di Fabio Duranti. Quante sono le declinazioni dell’amore? L’autore le analizza per esteso, partendo dall’amore terreno a quello universale, cui l’uomo tende.
Il concetto forse più vezzeggiato, ambito, lodato e ricercato dall’essere umano lungo la sua millenaria storia è sicuramente quello dell’amore. Impiegato in tutti i settori dello scibile umano, è certamente più analizzato e sviscerato del concetto di Dio, quest’ultimo appannaggio solo di religiosi o filosofi. L’amore invece viene cantato più o meno da tutti, e non solo dai poeti e dai musicisti di professione. Ogni essere umano possiede una sua concezione dell’amore ed ognuno di noi aspira a mettere in pratica nella sua quotidianità i suoi ideali amorosi. Il termine amore, quindi, indica ad ognuno cose diverse, a volte anche in contraddizione tra di loro.
Quanto amore, quanti amori
L’amore di una madre per la propria prole è sicuramente un sentimento elevato, a differenza dell’amore dell’avaro per i suoi soldi o per i suoi beni materiali.
L’amore romantico, idealizzato nello stesso movimento storico che esaltava l’ideale utopico di un amore perfetto, non è sicuramente lo stesso che spinge due esseri ad avere un rapporto carnale passeggero.
L’amore per le belle opere d’arte, siano queste dipinti, musica o quadri, differisce per slancio e per passionalità da quello che i mistici più evoluti dicono di provare per l’aspetto della divinità a loro accessibile.
L’amore spirituale, infine, che il devoto incontra dopo esser passato per la morte dell’io – come ci viene narrato – sembra essere di una qualità completamente diversa da tutto quello che noi uomini possiamo esperire con la nostra coscienza ordinaria. Appurato che ogni movimento della vita umana si basa su una concezione dell’amore, possiamo ben affermare che l’amore mette in moto tutto l’universo, scindendosi in vari livelli e apparendo sotto molteplici forme e stati nella società umana.
Esiste l’Amore assoluto?
Esiste però un Amore assoluto, totale, che sia solo tale, senza proiettare intorno a sé ombra alcuna o interpretazioni soggettive della sua sostanza? Questo Amore assoluto ipotetico, secondo noi, non dovrebbe essere egocentrico, ma come il sole dovrebbe proiettare i suoi raggi consolatori su tutto e su tutti, senza distinzione alcuna.
Quindi, partendo da quest’ottica, il puro Amore spirituale dovrebbe essere la massima espressione di un amore totale, in quanto base proprio di un’anima che è passata attraverso la purificazione alchemica della sua struttura egocentrica.
Un esempio di ciò è il cosiddetto “amore platonico”. Generalmente ai nostri giorni, con tale forma di amore si intende un rapporto esente da contatto fisico, ovvero solo idealizzato (per l’appunto “platonico”).
E se l’amore vero fosse impersonale?
A nostro avviso però, Platone intendeva qualcosa di estremamente più profondo e sicuramente meno banale. Quello che descrive infatti il filosofo greco è propriamente una forma di amore impersonale e quindi assai maturo. È l’attrazione simpatica della forza dell’anima per le altre anime umane. Ogni anima umana prende vita dalla base dell’anima del mondo – vero substrato ultimo della creazione – che è in effetti la nostra vera madre comune; ed ogni anima è come una goccia che proviene da questo mare infinito.
L’amore che prova l’anima non è possessivo, ma irradiante. Non chiede nulla per sé, ma desidera essere riversato negli altri esseri. L’amore animico cerca la concordia e non la divisione. In tal senso, tale amore psichico cerca l’unione e l’armonia con tutti e tutto. Inoltre non si impone agli altri, ma esala la sua essenza come un fiore che non si domanda chi mai inalerà il suo dolce profumo.
La passione come forza divina
Nelle Nozze alchemiche di Cristiano Rosacroce viene detto che l’uomo nasce ed è spinto a vivere dalla forza dell’amore, con l’unico scopo nella vita di imparare ad amare, cioè a reagire coscientemente a questa forza, la più potente della creazione. Approfondendo un po’ di più il concetto di amore animico e spirituale, Jan Van Rijckenborgh afferma che il desiderio – la passione – è una forza divina. Il desiderio egocentrico inferiore, secondo lui, è pur sempre una forza voluta da Dio, retta dalle gerarchie spirituali di Marte. Marte indica la volontà guerriera e simboleggia la guerra.
L’amor che move il sole e l’altre stelle
Tramite il desiderio sfrenato per le cose materiali, la coscienza, attraverso successi e sconfitte, gradualmente si affina e diviene matura per un desiderio più puro ed elevato. Allora si apre alla sfera d’influenza di Venere, che introduce l’essere nei livelli dell’anima. Qui il desiderio di perfezione diviene meno egocentrico, purificando l’essere nei suoi ideali e nel suo comportamento. L’apogeo finale di questa ascesa del desiderio si raggiunge nella terza sfera, quella spirituale, retta esotericamente da Saturno. In questo dominio sottile ed etereo, il desiderio ha raggiunto la sua massima espansione, divenendo puro come i raggi del sole e trasformandosi così in una aspirazione non più macchiata da tracce egocentriche.
Questa analisi dei moti del desiderio umano conferma appieno il fatto che la forza dell’amore regge ogni cosa nel nostro mondo. Non a caso Giordano Bruno afferma che il Dio creatore, che sottostà alla manifestazione, non è un Dio antropomorfo e barbuto assiso su di un trono elevato, ma proprio la forza dell’Amore. Parole che forse riteniamo scontate, ma che comunque sono lontane dall’essere sondate e realizzate interiormente dalla maggior parte degli esseri umani, persi il più delle volte nella ricerca vana di amori più vicini alla nostra natura inferiore.
La forza dirompente dell’Amore universale

Un personaggio più vicino a noi, Mikhail Naimy, autore de Il libro di Mirdad, descrive in modo incisivo e con immagini più moderne del Bruno la forza dirompente dell’Amore divino. Secondo lui l’Amore universale, quindi impersonale, si rivolge ad ogni singolo aspetto della manifestazione. Amando un albero nella sua interezza, dovremmo forse preferire i frutti alle foglie? O i rami al tronco maestoso e tralasciar di amare le radici che permettono tutto il dispiegarsi dell’imponente statura dell’albero? Visto sotto questa luce, l’amore non esclude niente e paradossalmente ci invita ad amare anche chi ci odia, secondo le note affermazioni evangeliche.
La ricetta metafisica dell’Amore
Queste descrizioni dell’amore spirituale sono però troppo lontane dalle vedute dell’uomo comune, il quale risponde sovente con “l’occhio per occhio, dente per dente”, piuttosto che con il “porgi l’altra guancia”. E non può esser altrimenti, poiché l’uomo nasce come creatura egocentrica, incentrata cioè in modo assoluto solo sul mantenimento e la protezione di se stesso.
La ricetta metafisica dell’Amore come qui è inteso, è destinata a quelle creature che ricercano un valore assoluto al di là della dualità sempre cangiante della vita ordinaria. In effetti l’uomo non ha ancora realizzato, nel suo insieme globale, neanche i primi rudimenti della sacra legge dell’Amore: la storia e i fatti quotidiani lo dimostrano! Tutt’al più l’individuo si inebria nell’ideale astratto dell’amore, sotto le svariate forme citate all’inizio dell’articolo che tutti noi conosciamo assai bene.
Non di meno, pur nei suoi sogni di oblio, l’umanità intera aspira con tutte le sue forze a veder concretizzarsi nel mondo un regno di amore e fratellanza. Questa antica aspirazione accompagna da sempre l’uomo lungo il pellegrinaggio nella materia, segno certo che le radici delle nostre anime sono divine, provenienti, come già detto, direttamente dalla platonica anima del mondo. Speriamo vivamente che sempre più numerose siano le coscienze che inizieranno il viaggio verso queste radici: mai il mondo come oggi ha bisogno di vero amore…
Per saperne di più:
Vedi anche:
Maurizio Falcioni: La pratica dell’amore compassionevole
Igor Sibaldi: Video Amore e eros
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