di Giorgio Cozzi. Una ricerca scientifica, condotta da Fernando Sinesio per la sua tesi di laurea sperimentale, oltre a dimostrare che è possibile, sembra confermare la capacità di comunicare con altre dimensioni.
Confesso che ero scettico quando ho intrapreso la lettura di un libro consigliatomi da amici parapsicologi. Poi, quando ho visto che i relatori per la tesi erano il Prof. Sergio Morra (responsabile tra l’altro del laboratorio di psicologia sperimentale) e il Prof. Patrizio Tressoldi (ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e noto per le ricerche neuroscientifiche accolte dagli studiosi di Ricerca Psichica di tutto il mondo), mi sono rilassato e ho voluto approfondire ciò che Fernando Sinesio ha riportato nel libro Al di là del conosciuto (Edizioni Amrita).
Psicologo, è un assiduo ricercatore nell’ambito delle cosiddette scienze di confine fra fisica e spiritualità, e si occupa di ipnosi regressiva che applica secondo le tecniche di Brian Weiss. «Monitorare i medium in azione è stata una esperienza straordinaria sia per me che per i miei collaboratori», ha dichiarato. «Dimostrare scientificamente l’esistenza della medianità non può che indurre ad una revisione della nostra visione della vita».
Si possono veramente contattare i defunti?
In sostanza si è trattato di riprendere la fenomenologia che alcuni medium sembrano esibire quando si mettono in contatto con persone defunte, inserendola in un processo sperimentale che potesse garantire l’assoluta veridicità delle affermazioni, genuine e spontanee, relative a defunti.
Alcuni medium infatti, hanno la capacità di sintonizzarsi su una persona defunta per riferire informazioni precise e pertinenti, che risultano molto significative per il congiunto che si rivolge loro.
Questo tipo di fenomeno ha sempre suscitato dei sospetti, sia perché talvolta le affermazioni appaiono troppo generiche e facilmente accettabili da chiunque, sia perché abili mentalisti riescono a cogliere elementi nei richiedenti e poi li riferiscono come se fossero originali e spontanei.
Un protocollo sperimentale in doppio cieco
Nonostante questi rischi di soggettività e abilità psicologica, esistono anche molte prove di coerenza tra ciò che viene detto da alcuni sensitivi e la realtà così come confermata dai congiunti che ad essi si rivolgono.
Ciò che non era mai stato tentato prima, era un protocollo sperimentale in doppio cieco, vale a dire senza la possibilità del medium o dello sperimentatore o dello sperimentato di conoscere alcunché gli uni degli altri. Quindi il valore del lavoro di Sinesio condotto presso la facoltà di psicologia di Genova, approvato dal Prof. Sergio Morra e validato dal Prof. Tressoldi, è costituito proprio dall’essere riuscito ad impostare una situazione sperimentale a triplo cieco: nessun controllo da parte di nessuno dei singoli aspetti della prova.
Un risultato al di sopra delle aspettative
I medium non sapevano altro che un nome di un defunto con cui collegarsi, mentre il congiunto si trovava dietro a una tenda che non permetteva di vedere né se si trattava di un uomo o di una donna, l’età o di qualsiasi altra caratteristica personale. Per di più alcuni dei medium sperimentati non volevano neppure sapere il nome della persona defunta, tanto sarebbero comunque riusciti nell’intento indipendentemente da ogni informazione.
I richiedenti non sentivano quanto i medium dicevano e solo a posteriori si trovavano a leggere più descrizioni, tra le quali scegliere quella loro riguardante. Inoltre successivamente potevano confermare o meno le informazioni ricevute.
In questo modo è stata eliminata la possibile proiezione (fenomeno per il quale si tende ad identificarsi con quanto il medium dice al soggetto interessato) e l’analisi di più testi ha consentito di optare per quello più significativo per sé. In realtà le descrizioni ottenute sono state così approfondite e così specifiche da sorprendere il più incallito dei parapsicologi e nella quasi totalità i richiedenti hanno riconosciuto quanto riferito effettivamente al loro congiunto.
Statisticamente il risultato è stato rilevante e comproverebbe in modo inoppugnabile la capacità dei medium di reperire materiale (esperienze, dati specifici, talvolta nomi, tipi di attività, situazioni vissute, rapporti, ecc.) decisamente riconoscibile per i richiedenti del loro congiunto scomparso.
I valori sperimentali
Nel primo esperimento Sinesio ottenne un valore probabilistico di 0,002, altamente significativo.
Nel secondo esperimento, nonostante alcune notevoli concordanze il risultato fu più basso, 0,062.
Nell’esperimento finale, realizzato con opportuni accorgimenti, si ottenne uno 0,002 altamente significativo.
Tra l’altro i medium hanno anche ricevuto messaggi relativi a Sinesio, non solo di incoraggiamento per la ricerca condotta, bensì con particolari riferiti alla sua vita privata che solo lui conosceva. Questo a riprova di un contatto con altre dimensioni.
Dal punto di vista scientifico sappiamo che tale risultato, per essere accettato come realtà conclamata, andrebbe confermato da altri laboratori con lo stesso impianto sperimentale; peraltro, data la consistenza sia del protocollo utilizzato che dei risultati ottenuti, si apre la porta alle considerazioni teoriche e filosofiche.
Di cosa si tratta? Le ipotesi possibili
– I medium entrano in contatto con l’aldilà dove le persone morte continuerebbero ad esistere, sebbene su un piano diverso e sarebbero in grado di comunicare con soggetti speciali.
– I medium captano informazioni coerenti traendole dal richiedente con cui entrerebbero in contatto (anche se non li conoscono).
– O ancora, tutto esiste contemporaneamente e vita e morte sono solo realtà diverse, di qua l’anima abita in spoglie mortali, di là vive libera in contesti diversi.
– Oppure gli esseri umani sono in realtà energia con una frequenza percepibile in un modo da vivi (nella materia) e diversa da morti (come energia liberata).
Optando per una visione spiritualista, Sinesio richiama alcuni concetti fondamentali della meccanica quantistica (come del resto stanno facendo in molti per spiegare fenomeni che non possono esistere nella Fisica classica) e che consentono di pensare ad una Coscienza altro-dimensionale, che, appunto, sopravviverebbe alla morte, in quanto energia immanente.
Nel libro, Sinesio spiega la sua posizione a cavallo tra la razionalità del metodo scientifico, che ha utilizzato nella tesi, puramente sperimentale e tecnica, e la spiritualità che deriva dalle prove affrontate e che dimostrerebbero l’esistenza di un’altra dimensione in cui i defunti vivono e sono in grado di comunicare (con i medium) con gli esseri viventi nella materia che caratterizza l’esistenza di noi umani.
Per saperne di più:
Sull’esperimento di Sinesio vedi video
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