Immergersi nelle Andamane

di Bruna Meloni. Una viaggio da fare in inverno nelle straordinarie isole Andamane, ancora selvagge, fuori dalle rotte del turismo tradizionale

Pur appartenendo politicamente all’India, le isole Andamane, situate nel Golfo del Bengala, si trovano a poca distanza dalla costa birmana e sono popolate da diverse etnie con cultura animista. Sono le vette della catena montuosa sommersa dell’Arakan Yoma, che si estende tra il Myanmar e Sumatra in Indonesia, formando un arcipelago con oltre 500 isole, di cui solo una decina tra le Andamane sono accessibili ai turisti; le Nicobare sono vietate agli stranieri e agli stessi indiani (salvo permessi governativi) perché in queste terre vivono delle tribù primitive.

Anche le isole aperte al turismo possono avere delle zone interdette per preservare sia le popolazioni tribali che gli animali endemici. Un paradiso lontano dalla civiltà, tra palme, sabbia bianchissima e mare cristallino, le isole Andamane sono l’ideale per chi vuole una vacanza all’insegna dell’evasione. Ma cosa le rende così speciali?

Una struggente bellezza, con spiagge superbe
La prima cosa che colpisce delle Andamane sono i litorali da sogno. Il territorio prevalentemente montuoso si erge sulla candida distesa di sabbia circondata dalla barriera corallina. Il mare color verde smeraldo è attorniato dalla giungla più fitta e da foreste di mangrovie popolate da scimmie e coccodrilli. Il bianco abbagliante della sabbia contrasta con la luce rossa degli spettacolari tramonti, creando effetti scenografici da manuale. I fondali, ricchi di coralli e pesci tropicali, sono l’ideale per chi ama lo snorkeling e le immersioni.

Una vita marina da mozzare il fiato
Spiagge superbe e quasi deserte,  e un intrigante passato coloniale, oltre ai resti dell’età della pietra, rappresentano un’attrattiva importante verso queste isole misteriose; colpite dalla tragedia dello tsunami del 2004, che ha danneggiato molte delle infrastrutture preesistenti, hanno pur sempre mantenuto intatta la loro struggente bellezza.

Antiche popolazioni tribali

La tribù aborigena dei Sentenelesi.

Come dicevamo, solo in piccola parte accessibile ai turisti, questo paradiso ospita antichissime e bellicose popolazioni tribali. Tribù aborigene di antichissima discendenza africana, alcune tra l’altro francamente ostili, come i Sentenelesi che rifiutano la nostra civilizzazione o che solo timidamente cominciano ad avvicinarvisi, come invece gli Jarawas, entrati in contatto col mondo moderno solo nel 1998, mentre la maggioranza della popolazione delle isole abitate è costituita dai Nicobaresi, già molto più integrati. Gli Onges, così come gli Andamanesi, si stanno invece lentamente adattando alla vita moderna, pur mantenendo molti aspetti atavici della loro vita tribale, considerando che al momento dei primi contatti con l’attuale civiltà non avevano ancora scoperto come produrre autonomamente il fuoco.

La loro storia nei secoli
Queste isole figurarono già nella mappa di Tolomeo, II sec. d.C. e sono citate nel VII sec. d.C. anche dal viaggiatore cinese I-Tsing. Divennero base per i pirati Maratha, alla fine del XVII sec. per gli attacchi alle navi commerciali britanniche, olandesi e portoghesi delle Compagnie delle Indie. Poi fu la volta di pirati olandesi e dei Gesuiti francesi ed infine, a metà del XVIII secolo, persino i Danesi ne tentarono l’evangelizzazione.

Dopo il 1857 gli Inglesi ottennero il controllo della maggior parte di queste isole, che in seguito trasformarono in una colonia penale per i propri prigionieri che prima deportavano a Sumatra. Dal completamento nel 1906 della Cellular Jail, conosciuta come Kala Pani, furono rinchiusi qui moltissimi prigionieri politici e Freedom Fighters, e da questo deriva la presenza ancora attuale sulle isole di abitanti originari delle più varie parti dell’ex-impero britannico in Asia.

Si raggiungono con voli solo dall’India
Proprio per quanto detto finora, non è facile arrivare in questo paradiso; le autorità indiane sono molto attente alla salvaguardia di questo patrimonio e le restrizioni per i turisti sono molte. Le Andamane si raggiungono esclusivamente tramite voli interni con partenza da Delhi, Calcutta, Chennai, Mumbai.
La capitale Port Blair è l’unico punto d’approdo ed è raggiungibile via aereo solo dall’India. Un volo interno per Port Blair dura all’incirca 5 ore. Non esistono altri voli diretti tra l’arcipelago e il resto dell’Asia: dall’Italia è possibile raggiungere le Andamane tramite collegamenti aerei via Delhi. Sconsigliati i collegamenti in nave, poco frequenti e non molto affidabili (64 ore di navigazione da Calcutta e 60 da Channai). Prima di raggiungere le isole, oltre al visto per entrare in India da richiedere all’ambasciata italiana, è necessario procurarsi un permesso speciale che viene rilasciato all’arrivo a Port Blair.

Da dicembre a marzo il clima migliore

Port Blair. La prigione della capitale.

Quando andare? Vi consigliamo il periodo che va da dicembre a marzo: le condizioni meteo sono ottimali, con molte giornate di sole. È il periodo migliore per le immersioni, ma anche per assistere allo spettacolo delle tartarughe marine che depongono le uova. In primavera e in autunno il tempo è variabile, ma non ci sono grandi flussi turistici e questo assicura la massima tranquillità. Per i surfisti esperti che vogliono sfidare la potenza delle onde il periodo migliore, invece, va da febbraio ad agosto.

Cosa visitare
La capitale è Port Blair, nelle South Andaman, sita nella parte più meridionale di Great Andaman. La Cellular Jail, la prigione britannica, è stata lungamente la triste attrazione principale della cittadina.
A 30 Km a Sud, a Wandoor, si trova il Mahatma Gandhi Marine National Park, un eccezionale mondo marino tra isolotti disabitati e una flora e una fauna meravigliose anche in superficie; si può sbarcare (ma non pernottare) solo a Jolly Buoy a Red Skin e, più a Sud, a Cinque.

Le zone di punta del turismo

L’isola di Havelock.

Belle spiagge sabbiose e acqua cristallina anche a Collinpur. A circa 30 Km Est dalla costa orientale di South Andaman, c’è poi un altro piccolo arcipelago, Ritchie’s: è questa attualmente la zona di punta del turismo, raggiungibile via ferry regolare da Port Blair, con tre isole aperte ai turisti stranieri: Havelock, Neil e Long island.
Ad Havelock, la più servita, sono moltissime le baie meravigliose e solitarie, specialmente nella costa Nord. Neil Island è l’unica isola in cui è permesso il campeggio libero, ma le spiagge sono comunque bellissime: Laxmanpur, Bharatpur, Sitapur…

 

Si può poi risalire in autobus verso Nord attraverso foreste e zone tribali protette, lungo l’unica strada, la Andaman Trunk Road, la cui chiusura – tuttavia mai veramente effettuata – era stata ordinata già nel 2002 dalla Corte Suprema indiana per prevenire i contatti anche involontari con la fragilissima popolazione degli Jarawas; si arriva tuttavia solo così a Rangat, nelle Middle Andamans, con poche possibilità di alloggio ma con le spiagge migliori nell’ambito di parchi naturali che richiedono però permessi speciali per essere visitati.

Sempre col ferry si può poi risalire fino alla zona di North Andaman a Kalighat, e da lì raggiungere via autobus – strada permettendo – Diglipur, con le spiagge di Lamia beach, Aerial Bay e Kalipur. Il resto del Nord è invece chiuso al turismo. Da Aerial Bay, si possono poi visitare altre isolette al Nord, dove è anche possibile campeggiare, sempre previo permesso.
Un viaggio assolutamente fascinoso e indimenticabile, che richiede alcuni accorgimenti considerando la fragilità dell’ecosistema e delle tribù che vi abitano.

I nostri consigli
Sull’isola di Havelock di gran lusso il Taj Exotica Resort & Spa; meno fastosi ma molto belli anche il SeaShell e il Barefoot.
A Port Blair il SeaShell Port Blair e il Sea Princess Beach Resort.

 

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