di Manuela Pompas. Grazie ai coniugi Schaffer, titolari del brand, riaprirà la mitica boutique lanciata da Fiorucci alla fine degli anni ’60, in piena rivoluzione giovanile
Dal 21 al 24 settembre la moda di Fiorucci occuperà un’area speciale al salone White, a Milano, con una nuova collezione. E lui sarà lì, presente con il suo spirito, come Humphrey Bogart in Provaci ancora Sam, a godersi una gloria meritata.
Nel 2015, l’anno della sua morte, i titolari del brand, Janie e Stephen Schaffer, avevano rilevato il suo marchio dai giapponesi, ritrovandosi con un vasto archivio di opere d’arte originali, capi vintage. E nel ‘17 avevano aperto un negozio Fiorucci a Londra, riscontrando un notevole e inaspettato successo. Il loro progetto è quindi quello di aprirne uno anche a Milano dopo l’evento White dove, in Tortona 27 Superstudio Più, il brand presenterà a buyer e press internazionali la nuova collezione P/E 2019 autunno inverno con una scenografica area speciale; e in Tortona 35 Archiproducts si potranno comperare di nuovo le mitiche magliette con gli angeli, che costituivano il logo dell’attività di questo grande e indimenticabile stilista.
Lui se ne è andato a 80 anni, stroncato in casa da un malore. Ma Elio Fiorucci è ancora presente nella memoria non solo dei milanesi, ma di tutti quanti l’avevano conosciuto, a livello internazionale, nell’ambiente della moda e della cultura. Stilista, talent scout, imprenditore e comunicatore, era un uomo curioso, che sapeva cavalcare e spesso anticipare i tempi, rivoluzionando il gusto e la moda, all’eterna ricerca di linee e prodotti nuovi, destinati soprattutto ai giovani.
Mitico il suo negozio dal logo indimenticabile, tre angioletti vittoriani stampati su borse e magliette, aperto a Milano in Galleria Passerella alla fine degli anni ’60, frequentato da una gioventù che aveva voglia di cambiamenti. Il suo marchio proponeva un abbigliamento poco convenzionale, per il quale usava materiali innovativi (come gli impermeabili trasparenti, i tessuti plastificati, i metalli poveri e tanto tanto colore), spesso stravagante e anticonformista, che rompeva le tradizioni perbeniste, dove le ragazze per bene non dovevano essere troppo appariscenti.

Ma il negozio proponeva anche bigiotteria, occhiali, oggettistica, lampade, angioletti, e soprattutto tanto colore e modernità. Anch’io a quei tempi avevo comprato una gonna a fiori di lino rossa e una camicetta bianca, di cui ricordo il profumo forte, tipico, che caratterizzava i suoi tessuti… E poi uno shopper di canapa bianca – che uso ancora per portare il computer – con la scritta: Guarda, forse accanto a te c’è un Angelo.
E altrettanto mitico è stato il suo negozio di New York, un “luogo dall’atmosfera folle”, frequentato da artisti (come Andy Warhol, tanto per fare un nome), modelle e soprattutto giovani: insomma, Fiorucci nella moda ha fatto storia.
Io l’ho incontrato in più occasioni, ai vernissage delle mostre, alle presentazioni dei libri, era amico di molti scrittori (una volta era venuto a prendere Coelho mentre lo stavo intervistando) e artisti. E, a suo modo, con tutti gli errori che può fare una persona affamata di vita e di scoperte, era anche un ricercatore spirituale.
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