Un libro su Cristianesimo e Buddhismo

di Sergio Ragaini. L’autore ci parla della tesi che sostiene nel suo libro “Il Cristianesimo alla luce del Buddhismo e delle Filosofie Orientali”

Consideriamo una filosofia spirituale che oggi, purtroppo, è diventata piuttosto dogmatica, come è il Cristianesimo Cattolico. E supponiamo di illuminarlo, per un certo tempo, con una filosofia come il Buddhismo, che personalmente preferisco non considerare una religione.

Utilizziamo, quindi, il Buddhismo come una sorta di torcia, che illumina il Cristianesimo, nei suoi punti più oscuri. E osserviamo il risultato, magari facendoci portare, senza attenderci nulla, ma semplicemente osservando.

Se siete curiosi di sapere cosa potrebbe accadere, la risposta è nel mio libro (Independently Published). Un libro che ho scritto in poco tempo, anche se, come spesso accade, probabilmente era dentro di me.

In particolare, per me in questo caso è stata un’operazione tutto sommato semplice: mi sono limitato a far brillare sul Cristianesimo la luce non dogmatica della filosofia buddhista, che ha come caratteristica proprio quello di spiegare le cose nei minimi dettagli.

Una scuola ricca di tradizioni

il monaco zen Thich Nhat Hanh, poeta e intellettuale.

Il Buddhismo è un universo ricco di scuole e tradizioni anche diversissime tra di loro. Tuttavia, vi sono dei capisaldi comuni, dai quali non si può prescindere.

Personalmente, le tradizioni buddhiste che ho conosciuto meglio sono quella tibetana e quella zen vietnamita di Thich Nhat Hanh: della prima mi colpisce la capacità di analizzare, di andare in profondità, di studiare e sviscerare tutto nei minimi particolari; della seconda, invece, mi ha sempre colpito l’immediatezza, l’essenzialità, ma nello stesso tempo la capacità di andare davvero al “cuore” dell’insegnamento del Buddha.

Nel mio libro, per fare “luce” uso quindi soprattutto queste tradizioni. Anche se citerò altre tradizioni, fornendo una panoramica di quelle che sono le principali scuole buddhiste, in modo di permettere a chi non conosce il buddhismo di districarsi un po’ in questo mondo spirituale, tanto affascinante quanto ricco e composito.

L’effetto di questa illuminazione era ignoto anche a me. Più che direttamente scrivere, in qualche modo, mi sono”lasciato scrivere”: è una cosa che mi capita spesso, e vuol dire lasciarsi andare al flusso della scrittura, senza fermarla o alterarla più di tanto, e riservandosi in un secondo tempo di riprendere, aggiungere o correggere.

Oltrepassare il muro dei dogmi

Simbolo Niceno-cristiano, una formula di fede che sancisce i primi dogmi.

In questo caso, tuttavia, osservare è stata una caratteristica importante del lavoro: come dicevo, il Cristianesimo, in particolare quella cattolico, ma non solo (anche se il riferimento maggiore, per ovvi motivi, è in questa confessione cristiana), è una cultura spirituale che ha acquisito, nel corso del tempo, un grosso impalcato dogmatico.

Una delle parole più pronunciate, infatti, è proprio “mistero”: non si tratta, però, di un mistero che significa voglia di indagare, ma un mistero davanti al quale occorre fermarsi e non proseguire.

Non è, quindi, un invito alla scoperta, ma una sorta di “vietato entrare”, o meglio “vietato proseguire”. Lo scopo, in questo libro, è stato “non fermarsi”, ignorando il cartello di divieto e quindi andando avanti.

Le filosofie orientali, in tal senso, lo fanno, e sanno spiegare quasi sempre ogni cosa che affermano. Andando avanti, e proseguendo invece che fermarsi, scrutando l’imperscrutabile, ecco che davanti a noi si rivelano tantissime cose nuove: si rivelano universi di conoscenza, si rivelano novità e scoperte.

Insomma: quello che è posto come dogma, come mistero insondabile, è ben meno difficile da comprendere di quello che sembri, e in molte altre culture spirituali si ritrova facilmente.

Il mistero della Trinità presente in molte religioni

È il caso, ad esempio, della trinità, che è presente in diversi mondi spirituali, come nell’Induismo, con la cosiddetta “Trimurti” Brahma, Visnu e Shiva.

Nel Buddhismo, poi, si troveranno diverse trinità, tra cui corpo, parola e mente, componenti nelle quali, nel film Piccolo Buddha di Bernardo Bertolucci, si reincarnerà Lama Norbu, incarnandosi quindi in tre persone diverse.

Dissolvere molti misteri, e vedere che questi diventano chiari e comprensibili, è stato uno degli effetti osservati. Anche attraverso il confronto e la comparazione con altre culture spirituali, non solo del mondo buddhista, ma anche di filosofie orientali.

Prospettive degli altri mondi spirituali

Keenu Reeves interpreta Siddharta ne “Il piccolo Buddha” di Bertolucci.

Una grande apertura è data anche ad altri mondi spirituali. Ad esempio nel corso del libro verrà citata la Bhagavad Gita, anche in rapporto a testi cristiani.

Per mostrare, forse, che alla fine tutte le culture spirituali dicono la stessa cosa con parole diverse: siamo noi, purtroppo, che facciamo apparire quelle “parole diverse” come se fossero differenze invalicabili, facendo apparire diverso l’uguale, e accentuando il contrasto, invece che appianarlo.

Alcuni potrebbero aspettarsi un lavoro di tipo sincretista: vale a dire un tentativo di fusione tra mondi spirituali. Come credo si sia capito da quanto ho detto in precedenza, lo scopo non era sicuramente questo: infatti, il sincretismo di fatto non modifica nulla delle singole filosofie spirituali, e semplicemente fonde. Una fusione in qualche modo cambia, ma non più di tanto.

Può esserci un nuovo Cristianesimo?
Nel mio caso, invece, lo scopo non era fondere delle culture spirituali, ma semplicemente utilizzarne una per illuminare l’altra. Utilizzare, quindi, i parametri e la capacità di ricerca di una delle due culture per vedere come, alla luce di questa, anche l’altra cambia.

In qualche modo, così facendo, ci si troverà un cristianesimo nuovo, che però non è un cristianesimo buddhista, ma semplicemente un cristianesimo trasformato dalla luce del Buddhismo. E credo che la differenza tra queste due modalità si possa percepire molto bene.

Le tesi del libro
Il libro si divide sostanzialmente in due parti.
Nella prima parte si tenterà di gettare una panoramica sugli elementi essenziali del buddhismo, oltre che sulle principali scuole buddhiste che anche oggi si possono trovare.

Già in questa parte, tuttavia, si vedranno diversi paralleli con il mondo cristiano. Ad esempio, su quella che anche nel buddhismo tibetano è la cosiddetta “confessione”, si mostrerà che qui non è presente nessun senso di colpa, nessun senso di rimorso o di frustrazione, ma solo una presa di coscienza, un gettare luce di consapevolezza.

Allo stesso modo, anche nel libro si farà lo stesso, sostituendo già sin da subito dogma e mistero con consapevolezza.

Nella seconda parte, invece, si affronteranno temi specifici del mondo cristiano con un’ottica differente, per mostrare cosa accade e come questi si trasformano.

Tra questi, si parlerà anche di reincarnazione, uno dei temi più elusi dal Cristianesimo, sino a dichiararla  eresia. Si cercherà di mostrare, invece, come si tratta di qualcosa che può tranquillamente accordarsi al cristianesimo, e come tra reincarnazione e resurrezione non ci sia contraddizione: anzi, la seconda potrebbe essere, addirittura, il punto finale, il culmine del ciclo di nascite e morti, la loro fine.

Per saperne di più:
Il libro si trova in vendita online sul sito di Amazon, sia  in edizione cartacea (https://tinyurl.com/qllu7dw) che elettronica (https://tinyurl.com/v47jxdc)

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Nato a Milano. Laureato in Matematica, ha sempre visto la matematica e la fisica come una sorta di “sesto senso”, che ci fa intuire nuovi mondi, anche dentro di noi. Cercando una visione unitaria dell'uomo e della cultura, si è occupato di diverse cose, spaziando dall'insegnamento al giornalismo. Ha collaborato con diverse riviste, occupandosi dei più disparati argomenti, dal cinema al turismo, alla spiritualità. Parte importante, per lui, è anche la musica, che pratica attivamente, e che per lui è anche un modo per andare al cuore dell'uomo.