mediante le quali tutto è edificato. In realtà l’idea originaria degli archetipi non è di Pincherle, a cui va il merito di averle riscoperte, ma è del Dio Thot (Egizio), colui che creò i Tarocchi originali, i cui Arcani Maggiori sono proprio guarda caso, ventidue”.

E se i Tarocchi fossero discesi dal cielo?
D’altronde Thoth è il Dio “delle parole divine e dei segni sacri” e la leggenda racconta che sia sceso dal cielo su un fiore di loto… o era un disco volante? E che abbia trasmesso la sua scienza alle vecchie caste di sacerdoti.

Per gli antichi egizi è l’inventore della lingua, della tecnica, della matematica e dell’astronomia, il messaggero che ha portato la luce, trasmettendo agli uomini la lettura, la scrittura, l’oratoria, l’arte e la musica.

È l’autore di un “testo magico” e ventidue opere scientifiche che contengono tutta la saggezza del mondo. In alcuni testi mitici è definito il custode delle leggi e di tutti i rituali e che Thoth sia pura mitologia, un essere divino o un extraterrestre realmente esistito, che i Tarocchi risalgono a Thoth resta l’ipotesi più accreditata.

Per saperne di più:
Tiziana Etna: “Arcani Evolutivi– Eterne Verità Edizioni.
Mario Pincherle “Archetipi, le chiavi dell’Universo” – MacroEdizioni.

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Livornese, ha studiato all'Università di Pisa. Giornalista pubblicista presso "Polo Artistico Vinile", redattrice www.fiofamagazine.com presso "Diamo Voce Alla Musica"