di Donatella Galletti. La nostra inviata del mistero visita per noi a Grizzana Morandi (Bo) un castello pieno di angoli suggestivi, ispirati anche all’Alhambra, dove il conte Mattei nell’800 curava con la sua medicina ispirata all’omeopatia, l’Elettromeopatia

La Rocchetta Mattei, situata sull’Appennino settentrionale, nel comune di Grizzana Morandi (Bologna), sicuramente vale una visita. Essendo su un’altura di 407 metri sul livello del mare, si scorge da lontano.
Il nucleo della costruzione risale almeno al XIII secolo, quand’era nota come la Rocca di Savignano, appartenuta a Matilde di Canossa. In seguito Federico Barbarossa e Ottone IV la riservarono al governo imperiale; accanto vi era un’antica abbazia con annesso cimitero.
Nell”800 il Conte Cesare Mattei eresse sulle rovine un castello che comprendeva numerosi stili, da quello moresco e orientaleggiante al gotico, ad elementi altamente simbolici provenienti da varie culture.
Dopo avverse vicende e pesanti danni durante la 2a Guerra Mondiale, la Rocca, che è in ristrutturazione e in parte aperta al publico, è passata alla Fondazione Carisbo e a diversi Comuni dell’Appennino.
Il conte Mattei e la nuova medicina
A metà Ottocento il Conte Mattei (in una vetrata del castello, a sin.) decise di far erigere la Rocca ed allo stesso tempo di studiare una nuova medicina, che chiamò Elettromeopatia. La spinta iniziale agli studi gli era stata data dalla lunga malattia della madre, che non era stata guarita dalla medicina ufficiale.
L’Elettromeopatia consisteva in cure con granuli omeopatici, ottenuti solo da vegetali di uso innocuo, uniti a rimedi ottenuti con l’intervento dell’elettricità, che venivano chiamati “fluidi elettrici” ed erano suddivisi in base alla loro polarizzazione. La cura del corpo si completava quando l’equilibrio tra le due cariche elettriche presenti nell’organo malato veniva riportato allo stato neutro. Il modo in cui venivano usati i rimedi era conosciuto solo al Conte Mattei.
La medicina del Conte, usata anche da zar e imperatori
Attorno al castello si era sviluppato il borgo, con una casa che fungeva da ospedale per i malati, strutture di ristorazione e tutto quanto potesse ruotare attorno alle attività promosse dal Conte.
Di fatto la nuova medicina del Conte Mattei era diventata così importante e conosciuta da essere utilizzata persino da Zar e da imperatori, ed i depositi di medicine da Bologna si erano estesi prima in Europa e quindi fino alle Indie Orientali e in Cina, oltre agli Stati Uniti e al Sud America.
Con la morte del Conte sparì anche il suo segreto, ovvero la capacità di usare i preparati in modo da guarire le più svariate malattie, annotato pare nell’ultima pagina di un taccuino ormai sparita.
Una costruzione labirintica

La Rocchetta si offre al visitatore poco per volta. Per arrivare all’ingresso occorre salire una lunga e imponente rampa di scale, popolata da strane figure, un’arpia, un globo, un leone guardiano della soglia, per citarne solo alcune.
Un belvedere è in cima alla scala, quindi il visitatore si trova davanti a un primo bivio: il belvedere che guarda sulla lunga scala popolata di figure o, a destra, il portone del castello, guardato da due personaggi in pietra?
Elementi onirici e archetipici
Nel cortile principale è presente una vera da pozzo (cioè la balaustra chiusa di protezione del pozzo). Da lì si possono scegliere percorsi diversi che portano a cortili e portoni in stili orientali, gotici o densi di simboli.

Trasmettere il senso di stupore, sorpresa, familiarità non afferrabile che si prova nella visita è pressoché impossibile. All’interno vi sono stanze inanellate l’una all’altra, tutte diverse per decorazioni o colori. Il senso del dejà-vu di elementi onirici – o che comunque sembrano già albergare in qualche parte profonda dell’animo del visitatore – è presente ovunque.
In una delle stanze è sepolto il Conte, protetto da un grande monumento, con una targa che richiama ai pianeti lontani e agli sfuggenti confini dell’Universo.
C’è un significato sottostante preciso nella costruzione?
La domanda è retorica, dato che è noto che il Conte aveva partecipato a sedute di magnetismo e chiaroveggenza. Si può quindi ipotizzare che si interessasse di esoterismo e che la costruzione sia stata voluta come un’enorme macchina energetica, che doveva servire a canalizzare determinate energie, e ad attivare i preparati.
C’è chi dice che ogni parte della costruzione sia dedicata a un pianeta. Sicuramente visitandola non è difficile credere a tutto ciò. Sono in corso studi radioestesici da parte dell’ AIR di Milano per cercare di trovare la chiave di lettura più appropriata di un sistema simbolico ed energetico così complesso. Alcune parti sono state modificate dopo la morte del Conte Mattei, quindi il meccanismo è stato con probabilità manomesso.
Il mistero dell’acqua

Attualmente il castello è collegato alla rete idrica, ma nell’800 non c’erano bagni. Tuttavia alcune condutture esterne sembrano far pensare all’acqua, così come un ponticello sopra quello che doveva essere un ruscello, con il letto costruito, non naturale.
Di acqua nella Rocca non se ne è trovata, sotto la vera da pozzo non esiste un pozzo, ma ovviamente ogni castello che si rispetti deve potersi approvvigionare, quindi il mistero permane. Il fiume è a valle. Potevano forse esserci cisterne, ma non sono state trovate. Per le preparazioni occorreva ovviamente acqua.
La Sala della Visione
La parte nella quale abitava e lavorava il conte Mattei non è attualmente aperta al pubblico perché in ristrutturazione.
Il Conte doveva essere molto geloso della propria intimità, tanto che per arrivare alle stanze private c’è ancora uno stretto corridoio, come quello di un appartamento, il pavimento del quale è un ponte levatoio in metallo che conduce alla stanza nella quale c’erano le preparazioni.
Sotto il ponte vari metri di vuoto. Nella stessa ala esiste una Sala della Visione, affrescata con creature celesti e con antenne verso il cielo, dove il conte prendeva ispirazione.
Costruito sopra rovine etrusche?
Clelia, una medium mia amica che mi ha accompagnato, mi ha raccontato di averla potuta visitare e di essere andata in trance, percependo come il Conte fosse lì in contatto diretto con esseri di altre sfere, che davano indicazioni precise su come fare del bene al mondo e come fare ad ottenere i preparati.
La trance è stata così intensa che le mani le erano diventate bollenti ed erano rimaste tali per parecchio tempo, anche una volta finita la percezione. Sempre secondo Clelia, il posto era stato scelto non a caso, e le energie del precedente monastero e di abitanti molto più antichi (gli Etruschi?) interagivano creando un tutto armonico. Infatti gli appartamenti del Conte sono situati sopra quello che doveva essere stato un monastero e non lontani dal cimitero annesso.
Polarizzazione
Ha una sua logica pensare che se i preparati si basavano sulla polarizzazione, anche le parti del castello fossero polarizzate.
La scala che porta all’ingresso sembra sia costruita con una polarizzazione che porta chi sale a perdere le energie che ha, affaticando il corpo più del dovuto. Si tratta di qualcosa di simile a una purificazione rituale, in modo che si possa poi assorbire quello che il castello porta in dote.
Foto copyrights Donatella Galletti
Per saperne di più:
https://www.rocchetta-mattei.it/
http://www.cesaremattei.com/elettromeopatia.html
https://www.duepassinelmistero2.com/studi-e-ricerche/arte/italia/emilia-romagna/rocchetta-mattei/
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