Tutankhamon: viaggio oltre le tenebre

di Donatella Galletti. Nella mostra su Tutankhamon di Palazzo Reale, a Milano, (prorogata fino al 18 ottobre) il visitatore diventa l’iniziato in un mondo sconosciuto.

La Mostra: “Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon Real Experiences”
Il curatore: Sandro Vannini.
Comitato scientifico: Zahi Hawass, Miroslav Barta, Christian E. Loeben, Liam McNamara, Gabriele Pieke.
Data: dal 5 marzo al 18 ottobre 2020.

Tutankhamon viaggio oltre le tenebre
La sala buia delle colonne è come un ingresso iniziatico.

È stata inaugurata a Milano a Palazzo Reale la mostra su Tutankamon (che prima del Covid era a Praga e in autunno andrà a New York).
I suoi reperti provengono per la maggior parte da collezioni italiane: la parte innovativa e interessante è la cornice nella quale vengono presentati.

Il percorso infatti è corredato da un video introduttivo su grande schermo, per poi passare come in un rito di passaggio ad una sala nera con le pareti lucide, scarsamente illuminata, nella quale si intravede una fuga di colonne riflesse, quasi si fosse già in una dimensione ultraterrena.

Attraversate alcune sale con i reperti, si arriva in un ambiente semi onirico, un’enorme sala dove vengono proiettate immagini in movimento sulle quattro pareti: il visitatore è immerso all’interno del tempio di Dendera, vede il tesoro di Tutankhamon e la storia egiziana e i ritrovamenti da parte di Carter.

Un percorso innovativo
L’audio guida fornisce una storia di musiche, spiegazioni di antichi miti ed emozioni date dal fatto che non è l’osservatore che esamina i reperti, ma appare il contrario.

Tutankhamon viaggio oltre le tenebre
La barca di Ra

Pitture di danzatrici ed antichi egizi si muovono in tondo sulle pareti, dando la sensazione che persino il pavimento sotto i nostri piedi non sia stabile.
Il visitatore diventa l’iniziato, o il trapassato, che affronta un mondo nuovo e sconosciuto, ovvero il mondo stabile e centrato accoglie l’instabile alle prese con il nuovo.

Viene illustrata la storia di Tutankhamon come faraone che una volta trapassato avrebbe riportato Ra, sul carro del Sole, a risplendere ogni mattina dopo una notte di incertezza e di lotta con il serpente Apopi e le trappole dell’Oscurità.

La seconda sala multimediale ha infatti pareti sinuose che creano un corridoio verso una nuova nascita, dopo che si è visto un grosso serpente volutamente irreale, in 3d, percorrerle per intero.

La falsa porta: un passaggio tra le dimensioni

Tutankhamon viaggio oltre le tenebre
Il serpente al quale Tutankhamon taglia la testa per far risorgere il sole.

La mostra sembra invitare a vedere di più dietro il percorso principale.
Ci sono due reperti che ho trovato molto interessanti, magari in controtendenza con l’importanza indiscussa della statua del dio Amon, giunta in prestito da Hannover, o le figurine di Akhenaton, padre di Tutankhamon.

Il primo reperto è una falsa porta: si trattava di porte disegnate o scolpite nelle tombe egizie, che permettevano al Ka (la forza vitale e l’anima) del defunto di tornare tra il mondo dei vivi.
All’esterno si mettevano infatti offerte in cibo. Un oggetto da osservare a lungo con attenzione.

Il secondo oggetto è una statuina di Osiride che proviene da una collezione privata.

Osiride, ucciso e smembrato, secondo il mito torna in vita grazie alle pratiche magiche delle sorelle Iside e Nefti.
È il dio dell’Oltretomba. La statuina in questione è molto particolare, e in origine era ricoperta d’oro.

Intervista a Sandro Vannini

Il curatore Sandro Vannini (foto Simone Felici).

Ho avuto il piacere di intervistare Sandro Vannini, un importante fotografo italiano, CEO di Laboratorio Rosso e curatore della mostra.

Domanda. Perché Viaggio oltre le tenebre?
Risposta. È la traduzione di Voyage in the underworld, ovvero nell’oltretomba. La mostra è itinerante. L’idea sottostante è dare al pubblico un’idea lineare sul significato della morte nell’Antico Egitto: per i comuni mortali nella prima parte della mostra, e per il Faraone nella seconda parte, quella immersiva.

Tutankhamon, tutte le notti fa il viaggio nell’Aldilà e torna facendo risorgere il Sole ogni giorno, diversamente dai comuni mortali che vanno nell’aldilà e ci rimangono, pur potendo tornare momentaneamente sulla terra per dei periodi.

Sono due percorsi differenti. Capire che per gli antichi egizi il faraone portasse il sole a risorgere ogni giorno dopo una notte di lotte, è la parte più difficile da spiegare, quindi abbiamo pensato ad uno spettacolo immersivo.

D. A chi è rivolta la mostra?
R. Il viaggio è un viaggio per tutti, ognuno riuscirà a ricordare e recepire quello per cui è preparato. Al giorno d’oggi avere tutte le informazioni disponibili fa credere alla maggior parte delle persone di poter capire tutto senza limiti, avendo tutte le informazioni tramite internet, ma la comprensione è differente a seconda del background personale.
La mostra ci porta in una dimensione completamente distaccata fatta di cose che si capiscono e altre no, ma si accettano. C’è una storia da capire e da seguire.

Tutankhamon viaggio oltre le tenebre
Le immagini sulle pareti ci riportano indietro nel tempo in un ambiente egizio.

D. Quindi c’è di più di quanto si veda?
R. Tutto è interpretabile, anche la fotografia: a seconda della luce si può cambiare il senso di una immagine. È importante come un messaggio viene mandato.

Ogni spettatore può poi vedere ciò che è alla sua portata e corrisponde alle sue conoscenze, quindi è una mostra a più livelli di conoscenza: anche con chi non ha una conoscenza specifica si può essere comunque sicuri che abbia intuito qualche cosa.

Quello che è sicuro, è che una volta usciti, se ne saprà di più sull’Antico Egitto e l’esperienza difficilmente sarà dimenticata, arricchendo il bagaglio culturale del visitatore.

D. Ci può dire di più del suo incontro con l’Egitto?
R. Ho incontrato l’Egitto per lavoro più di 20 anni fa. L’incontro con Zahi Hawass e la collaborazione ed amicizia che ne sono nate mi hanno portato ad approfondire ciò che riguardava la fotografia di reperti archeologici; del resto l’arte mi è sempre piaciuta.

Non è semplice poter scattare fotografie di reperti in Egitto: occorrono permessi ed una lunga burocrazia. All’inizio della collaborazione con Hawass, gli ho chiesto di poter scattare foto senza vincoli di tempo o di altro tipo, per arrivare ai risultati che desideravo, e lui ha capito ed ha accettato capendone l’importanza.

La statua del dio Amon con le sembianze di Tutankhamon (foto di Laboratorio Rosso).

D. Che ci dice dell’uso del colore? Le sue foto hanno colori molto intensi.
R. Mi sono posto il problema dei colori e della luce. Usando i telefonini, abbiamo perso le basi della fotografia da quando è nata. Lo spettro cromatico al quale siamo abituati oggi è completamente distaccato dalla realtà. Negli anni ’80 invece doveva essere vicino.

All’interno delle tombe i pittori lavoravano con lampade a olio. All’esterno si sono trovati sassi con prove di colori, in realtà non potevano vedere le loro opere come con la luce solare.
Lavorando in altissima risoluzione ho pensato di creare all’interno delle tombe della Valle dei Re un’illuminazione che ricreasse esattamente quella della luce solare, permettendo di vedere gli affreschi come nessuno mai (neanche gli antichi) li aveva visti. Ho avuto file di egittologi in visita, stupiti perché non avevano idea della ricchezza del colore nei dipinti. Da lì ho pensato a creare immagini con i colori veri.

In una mostra fotografica che sarà presto in USA, verranno create stampe di grande formato (2 metri) su uno stucco particolare, proprio per non distorcere il colore originale e si potranno vedere i reperti con i colori originali.

D. Sono state fatte scoperte archeologiche grazie alle Sue foto?
R. Sì, moltissime volte. Ho appena finito un lavoro sui rilievi della Mastaba di Ti (un alto funzionario del XIV sec. a. Ch.) richiesto da amici egittologi: quando hanno bisogno faccio questo tipo di lavoro volentieri.

L’archivio di foto sull’Egitto ad alta risoluzione che “Laboratorio Rosso” possiede è il più ricco al mondo di materiale, consultato dagli archeologi. Qualsiasi istituto di egittologia nel mondo che vuole fare una mostra, chiede il materiale video e di fotografie a noi: da anni sperimentiamo nuove tecnologie all’interno delle mostre, lavorando sempre ai massimi livelli tecnologici disponibili sul mercato.

La ‘falsa porta’ connette il mondo dei viventi con quello degli immortali.

D. Ci sono misteri non ancora scoperti sui riti dell’Antico Egitto?
R. La spiritualità personalmente mi interessa solo dal punto di vista della conoscenza. L’antico Egitto è uno spazio archeologico che viene studiato da persone che vengono da fuori; l’immaginario è una creazione dell’Occidente e ci mancano elementi per capire una buona parte della ritualità antica.

Nel nostro retroterra culturale ci sono Greci e Romani: abbiamo continuato a studiarli, mentre in Egitto gli Egizi spariscono inglobati dalla civiltà romana che ne distrugge un equilibrio durato tanti anni.
Inglobato prima dai Persiani poi dai Romani, arriva l’Islam che è un’altra grande civiltà e diventa a un certo punto una non-civiltà, dal punto di vista culturale, e intendo solo culturale.

L’Egitto non è studiato dagli Egiziani. I grandi studiosi, come Miroslav Barta, che secondo me è il genio dell’egittologia, non sono egiziani. È capace di grandissimi collegamenti e studia come gli altri non fanno, ovvero non lo fanno perché l’antico Egitto viene sfruttato per i suoi tesori: l’egittologia è stata sfruttata per trovare dei tesori.
Ancora oggi tante istituzioni usano l’Egitto per poter finanziare i propri istituti: organizzano missioni in Egitto che dal punto di vista scientifico sono spesso inutili, ma rendono economicamente. A che serve scavare e basta? Anche a Milano al Monumentale si troverebbero solo morti, cosí a Saqqara.

D. C’è ancora una carica esoterica ad esempio in oggetti magici come la falsa porta o sono solo la parte fisica di un mito antico?
R. La falsa porta ha un significato ben preciso in una credenza precisa. Per me è una stele di pietra incisa. Credo però che l’uomo si adatti a trovare una mediazione tra le proprie credenze e la realtà. Gli egiziani credevano in una realtà parallela, dove continua a sopravvivere lo spirito del defunto, al punto da potergli permettere di fare delle scappatelle dall’altra parte. È come dire: non te lo so spiegare, ma è così. La porta è la testimonianza che credo nel fatto che aldilà esista un’altra dimensione.

Una statuetta di Osiride.

D. Mi sono resa conto che la sala vuota nera con colonne all’infinito nella mostra è una falsa porta.
R. Certo, l’abbiamo costruita apposta! Consideri che una mostra deve dare anche spazio all’immaginazione: ogni oggetto può suscitare in noi diverse sensazioni. Alcuni percepiscono il lato estetico, altri vanno a caccia di significati. Il risultato del curatore è positivo se allo spettatore piace, prova sensazioni e capisce qualcosa in più rispetto a quello che sapeva prima.

D. Esiste un nucleo ancora vivo della civiltà egizia?
R. Nel 2016 abbiamo girato 16 episodi su questo tema, sì, sicuramente, anche riti collegati con l’Islam, le usanze ed altro.

D. Ha episodi particolari o misteriosi da raccontarci?
R. No, non c’è mai stato niente di cui non abbia saputo dare una spiegazione.

D. Che progetti ha per il futuro?
R. Laboratorio Rosso sta lavorando a un importante progetto per la PS5 e a un film su Tutankhamon che uscirà in Italia a febbraio.

D. Qualcuno pensa che esporre una mummia non sia rispettoso, in quanto si tratta di defunti.
R. Mi hanno chiesto di fare dei ritratti delle mummie reali e sto progettando una mostra, lo farò in modo molto rispettoso della persona, lavoro sempre con rispetto.

D. Che ne pensa della maledizione di Tutankhamon?
R. Vedrà il film. Dopo tanti anni che lo studio, le dirò: Tutankhamon diceva che aveva paura di morire due volte, una nel mondo fisico e l’altra nel ricordo dei posteri: io gli sto facendo un gran favore, mi deve essere quindi molto riconoscente!

Foto di copertina di Laborario Rosso
Foto copyrights Donatella Galletti
(a parte quelle con altra citazione).

Per saperne di più:
I siti della mostra:
https://www.tutankhamonmilano.it/
https://www.palazzorealemilano.it/mostre/tutankhamon-realexperiencer

I siti di Laboratorio Rosso
http://laboratoriorosso.com/portfolio_page/the-legend-of-tutankhamun/
http://laboratoriorosso.com/

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Laureata in Lingue e Letterature Straniere, diplomata in chitarra classica e in chitarra ad indirizzo liutistico, si interessa da sempre a tutte le discipline che possono aiutare a definire la conoscenza della persona e il miglioramento dei rapporti sociali e dello stile di vita di ciascuno, nonché alle arti in generale. Le piacciono la storia, i castelli ma anche i monumenti del Neolitico, i misteri irrisolti e tutto quanto può arricchire il patrimonio interiore.