di Manuela Pompas. Un fumettone, rivisitato con la tecnologia attuale dei film di fantascienza degli anni ’50. Dove i cattivi (i russi e i militari) sono proprio cattivi.
regia, soggetto e sceneggiatura: Guillermo del Toro.
interpreti: Sally Hawkins, Michael Shannon, Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg.

The Shape of water ha vinto l’Oscar. Anzi quattro: miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura originale, migliore colonna sonora originale. Più una serie di altri premi, tra cui il Leone d’oro a Venezia e altri BAFTA. Ed è anche primo nelle classifiche dei film visti in questa settimana. Forse il premio era in qualche modo “dovuto” al messicano Guillermo del Toro, scrittore, regista, sceneggiatore di un altro film fantasy di successo, Il labirinto del fauno, che ha ottenuto nella storia i maggiori incassi e – anche qui – tre premi Oscar. «Ma La forma dell’acqua non è un fantasy», specifica «ma un film melodrammatico». Può darsi.
Dal 1954 al 2017: una favola dark
A me, che sono un po’ controcorrente, melodrammatico o fantasy che sia, il film non è piaciuto. Mi è sembrato una pellicola di fantascienza anni ’50 (e in effetti è quasi un rifacimento de Il mostro della laguna nera, di Jack Arnold, del ’54, solo con un lieto fine), che richiama anche La bella e la bestia. E come nella cinematografia di quegli anni, si ripropone il tema della lotta degli USA con la Russia, che nei film veniva identificata con il mostro che arrivava dallo spazio o dagli abissi marini.
A parte la bravura degli attori, prima fra tutti Sally Hawkins (foto a sinistra) – che interpreta una giovane muta senza grandi risorse, donna delle pulizie in un laboratorio segreto dell’esercito americano a Baltimora– mi è sembrato un gran fumettone, girato come un videogioco, con la camera che ingrandisce volti e particolari, a tinte fosche e forti (qualcuno l’ha definito una favola dark, o anche un film gotico), dove i cattivi sono proprio cattivi (e tra i cattivi ci sono ovviamente i russi) e i buoni proprio buoni, dove il mostro non è tale, ma solo un diverso, che può essere compreso e amato solo da una in qualche modo diversa, per il suo handicap.
La trama: buoni contro cattivi
Elisa, una giovane muta fin da bambina a causa di un incidente che le ha reciso le corde vocali e che le preclude una vita normale di amicizie e affetti, lavora come addetta alle pulizie in un laboratorio governativo segreto, dove vengono effettuati esperimenti atti a contrastare la Russia (siamo nel 1962, in piena Guerra Fredda).
Un giorno al laboratorio viene portata un essere anfibio dall’aspetto umanoide (l’attore Doug Jones, splendidamente truccato) – una via di mezzo tra un uomo (anche possente per la verità, che può scatenare le fantasie femminili) e un rettiliano – catturato in Amazzonia dove gli indigeni lo veneravano come un dio (si scoprirà solo alla fine – dato che non si ribella – che in effetti ha poteri magici, per esempio di guarigione) e qui tenuto in catene. Elisa ne rimane affascinata e vedendolo di nascosto crea con lui una relazione fatta di gesti, sguardi, gentilezze (di nascosto gli porta del cibo e gli insegna a comunicare attraverso la lingua dei segni).
Nel frattempo il colonnello Strickland, un Michael Shannon violento e spietato responsabile della sicurezza- un Diabolik cattivo e tutto d’un pezzo – si propone, con il beneplacito dei superiori, di vivisezionarlo, allo scopo di ottenere preziose informazioni per la corsa nello spazio. Nello staff c’è anche una spia russa, uno scienziato che riceve dai suoi capi l’ordine di distruggere l’anfibio per osteggiare gli americani; l’uomo però, che ha scoperto il legame tra il mostro ed Elisa, ne rimane affascinato, ma non riesce ad ottenere di lasciarla in vita per proseguire i suoi studi.

Per salvare l’uomo anfibio Elisa organizza un piano per liberarlo e, con l’aiuto di una sua collega e del suo inquilino, nasconde la creatura in casa sua, anzi nella sua vasca da bagno… dove nasce il loro amore.
Ovviamente americani e russi ricercano l’uomo anfibio per distruggerlo, ma Elisa riuscirà a salvarlo. Lieto fine: l’uomo anfibio non solo è intelligente e… sessualmente dotato, ma ha anche poteri straordinari, che permetteranno a Elisa di vivere sott’acqua. E così, naturalmente, dopo che i cattivi verranno fermati e distrutti, i due vivranno felici e contenti per tutta la vita, in una dimensione di sopsensione della realtà, come accade in ogni favola.
Però… piacerà
*alle ragazze e alle persone romantiche, che vedono nel mostro il rospo da baciare per trasformarlo in un principe (cosa che non avviene mai);
*a chi crede al lieto fine delle storie d’amore;
*a chi nutre ideali sociali (nel film una inserviente di colore si riscatta dall’asservimento dal marito-padrone ma anche idiota per aiutare a salvare l’uomo anfibio) e una spia russa si riscatta dal ruolo di cattivo per contribuire al salvataggio;
*agli amanti dei fumetti, con gusto gotico.
Il trailer ufficiale:
https://www.youtube.com/watch?v=lr8D5D92lCc
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