di Donatella Galletti. Abbiamo visitato questo antico castello pugliese che racchiude molti misteri, legati alla sua funzione e all’architettura dalle forme per lo più ottagonali
Castel del Monte (foto a dx.) è stato fatto costruire da Federico II di Hohenstaufen su un’altura nelle Murge. La costruzione risale al XIII secolo ed è sotto i nostri occhi sulle monete da un centesimo.
È il famoso castello ottagonale, bianco e con poderose mura normanne, del quale si sono scritte pagine e pagine di supposizioni, ma in definitiva i suoi misteri rimangono tali, rendendolo appunto per questo una meta ancora più desiderabile.
Per intenderci, Federico II era il nipote di Federico Barbarossa. A 24 anni era già diventato imperatore del Sacro Romano Impero, incoronato dal Papa (ma in seguito ebbe due scomuniche).
Federico II, una figura poliedrica, umanista ed esoterista
Parlava correntemente sei lingue: oltre a tedesco, francese e siciliano, lingue di famiglia, sapeva il latino e il greco, nonché l’arabo. Del mondo arabo aveva studiato la filosofia e la religione e pare lo comprendesse a fondo. Avendo dovuto sedare delle rivolte in Sicilia, invece di far ammazzare i musulmani com’era d’uso, ne fece reinsediare 20.000 a Lucera, ottenendo la loro fedeltà.

Conosceva bene anche la cultura ebraica, greca, latina, ed ebbe come maestro e consigliere Hermann von Salza, un importante maestro dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici.
Si era avvicinato all’alchimia, all’esoterismo e alle arti tramite contatti con eruditi e filosofi e, grazie alla sua grande cultura e capacità diplomatica, trattando col feroce Saladino era riuscito a conquistare Gerusalemme senza spargimenti di sangue o guerre.
Nel 1224 aveva istituito a Napoli la prima università laica e statale del mondo occidentale.
Il significato dei numeri secondo la Kabalah
Nell’antichità per Pitagora la teoria dell’armonia dei numeri era il fondamento all’origine di tutte le scienze. Il numero 4 era importantissimo, tanto che i pitagorici giuravano su di esso. Rappresentava infatti tutte le armonie e le forze della natura.
Il numero 8 designava la legge di natura che ha creato gli uomini uguali: è il numero di giustizia in quanto diviso in due quadrati uguali (4+4).
Per la sua consistenza veniva anche chiamato “pienezza”: rappresentava l’Armonia universale in quanto la misura musicale si basa su questo numero.
Nella Kabalah ebraica la scienza dei numeri era una delle dottrine studiate con la cosmogonia e la teologia. Se il numero uno rappresenta il principio attivo, il padre, il 2 è quello passivo, la madre.
Il 3 rappresenta il principio neutro, cioè l’azione reciproca tra attivo e passivo, il figlio. Questi tre fattori generano un’altra unità attiva, la famiglia.
Il 4 è una ripetizione dell’unità, quindi produce conseguenze affini ad essa.
Il numero 8 è un numero passivo e, sempre per i cabalisti, si associa ad ALHIM TSEOBAOTH, simbolo delle potenze supreme che vivono nell’ordinamento cosmico.
Un’architettura basata sui numeri
Si dice che Federico II abbia partecipato alla progettazione del castello. Se vi immaginate un’architettura casuale, quanto riportato sopra è solo una goccia di quella che poteva essere la filosofia alla base della costruzione.
Il numero 8 ricorre nella costruzione del Castello, che è ottagonale con una torre su ogni angolo. Il cortile all’interno fa vedere il cielo da una posizione chiusa e protetta appunto all’interno di un ottagono. I marmi che ricoprivano le pareti, gli arredi e le statue sono stati sottratti negli anni, quindi ciò che vediamo ora è lo scheletro di quello che doveva essere in passato.
Il piano superiore forse era dotato di un balcone in legno che correva all’interno del cortile, collegando le stanze. Sempre al centro del cortile doveva esserci una fontana.
L’acqua che riforniva i bagni (esistenti) e il castello proveniva probabilmente da cisterne sul tetto e da una cisterna sotto il pavimento, nella roccia. C’è da chiedersi se in Puglia piovesse tanto da riempire le cisterne.
Misurando in cubiti, il numero che esce è 111, lo stesso che ricorre nella Piramide di Cheope, in Chartres e in altri monumenti importanti dell’antichità. Il numero 111 simboleggia la manifestazione dei pensieri nella realtà.
Alcune teorie: un castello per alchimisti?

L’uso del castello nel passato è uno degli enigmi irrisolti. Tra le teorie proposte:
♦ Un percorso iniziatico
♦ Il Graal
♦ Lo scrigno che conteneva il Graal
♦ La corona imperiale di Federico II
♦ Un osservatorio astronomico
♦ Un enorme congegno matematico
♦ Una dimora di caccia
♦ Un hammam
Si sa soprattutto cosa il castello non poteva essere: non c’era il posto per la corte in un castello di caccia: mancava il posto per le scuderie, ad esempio. Non poteva essere da difesa, in quanto le scale delle torri potrebbero agevolare solo cavalieri mancini, nella difesa, perché si percorrono in senso antiorario.
Dall’esterno il castello appare come un’enorme coppa, da qui l’ipotesi che contenesse il Graal, oppure sembra una corona.
Sull’osservatorio ci sono vari libri di Aldo Tavolaro, che dopo aver studiato il castello per anni era arrivato alla conclusione, con approfondite misurazioni e calcoli matematici, che il castello fosse stato costruito sull’asse esatto degli equinozi nel passato. Il numero di Fibonacci, la divina proporzione, ovvero 1,618, usato nelle costruzioni sacre antiche, ricorre nell’edificio.
Ispirato al Tempio di Salomone?

La teoria di un enorme congegno matematico parla di una costruzione come il Tempio di Salomone, dove si poteva incontrare Dio e il divino.
Recentemente è stata fatta l’ipotesi di un hammam (un bagno turco), perché ad esempio ci sono ai bordi delle sale superiori dei gradini che potrebbero essere delle sedute e un bordo vasca. La corona potrebbe essere il simbolo di Federico II
Un castello per alchimisti? C’è chi vede nei camini (elemento fuoco) e nell’acqua una possibilità. Riunioni esoteriche con sale apposite? Perché no?
In una delle sale si vede ancora nelle piastrelle il Sigillo di Salomone (due triangoli contrapposti), e si trovano anche altri simboli usati in operazioni di incantamento nell’antichità.
Quasi un labirinto: difficile uscire
L’aspetto che coglie il visitatore è quello del labirinto; le sale sono state ora caratterizzate tramite la biglietteria o dei cartelloni esplicativi.
Ma anche così se si è di fretta la mente si perde e ci si ritrova non all’uscita ma nel cortile interno, come se ci fosse un rimescolamento di porte e un annebbiamento della mente su quale sia la porta da prendere per il giusto cammino verso l’uscita dopo aver visitato ogni stanza.
Mi sembra evidente che ci sia un disegno ben preciso sottostante, come minimo un cammino esoterico.
Ho visitato la ricostruzione del labirinto di specchi di Leonardo, una stanza ottagonale dalla quale è difficilissimo uscire: ricorda molto da vicino il cortile interno del Castello.
La diseguaglianza in una apparente geometricità perfetta
In arte la diseguaglianza è quella che fa la differenza, perché una fredda e monotona ripetizione non ci dà afflato vitale: del resto in architettura, come in musica, l’intervallo giusto (in musica di parla di quinta giusta) ci dà una sensazione di tranquillità e sicurezza.

Sono stati fatti esperimenti mettendo della limatura di ferro su una lastra e suonando vari intervalli: si creano disegni armonici e precisi. La mia conclusione è che se la vibrazione musicale interviene sul fisico, facendo disporre la limatura di ferro secondo disegni armonici, anche l’architettura può disegnare nell’aria qualcosa di simile e probabilmente attivarsi e attivare con il suono e con l’acqua: basti pensare ai cori in una chiesa antica o all’acqua di Masaru Emoto.
Allineato all’asse della Terra
Questo pensiero è in parte da verificare, ma supponendo che il visitatore sia il materiale da forgiare, in una sorta di percorso alchemico, il quadro diventa più chiaro.
A questo punto interviene la diseguaglianza, perché l’ottagono interno del castello non è perfetto. Per quale motivo? Potrebbe in qualche modo assomigliare alla dissonanza in musica, che serve a portare a una conclusione in cui tutto è perfetto? Non è pensabile che sia stato fatto così per un errore, in una tale raffinatezza di pensiero e di costi di costruzione. Secondo Aldo Tavolaro è per allinearlo perfettamente all’asse della Terra e agli Equinozi.
Una teoria vede il castello come una macchina energetica in grado di amplificare le energie dirette da un gruppo speciale di persone che vivevano vicino a Federico II, in modo da modificare l’esito di battaglie o dell’ambiente psichico attorno al castello per molti chilometri. In particolare una sala importante per riunioni poteva essere al secondo piano, con una seduta in pietra che correva tutto attorno al perimetro.
Il mistero a questo punto diventa un fatto personale, e ciascuno avrà la sua verità.
In ogni caso è uno di quei luoghi da visitare almeno una volta nella vita.
Foto copyrights Donatella Galletti
Per saperne di più:
Roberto Spedicato “L’armonia dell’universo – La Sezione Aurea in Natura e nell’Arte”
ed. Youcanprint.
Aldo Tavolaro “Castel del Monte scrigno esoterico” – ediz. Laterza
Siti interessanti su Castel del Monte:
Un sito che parla di un cammino iniziatico nel castello nel passato.
Un articolo di Aldo Tavolaro che ben illustra le sue teorie di un osservatorio astronomico.
Le varie teorie sul possibile uso della costruzione
Una piantina molto chiara di primo e secondo piano.
Il sito dei beni culturali
bellissime foto del castello
Sui numeri e il loro significato nel castello, la sezione aurea
Sugli interventi di restauro
Della stessa autrice:
Il castello di Galliate
Le ricerche dei sensitivi nel castello di Galliate
Rocchetta Mattei
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