Razza di idioti

di William Giroldini. Il primo dei racconti fantascientifici (già su Kataweb) di Giroldini narra il viaggio di un gruppo di astronauti in un prossimo futuro.

Willy Giroldini, studioso e autore di questo racconto.

L’astronave si materializzò a breve distanza dall’ultimo pianeta del sistema stellare denominato “AK234-B”, costituito da sette pianeti orbitanti attorno a una stella gialla di grandezza media.

Un paio di milioni di miglia di distanza dall’ultimo pianeta dei 7 che orbitavano attorno alla stella centrale, era una distanza di sicurezza accettabile, considerando che il salto nell’iperspazio avveniva su distanze dell’ordine di trilioni di miglia fra il punto di partenza e quello di arrivo. Emergere nello spazio ordinario troppo vicino alla stella centrale era un rischio da evitare, ed era in effetti già accaduto, ai primi tempi dello sviluppo tecnologico del viaggio nell’iperspazio.

Se lo ricordava bene il comandante Kronex, che aveva perso molto tempo prima, in questo tragico modo, una delle sue più belle astronavi interstellari, oltre a 86 membri dell’equipaggio. Ma da allora, la tecnologia era molto migliorata, e ora il punto di emersione nello spazio ordinario poteva essere calcolato con grande precisione e a basso rischio.

E la sua importante missione non richiedeva mosse avventate: andare dall’ultimo fino al terzo pianeta in orbita attorno alla stella, una missione che avrebbe richiesto non piu’ di qualche giorno di navigazione alla velocità del 10% della luce.

La sua missione era stata pianificata da parecchio tempo: le osservazioni da terra coi grandi telescopi ottici, e tutti gli altri sofisticati strumenti astronomici, avevano indicato in AK234-B un sistema stellare con un’alta probabilità di trovare un pianeta con forme di vita avanzate. Ed il massimo di probabilità era associato al terzo pianeta dalla stella centrale, che rientrava pienamente nella cosiddetta “fascia di abitabilità’”, dove era possibile avere temperature superficiali e composizione dell’atmosfera compatibili con la vita organica.

“Come vi sentite tenente Skyrev?” disse il comandante Kronex al suo tenente di vascello, il secondo in grado, un buon ufficiale, ma alla sua prima esperienza di salto nell’iperspazio.

Skyrev non rispose subito… stava ancora vomitando in un apposito contenitore, una tipica reazione fisiologica dei novizi, quando tutte le molecole del corpo si ricompongono esattamente nella giusta posizione, dopo essere finite per qualche tempo in uno spazio esadimensionale a velocità pari a circa 10000 volte quella della luce.

“Sto bene comandante”, deglutì il tenente Skyrev prima di un nuovo e ultimo conato di vomito.
“Bene, allora mi prepari una relazione sullo stato della nave, dei sistemi informatici, dell’energia dei reattori a curvatura e dell’equipaggio. Dobbiamo prepararci alla missione: esplorare tutti i pianeti a breve distanza e poi eventualmente scendere su quello che sembra il più promettente dei sette pianeti”.

“Certo comandante, sarà fatto!” rispose Skyrev che ormai si era ripreso del tutto e aveva passato gli stessi ordini agli ufficiali subordinati. E questi ultimi al gran numero di tecnici specializzati che gestivano la grande astronave interstellare…

Il primo rapporto indicava che solo tre dei sette pianeti potevano avere vita organica, date le condizioni di temperatura superficiale e composizione atmosferica.
E l’astronave già volava nel vuoto siderale vicino al sesto pianeta, quando il sottotenente Dublovick entrò in sala di comando trafelato ed eccitato con un display luminoso zeppo di dati.
“Comandante, una grande novità’” disse con palese eccitazione, guardandolo dritto negli occhi.

“Sì, che cosa?”
“Be’.. ecco… abbiamo ricevuto dei segnali radio dal terzo pianeta, parlo di onde radio di origine sicuramente artificiale!”
“Per tutti gli Dei della Madre Galassia! Ma allora significa che su quel pianeta non solo c’è vita, ma c’è una razza intelligente e dotata di tecnologia! Riusciamo a decifrare i segnali radio?”

“Be’…la decodifica è in corso, ma stiamo parlando di una moltitudine caotica di emissioni radio dal quel pianeta… e alla nostra distanza i segnali sono ancora molto deboli… ci stiamo lavorando comunque!”
“Bene! tenente Skyrev, facciamo rotta direttamente verso il terzo pianeta! Non voglio perdere tempo ora con gli altri sei. Sono estremamente interessato a questo che potrebbe essere il nostro primo contatto in assoluto con una razza aliena intelligente e tecnologica!”

E già il comandante Kronex si vedeva portato in trionfo dalle folle festanti, e il suo nome avrebbe riempito per sempre gli annali della Storia delle Esplorazioni Spaziali, e la sua carriera avrebbe potuto arrivare fino a Capo di tutte le Missioni Interstellari….

Essere il primo a scendere su un pianeta alieno e incontrare una civiltà tecnologica e stabilire contatti e scambi di cultura e nuove conoscenze scientifiche….
Nemmeno nei suoi sogni più improbabili avrebbe mai sperato tanto…

Passò altro tempo, mentre tutti gli scienziati della missione erano impegnati a raccogliere il maggior numero di dati possibili con telescopi, ricevitori radio, magnetometri, rivelatori di onde gravitazionali e sensori di ogni genere e tipo.
Ora la grande astronave era arrivata in prossimità del quarto pianeta.
“Che ci dicono le osservazioni strumentali di questo pianeta?”, chiese Kronex al tenente Skyrev.

Guardando un visore digitale che emetteva una luce azzurrina, Skyrev alzò lo sguardo verso il suo comandante e rispose: “Beh, ecco, si tratta di un pianeta relativamente piccolo, non ha acqua visibile in superficie, ha solo sabbia e roccia rossastra, atmosfera assai tenue costituita soprattutto da… ecco… anidride carbonica e tracce di azoto.”
“Mm.. non sembra abbia vita in superficie, giusto?”
“Giusto, così sembra!”

“Va bene, tenente Skyrev, continuiamo la rotta verso il terzo pianeta!”
Non vedeva l’ora di arrivare nelle vicinanze di quel meraviglioso e promettente pianeta, dotato di una atmosfera del tutto simile alla atmosfera del loro nativo pianeta, cioè azoto e ossigeno e poca anidride carbonica e vapore acqueo.

“Tenente Skyrev, mi raccomando, teniamoci a una distanza giusta dal terzo pianeta, non troppo vicino, dato che ora sappiamo è abitato da una razza tecnologica evoluta. Non devono scoprirci subito coi loro strumenti che sicuramente possiedono. Prima li osserviamo e li studiamo da debita distanza, poi decideremo se tentare di scendere sul loro pianeta!”
“Certo comandante! “ rispose il tenente, che già sapeva da un pezzo che questa era semplicemente la procedura standard descritta in tutti i manuali di Navigazione ed Esplorazione Spaziale.

Ma a Kronex piaceva dare ordini apparentemente e meravigliosamente pensati con la sua testa, grande e intelligente… Era lui il comandante, o no?
“Comandante, suggerisco inoltre di posizionare la nostra nave in prossimità del grande e unico satellite che orbita attorno al terzo pianeta. Con una opportuna orbitasincrona col satellite, non si accorgerebbero facilmente noi….”
“Ma certo! È esattamente quello che stavo per dire, anzi l’avevo già pensato mezz’ora fa, ma ero indaffarato a gestire la sala comando!”
“Buffone presuntuoso!” pensò Skyrev mentre si allontanava dalla plancia di comando.

Le osservazioni ormai duravano da diverso tempo, a distanza opportuna (meno di un milione di miglia) quando entrò in sala comando il sottotenente Pokosky, esperto di radioastronomia e spettroscopia stellare.

Era visibilmente agitato e subito si rivolse al tenente Skyrev, suo diretto superiore in grado. “Tenente… c’è qualcosa di molto strano che sta accadendo su quel pianeta… non riusciamo ancora a capire bene di che si tratta.”
“Ah si? E di che si tratta?”, chiese curioso il tenente.
“Dillo direttamente a me, Pokosky!”, intervenne sgarbatamente il Comandante Kronex, che non perdeva occasione di sminuire il ruolo dei suoi sottoposti.
“Beh… è molto strano, osserviamo da oggi una serie di lampi di luce molto intensi in un’area del pianeta”.

“Tutto qui Pokosky?”, disse Kronex mentre rigirava una carta nautica stellare sull’ampio schermo luminoso di navigazione della plancia.
 “Il fatto è che questi lampi di luce, oltre a essere estremamente intensi, sono anche estremamente ricchi di radiazione gamma!” proseguì Pokosky.
“È una cosa del tutto innaturale in un pianeta!” osservo Skyrev, che proseguì dicendo “Lampi di radiazione gamma si osservano in stelle ed in esplosioni stellari, ma non in pianeti! Non è una cosa normale!”
Pokosky e Skyrev si guardarono negli occhi qualche istante, poi proruppero nella stessa esclamazione: “Esplosioni atomiche!”
“Cosa? Che state dicendo?”, intervenne il comandante, incredulo a quella congettura. “Esplosioni atomiche? Volete dire che….ora su quel pianeta è in corso una guerra atomica su scala planetaria?”

Pokosky non rispose, ma corse subito in laboratorio per aggiornare i dati e la analisi spettroscopica dei lampi di luce. 
Mezz’ora dopo era di nuovo a rapporto: “Comandante Kronex, le ultime analisi ormai non ci lasciano dubbi: si tratta di enormi lampi gamma causati da esplosioni atomiche… abbiamo già contato da stamattina almeno 42 esplosioni, e stanno ancora continuando e si stanno estendendo su vaste aree del pianeta. In particolare colpiscono aree dove nella parte notturna del pianeta apparivano deboli e luminosi ammassi che riteniamo siano delle città illuminate!”

“Una guerra termonucleare in piena regola dunque! Assurdo!
Arriviamo dopo un viaggio nell’iperspazio programmato da moltissimo tempo e che ci troviamo fra le mani? Una civiltà tecnologica che si sta autodistruggendo con primitive armi nucleari! Roba da non credere!”

“Purtroppo sì comandante”. Poi diede un’occhiata ai dati più recenti, ormai le esplosioni avevano raggiunto una quota di un centinaio e non parevano smettere, anzi.

Il comandante Kronex era chiuso nella sua cabina con aria distrutta, non aveva più nemmeno fame, tanto era depresso ed incazzato e continuava a rimuginare fra sé e sé “Per tutti i Demoni della Galassia! Arrivo qui dopo un volo rischioso nell’Iperspazio, con una missione importantissima, dopo avere scovato questo sistema stellare con pianeti abitabili, frutto di anni e anni di studi e ricerche, e tutta la gloria che me ne potrebbe derivare sta andando in pura merda! “
Un lieve bussare alla sua cabina “Chi è?”

“Sono io comandante”, rispose debolmente Pokosky affranto e triste almeno quanto il suo Comandante. “Ecco i dati aggiornati dopo due giorni di inizio del conflitto: oltre 1634 esplosioni contate, e continuano ancora, seppure a ritmo molto ridotto, una fitta coltre di polvere radioattiva si sta diffondendo ovunque sul pianeta, direi che non se ne parla nemmeno lontanamente di scendere laggiù in esplorazione!”. “Già, certo…, ovviamente. Ormai sarebbe un cimitero radioattivo anche per noi.” rispose tristemente Kronex, a cui importava principalmente (o solamente) l’enorme occasione ormai perduta di avere contattato per primo una razza aliena altamente tecnologica. La sua carriera ed i suoi sogni di gloria erano ormai naufragati qui.

Poi dopo un attimo di silenzio con voce infuriata chiese a bruciapelo: “Ma almeno abbiamo scoperto come questa razza di alieni chiamano se stessi ed il loro pianeta?”
Il sottotenente Pokosky interrogò brevemente il suo tablet luminoso e dopo un po’ rispose: ”Dalle intercettazioni radio siamo riusciti a ricostruire, nella lingua maggiormente diffusa della razza aliena, il nome del loro pianeta e della loro razza, cioè come loro chiamano se stessi”

Kronex lo guardò con aria interrogativa. ”E allora?”
“Be’.. ecco questa razza chiama se stessa uomini ed il pianeta Terra!”
“Razza di idioti! Razza di idioti!,” urlò il Comandante!
“Sì comandante”, gli fece eco Pokosky. “Sono veramente una razza di idioti!”

Saltellando sulle sue otto agili zampe, il comandante Kronex si diresse verso la plancia di comando, e premette il pulsante del volo nell’iperspazio, diretto verso casa…
In un lampo di luce bluastra, l’agile astronave scomparve dallo spazio, lasciandosi alle spalle un bellissimo pianeta avvolto in una foschia di morte radioattiva.

(già pubblicato su Kataweb)

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Laureato in Chimica, sviluppatore software ed elettronica, da almeno 30 anni si interessa di Ricerca Psichica con particolare attenzione allo studio della Telepatia e Psicocinesi utilizzando tecniche Elettro-Encefalografiche. Autore di numerose ricerche pubblicate anche su riviste scientifiche internazionali. Direttore Scientifico di AISM (Ass. Italiana Scientifica di Metapsichica).