di Vittorio Paola. Un’interessante analsi sul rapporto con la religione e i tabù di un individuo in relazione allo studio della sua psiche e delle sue reazioni emotive

Già Sigmund Freud prospettò per primo la tesi che la religione abbia il deciso carattere di una nevrosi ossessiva universale, basata su una precisa necessità di costruire un aldilà che garantisca continuità tra la vita e la morte che, in queste circostanze, sarebbe sconfitta, non rappresentando più una fine ma un nuovo inizio, una rinascita.
In Totem e tabù (1913), lo stesso Freud fornisce al lettore un’estesa interpretazione del fenomeno religioso e del suo rapporto con l’organizzazione sociale, fin dall’epoca primitiva.
Nel saggio L’avvenire d’una illusione (1927) il fondatore della psicanalisi cercherà di mostrare che la religione è uno dei principali aspetti sociali nato dalla repressione e dalla frustrazione della vita istintiva: la religione non avrebbe nulla di reale perché è una pura e semplice illusione.
In realtà non ho mai capito se Freud fosse ateo, come ha sempre affermato, oppure convinto e mascherato credente.
A tal riguardo Jung vedeva la questione in modo diverso, sintetizzando la necessità religiosa come una costante tensione morale del conflitto radicato sul dualismo tra il bene e il male. La sua visione viene sempre completata ed accompagnata da un forte apporto simbolico, letteralmente espresso nell’opera Gli Archetipi dell’Inconscio Collettivo (Bollati Boringhieri, 1977).
Il dogma come sistema di difesa dalle trasgressioni


Dunque il dogma cattolico viene visto in buona sostanza come un sistema di difesa e proiettivo all’interno del quale trovano rimedio tutte le azioni che sfuggono al controllo del campo etico (SuperIo) etichettate come trasgressive.
In questa visione risiedono una serie di disturbi della personalità e del comportamento, anche gravi, che si manifestano prevalentemente in soggetti appartenenti a sistemi sociali e famiglie a forte componente nevrotica ossessiva di natura religiosa.
Il Dogma religioso asserisce che se vogliamo restare nell’ambito cristiano e non inimicarci Dio, dobbiamo seguire i suoi insegnamenti, che sono sintetizzati nei famosi 10 comandamenti. Se ci comportiamo bene conquisteremo dopo la morte il bene supremo chiamato Paradiso e in caso contrario saremo catapultati in un luogo tremendo dove saremo puniti per l’eternità con fuoco e fiamme e pece bollente e saremo continuamente spinti alla sofferenza per mano di alcune entità chiamati diavoli.
Le pulsioni sessuali e la paura di vivere nel peccato
Se associamo questo contesto ad alcune personalità già ferite che vivono nella costante paura, nel senso di colpa e nella vergogna derivante da presunti errori commessi, oppure nel costante rifiuto delle pulsioni sessuali perché vittime di una educazione infantile che ha colpevolizzato a dismisura le esigenze sessuali e le pulsioni connesse (madre morbosamente legata al figlio), ecco che prende origine quello che viene definito disturbo ossessivo compulsivo religioso, che può evolversi in una personalità delirante.
In tali soggetti insorge facilmente la paura ossessiva e il timore di vivere nel peccato e che questo possa metterli di fronte al Giudizio divino e alla dannazione eterna; e non è sufficiente il loro costante stato di penitenza e la richiesta di assoluzione, che sono in grado di fornire soltanto una fugace sensazione di pace, ma non sufficiente per eliminare e ridimensionare la preoccupazione sperimentata, come ossessiva.
Scrupolosità, fede e dubbio

Questo particolare disturbo ossessivo compulsivo è anche caratterizzato come “scrupolosità”, associata ad un abnorme fervore religioso. In concomitanza con tale stato disfunzionale, molte persone risultano essere anche ossessionate da sentimenti di dubbio, senso di colpa e ansia su una questione che per loro è di vitale importanza: la fede.
La scrupolosità, dunque, conforma un tipo di disturbo ossessivo compulsivo (DOC) a sfondo religioso in cui l’ansia primaria della persona consiste nella paura di essere colpevole, di non rispettare al meglio i dettami della religione e di possedere sempre un alto senso etico o una morale perfetta a qualsiasi costo.
Coloro che sono afflitti da questo tipo di scrupolosità temono che il loro sforzo costante di vivere secondo i valori spirituali e religiosi non sia mai abbastanza e che ogni gesto da loro compiuto possa esporli al peccato religioso e dunque all’estremo Giudizio Divino: queste persone, pretendono da se stesse la perfezione morale e comportamentale.
Ossessioni legati al peccato, la colpa, la punizione
Questi soggetti, sperimentano dunque, tutte le caratteristiche psicologiche e somatiche del disturbo DOC, con aggiunta di ansia religiosa, messa in atto di rituali, creazione di scenari, sempre a sfondo religioso.
Questi rappresentano l’habitat punitivo dove loro sconteranno la pena per i loro peccati come una sorta di giusta punizione. “Mi merito di andare all’inferno” è una frase ricorrente.
Cominciano dunque a sviluppare un pensiero di morte, di inferno, di demoni e di schemi di contaminazione che, in fin dei conti, rappresentano la loro paura estremizzata e al contempo la redenzione essendo giusta questa punizione.
Quando pensieri e azioni sono viste come moralmente equivalenti

Infine va detto che un soggetto DOC religioso con scrupolosità soffre spesso di una fusione pensiero-azione, un meccanismo mentale tramite il quale una persona giudica un particolare pensiero come moralmente equivalente ad un comportamento reale, dunque carico di tutte le componenti etiche correlate, sentendosi un depravato peccatore per dei pensieri involontari, pur non avendo commesso nella realtà nessun comportamento censurabile.
Questo aspetto è particolarmente grave in quanto conducente ad altre patologia e disturbi gravi della personalità fino al disturbo di personalità multipla, dove il bene e il male vengono nettamente separati e ad essi viene assegnato uno spazio simbolico separato all’interno del quale esprimersi liberamente.
Le presunte possessioni e le paranoie sui personaggi religiosi
Il riferimento simbolico più vicino da citare è sicuramente quello delle possessioni demoniache, meglio dire delle presunte tali. I soggetti con scrupolosità presentano poi una fissazione selettiva dell’attenzione sulle questioni religiose particolari quali, paranoie su Santi e personaggi religiosi, esasperazione di concetti dogmatici (Inferno, Paradiso) con inclusioni nella vita reale che iniettano percezioni ansiose e di paura a sé e agli altri appartenenti al suo network sociale o di riferimento.
A volte insorgono anche delle convinzioni deliranti ove l’individuo è assolutamente sicuro che le convinzioni espresse nel DOC siano autentiche e provate e ciò aggrava sempre di più il delirio paranoide (delirio lucido) dove l’intero IO del soggetto viene contaminato dalla ossessione religiosa.
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