Si può cancellare un ricordo?

di Manuela Pompas. Alcuni esperti ci illustrano le tecniche per affrontare un ricordo doloroso o un trauma cancellando le emozioni negative e reiterpretandone il vissuto

si può cancellare un dolore
Alain Brunet.

Se si può esercitarsi per rinforzare la memoria, si può anche lavorare per perderla, per cancellare un ricordo doloroso.
Non è un argomento del tutto nuovo, psicologi e psichiatri hanno lavorato per anni soprattutto negli USA con i reduci della guerra del Vietnam e quella del Golfo, ma anche le vittime del terrorismo o comunque di violenze, per aiutarli a superare i traumi  e a liberarsi dall’angoscia che si portati dietro per anni. Tecnicamente si parla di PTSD o disturbo post traumatico.

Una pillola contro le emozioni negative
Uno di questi ricercatori è Alain Brunet, uno psichiatra canadese che – come riporta la Repubblica – ha seguito questi casi per oltre 15 anni, elaborando un metodo per aiutarli, che ha chiamato terapia di riconsolidazione (reconsolidation therapy).
Un’ora prima delle sedute propinava al paziente una pastiglia di propanololo, un principio attivo betabloccante usato nel trattamento dell’angina, dell’ipertensione, delle anomalie del ritmo cardiaco e di altri problemi cardiovascolari, come preventivo dell’infarto (da usare ovviamente solo sotto controllo medico).

Il paziente viene invitato a scrivere il suo ricordo, che poi deve leggere ad alta voce. Il propanololo interferisce con le emozioni generate dal ricordo, che vengono modificate, per cui rimane la memoria (registrata nell’ippocampo) ma sparisce l’angoscia (registrata nell’amigdala).
Visti i risultati, oggi il dr Brunet applica il suo metodo anche alle persone con traumi legati di abbandono, legati alla vita sentimentale.

Se mi lasci ti cancello

Kate Winslet e Jim Carey nel film “Se mi lasci ti cancello”.

Una comedy molto carina che tratta in modo divertente queste tecniche per cancellare un ricordo – trattate in modo un po’ fa tascientico – è Se mi lasci ti cancello, di Michel Gondry, del 2004, un film di successo che ha anche vinto un Oscar per la sceneggiatura.

I due protagonisti, Clementine (Kate Winslet) e Joel (Jim Carrey), dopo un ennesimo litigio decidono di separarsi, ricorrendo prima lei e poi lui all’aiuto della stessa clinica per eliminare il ricordo dell’altro. Per cui quando si risvegliano dall’intervento, non ricordano proprio più niente del loro passato.

Dopo alcune vicende che qui non raccontiamo – altri intrigli sentimentali – il giorno di San Valentino i due, che si reincontrano per caso su un treno e ovviamente non si riconoscono, si innamorano di nuovo. Scopriranno il loro passato insieme, ma decideranno che vale la pena di provare di nuovo.

Reinterpretare il trauma in ipnosi

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Vincenzo D’Amato.

In realtà non funziona qui, non si cancella totalmente il passato.
Alcuni ricordi traumatici vengono superati e l’adulto può ricordarli senza portarsi dietro emozioni negative, anzi può riderne o ricordare come è stato facile uscirne, come è stato sorretto e aiutato. A volte invece rimane il segno e le emozioni negative, come la paura, l’angoscia o la rabbia, si ripresentano in situazioni che rievocano il passato.

«Sì, non è possibile eliminare il ricordo, ma si può modificare e stravolgerlo, analizzalindolo e reinterpretandolo», afferma Vincenzo D’Amato, laureato in psicologia e ipnologo. «Tutto questo meglio in ipnosi, in stato theta, perchè il risultato è più profondo».

«Vi sono varie tecniche per aiutare chi non riesce a liberarsi dai suoi ricordi, per esempio un lutto o un trauma di abbandono. Posso far ricostruire l’evento disegnandolo e poi lo faccio cancellare, eliminando non il ricordo ma le emozioni correlate, dando un senso diverso a ciò che ha vissuto. Per esempio in una storia d’amore finita male, gli faccio rivivere i momenti felici, dissociandolo da quelli dolorosi.

Oppure, dopo aver fatto visualizzare i legami da cui staccarsi come una rete che lo avvolge, gli chiedo di prendere una forbice e di tagliare tutti i fili

PNL: il metodo del collasso d’àncora
«Il collasso d’ancora è una tecnica della PNL», prosegue d’Amato «che permette di creare associazioni neurofisiologiche collegate all’evento o alle emozioni da cui ci si vuole scollegare; in pratica devo far collassare il ricordo, sostituendo con un’emozione positiva quella negativa.

Come funziona? Dopo aver individuato un’emozione negativa, l’associo a un gesto, per esempio faccio stringere il pugno destro, a cui associo anche un colore, in modo che tutta la persona sia coinvolta sul piano emotivo, visivo, cinestesico, auditivo.
Quindi si individua una situazione positiva e la si aggancia nello stesso modo al pugno sinistro. Ogni volta che l’individuo stringerà uno dei pugni, gli ritornerà in mente quell’evento positivo o negativo.

A questo punto si fanno stringere entrambi i pugni, mantenendo gli occhi chiusi, e si appoggiano in un punto del corpo, per esempio sul cuore. In questo modo colori ed emozioni si mischiano, le risorse vanno in corto circuito e sparisce l’ancoraggio.
Quindi, chiudendo il pugno della mano destra, dovrebbe essere sparita l’emozione negativa, in caso contrario si ripete l’esercizio o li si rinforza in altri modi.

Come digerire un ricordo doloroso con il metodo TAI

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Andrea Fredi.

«I ricordi non si cancellano, ma si trasformano e si integrano», conferma Andrea Fredi, coach, formatore e operatore olistico e autore di Tecniche di alchimia interiore. «Con le mie tecniche di equilibrio cosciente aiuto ad aumentare la consapevolezza, facendo metabolizzare e digerire un evento doloroso passato, come ad esempio una violenza sessuale o un abbandono, affrontando il vissuto con nuove prospettive.

«Con il TAI, un metodo che ho elaborato e che coinvolge mente e corpo e si basa sulla focalizzazione dei tre cervelli (intestino, cuore e terzo occhio), la persona mentre respira consapevolmente assume una specifica posizione, che consiste nell’appoggiare le mani sulla zona coinvolta dall’emozione, oppure con gli occhi chiusi fissa il centro della fronte, pronunciando una delle frasi che ho elaborato per ogni posizione. Questa va ad agire sulla rappresentazione interna del vissuto, che se non è stato digerito porta una sofferenza che si protrae nel tempo (rabbia, tristezza, paura, vergogna, imbarazzo), ponendo l’accento sulla funzionalità della risposta, cioè sull’emozione che si prova. Questa procedura, che si può eseguire anche da soli, porta a uno stato di calma interiore e a una consapevolezza».

Per saperne di più:
YouTube: Vincenzo D’Amatowebsite
Website: Andrea Fredi

 

 

 

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Giornalista, scrittrice, ipnologa, è considerata un'importante divulgatrice nel campo della medicina olistica, la ricerca psichica, la psicoterapia transpersonale. Ha scritto numerosi libri su questi argomenti e la sua ricerca cardine riguarda la reincarnazione attraverso l'ipnosi regressiva. Spesso ospite nei convegni come relatrice sulle tematiche che riguardano la sopravvivenza, è stata spesso in radio e in Tv e ha condotto anche trasmissioni in una Tv privata. Mailto: manuela.pompas@gmail.com