di Mauro Villone. Arriva in Italia Carlos Sauer, un curandero brasiliano
Si chiamava Abbott e qualche volta rimproverava il piccolo Carlos, quando non ubbidiva a sua mamma. Abbott era un’entità di origini arabe, dotata di una forte personalità e particolarmente virile, che entrava in sua madre per manifestarsi. Così Carlos si era abituato fin da bambino a vivere in un mondo sensibilmente diverso da quello in cui crescevano i suoi simili. Sua madre era una potentissima medium e così pure due sue sorelle, entrambe vere e proprie brujas e curanderas.
La loro famiglia era una di quelle conosciute a Rio come quattrocentone, ovvero di antica provenienza europea e di alto lignaggio, alto borghesi o aristocratiche. Nonostante ciò non c’era traccia di supponenza né di presunzione, bensì una profonda spiritualità e medianicità che accompagnavano la stirpe da molte generazioni.
Un tirocinio dai curanderos Cheyennes
Quando fu Carlos adolescente seguì la madre in California – anche per allontanarsi da un ambiente difficile che caratterizzava negli anni ’70 il mondo dei giovani brasiliani delle città – e vi rimase per trenta anni. Negli Stati Uniti, tramite le frequentazioni esoteriche e spirituali di sua madre, era entrato in contatto con curanderos di tribù Cheyenne e ne era rimasto profondamente affascinato. Cominciò così un lunghissimo tirocinio, durato decenni, nei quali mentre si guadagnava da vivere come carpentiere (Carlos è alto quasi un metro e novanta e pesa più di cento chili) apprendeva i segreti dello sciamanismo, del fuoco sacro, delle erbe, della tenda del sudore e innumerevoli altri rituali legati alla millenaria tradizione degli indiani d’America.

Col tempo divenne figlio adottivo di un grande sciamano anziano Cheyenne, Nelson Turtle, e poi incontrò diversi altri maestri, come Aquila Bianca, Dennis Bank, il grandissimo capo e guerriero Ogibwa e l’antropologo Michael Harner, uno dei maggiori esperti al mondo di sciamanismo, di cui divenne allievo. Fu anche studente, per diversi anni, nella comunità spirituale multidisciplinare di Esalen a Big Sur, California, dove apprese numerose tecniche, inclusi il massaggio spirituale e il Reiki e dove fu anche campione di arti marziali. Ma al di là della formazione multidisciplinare sviluppò le doti già presenti in lui e nella sua stirpe, come la sensitività, la medianità e le capacità terapeutiche.
Negli anni ’80, dopo 12 anni di tirocinio come addetto al Fuoco sacro, fu il primo a introdurre la cerimonia della tenda del sudore (il sweat lodge) in Brasile.
Successivamente, avendo come base sempre gli Stati Uniti, viaggiò in diverse parti del mondo come curandero, utilizzando gran parte dei proventi di questo lavoro per sostenere finanziariamente diverse tribù indigene del Nord America.
La Casa del’Aquila

Dieci anni fa, per passare gli ultimi anni con sua madre, è rientrato in Brasile, dove è rimasto. Cominciò alcuni anni fa a organizzare un gruppo per fare attività spirituali in un luogo che poi venne battezzato Casa da Aguia, Casa dell’Aquila. Un luogo straordinario all’interno della città di Rio de Janeiro, ma immerso nella foresta.
Quando l’ho conosciuto diversi anni fa, ho iniziato a collaborare con lui. Siamo praticamente coetanei. Io mi occupo perlopiù di organizzare le attività, lui mi ha insegnato e mi insegna a suonare il tamburo, a cantare i canti dei nativi del Nord America, a curare, ma soprattutto ad amare il cosmo così com’è, così come lo amano i nativi, senza analizzarlo, solo immergendovisi totalmente con una consapevolezza profonda. Alla Casa dell’Aquila ho conosciuto anche sua sorella, una vera e propria bruja, fortissima medium e channeller (di cui parlerò in un’altra occasione).
Carlos effettua, perlopiù alla Casa da Aguia, decine di sessioni di cura ogni mese, in cui opera con le mani, fa il massaggio spirituale, l’estrazione e l’immissione di energia con la bocca, cantando e suonando il tamburo. Ma soprattutto emana un profondo amore, che non saprei proprio come descrivere e in che altro modo chiamare.
Viaggiatore con permessi speciali

Vederlo agire con i pazienti è impressionante. Lo scorso ottobre a Torino ha passato, anche con il nostro appoggio energetico e con i canti, 35 persone in una settimana. In generale per guarire casi importanti servono molte sessioni. Carlos nel tempo ha ottenuto molte guarigioni, ma la collaborazione dei pazienti deve essere profonda. Chiunque, con qualsiasi malattia, grave o lieve che sia, deve mettersi profondamente in discussione per cambiare lo stato energetico che lo ha portato a una certa patologia.
Lui si definisce un operatore olistico per non scomodare lo sciamanesimo e non infastidire i suoi antichi maestri, ma di fatto è uno sciamano. Fa parte dell’American Indian Movement, ha regolari certificazioni da parte di movimenti spirituali nativi. Tanto che ha il diritto di trasportare per tutto il pianeta, attraverso dogane e aeroporti, erbe, peyote, penne di uccelli, piante, artigianato sacro e innumerevoli altri oggetti che fanno parte della tradizione nativa.
La cura è il gruppo, la cura è l’amore

Negli ultimi anni ha iniziato a collaborare con nativi brasiliani, in particolare delle tribù Fulni-o del Pernambuco, che sosteniamo anche noi con la nostra Ong Para Ti. Diamo loro ospitalità gratuita per lunghi periodi che passano a Rio per sostentarsi finanziariamente vendendo artigianato, officiando cerimonie e curando persone. Spesso organizziamo cerimonie o sessioni di pittura corporale con loro e con Carlos anche nella nostra sede.
Ogni settimana alla Casa da Aguia ci troviamo il martedì per la cosiddetta Roda de Cura e il giovedì per la Foguera, il cerchio di canti e tamburi intorno al fuoco. La Roda de Cura (la ruota della guarigione) del martedì si svolge in un locale chiuso, con le luci soffusa, di solito con la presenza di 30-50 persone, di cui almeno una decina medium e curanderos, in un’atmosfera profondamente magica e avvolgente. Dopo una quarantina di minuti di canti e tamburi potentissimi, iniziano i canti sommessi delle curanderas e le cure dei medium su tutto il gruppo e su pazienti specifici che hanno necessità di maggiore attenzione. Quando sono presenti a Rio, intervengono sempre anche alcuni giovani sciamani Fulni-o con i loro potentissimi canti di cura.
Io mi occupo di queste tematiche da decenni. Oggi, dopo centinaia di osservazioni ed esperienze, posso dire che il punto non è affatto se queste tecniche funzionano o non funzionano. Il punto è che chiunque potrebbe rendersi conto dell’enorme flusso di energia e amore che si sente passare da una persona all’altra del gruppo e da tutto il gruppo verso i singoli che ne hanno più bisogno. Oserei dire che la cura è il gruppo, la cura è l’amore. Non significa affatto che non occorra curarsi con medicine tradizionali occidentali o alternative, piuttosto che con la chirurgia. Significa piuttosto che probabilmente gran parte delle patologie del mondo occidentale come la depressione, il cancro, l’abbassamento delle difese immunitarie, si sono sviluppate più facilmente in un contesto che ha totalmente perduto l’amore del gruppo, la cura reciproca, la consapevolezza di unità, ribadita con frequenza da cerimonie officiate a precise scadenze naturali, come le fasi lunari e le stagioni.
La promessa di curare fatta al Grance Spirito
Carlos Sauer è anche un leader nel senso più equilibrato del termine, maschile e femminile insieme. Senza scegliere né decidere, ho finito con il lavorare con lui poiché mi fido profondamente del suo amore per la natura, la vita, il cosmo. E soprattutto per le persone, che ha promesso al Grande Spirito di curare sempre e comunque. Questa è la sua missione. La mia missione, invece, è anche quella di organizzare per lui gli eventi in Italia.

Non è di certo un’incombenza, men che meno un business. È piuttosto un divertiment o, un lavoro sano, una cura, una parte del piacevole modo di vivere che ho scelto.Le attività che svolgiamo a Torino io e Carlos le condividiamo con la sua compagna Juliana Ramos, psicologa reichiana e operatrice olistica, e la mia compagna Lidia Urani, educatrice e studiosa di tradizioni native. Stiamo cercando di fare rete in Italia costituendo un gruppo di persone che credano nella necessità di unirsi per cantare, suonare, curarsi, condividere. Il nostro obiettivo è trasmettere in Italia la filosofia della foresta, delle montagne, dei deserti e dell’amore nativo.
Programma delle attività di Sauer a Torino, dal 17 al 20 maggio 2018.
Giovedì 17. Dalle 19 alle 23: Foguera, Canti e tamburi intorno al fuoco.
Venerdì 18. Dalle 18 alle 21: Workshop di Canti e Tamburi.
Sabato e domenica 19-20, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17. Corso base di Tradizioni Native.
Dal 16 al 18. Sessioni private di circa un’ora il mattino e il pomeriggio
Per Info: mauro.villone@libero.it
WhatsApp: 00393487299033 e ai link sottostanti:
http://www.unaltrosguardo.it/2018/01/corso-di-introduzione-alle-tradizioni-native.html
http://www.unaltrosguardo.it/2018/03/carlos-sauer-a-torino-maggio-2018-attivita.html
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