di Marco Milani. Ernest Hemingway, che aveva un’innata propensione per la bellezza, alla vista di queste colline armoniose le aveva descritte con un giudizio che non richiede commenti: la più bella valle del mondo.

Tra le ridenti colline piacentine della Val Trebbia, nella località di Travo, il fortunato turista che osserva il panorama lussureggiante dei gradevoli colli emiliani rimane sorpreso di due montagne completamente diverse dal paesaggio circostante. In mezzo a un verde omogeneo spuntano due pietroni granitici spoglie e rocciose, chiamati pietra Parcellara e pietra Perduca; queste ricordano sommariamente la Torre del diavolo esistente nello stato del Wyoming, che abbiamo visto in Incontri ravvicinati del terzo tipo, di Steven Spielberg, la fortunata pellicola fantascientifica del 1977 che, con la supervisione dell’astrofisico Josef Allen Hynek (che nel Blue Book aveva codificato i contatti extraterrestri) descrisse l’incontro tra l’uomo e gli alieni. La montagna statunitense, un luogo ricco di fenomenologie anomale, era stato indicato come una possibile base per chi proveniva da un altro pianeta, tanto che il regista lo volle come riproduzione scenica dei luoghi energetici terrestri come ponte alle energie viventi esterne alla Terra.

Il serpentino nero, un minerale energetico
Le pietre della Val Trebbia sono composte da olfiolite di serpentino nero, un materiale che per la sua foggia ricorda la pelle del serpente, conosciuta col nome di Za Tu Mush Gir dagli assiri della Mesopotamia del 4000 A.C.; veniva usata come talismano benefico per la sua mineralogia energetica. Il serpentino è una pietra storica da cui è stato ricavato la tavola del capitolo 30 del Libro dei Morti egiziano. Gli Aztechi apprezzano tutte le pietre verdi e il serpentino era usato per abbellire l’interno dei loro templi; anche in Cina e in India è spesso era incorporata in altari, sculture e decorazioni dei templi. In queste civiltà il serpentino è stato usato come talismano, per la protezione contro le potenze demoniache, ma anche come tutore della energia vitale e protettore dell’anima contro le potenze invisibili della Natura.

Nell’Esodo il serpentino è anche presente sulla corazza di Aronne, il fratello di Mosè, dove le 12 pietre rappresentavano le 12 tribù della futura Israele. In Russia il monaco guaritore Rasputin si serviva della pietra serpentino e la usò secondo fonti contemporanee per salvare la vita del figlio dello Zar gravemente ammalato.
Il serpentino è una potente pietra di protezione e può essere utilizzato per eliminare i blocchi energetici in tutti i chakra, ma soprattutto per aiutare a rigenerare e a rinforzare il vortice energetico del cuore. Infatti il serpentino è una pietra di guarigione energeticamente potente che aiuta la compensazione delle aree bloccate, portando i chakra di nuovo in equilibrio vibrazionale.
Due vasche propiziatorie
La più alta è la Montagna Parcellara – o Prescigliera – di 836 metri, che domina il paesaggio circostante tra la località turistica di Bobbio e la Val Lauretta; ai suoi piedi un anfiteatro panoramico di vasche artificiali.

Le due vasche con acqua stagnante che non evapora nelle estati più calde e non gela negli inverni più rigidi mantiene circa lo stesso livello di riempimento in tutte le stagioni. L’altra vasca asciutta era definita dagli abitanti locali come il letto miracoloso dei santi e oltre a pratiche rituali religiose è stata testimone di messe propiziatorie da culti pagani e esoterici.
Le montagne la cui formazione originaria si suppone essere o di natura marina – in seguito a frane delle faglie definite Olistostroma oceanico, quando la zona circa 200 milioni di anni fa era sommersa da un vasto mare – oppure in un tempo ancora precedente (250 milioni di anni fa) di origine meteoritico-vulcanica. Sulle due montagne si notano tracce di presenze arcaiche con adorazioni celtiche del Dio Penn, che si trasformerà nel Greco Zeus e poi nel romano Giove.
Quando il dio Penn divenne una dea
Nella zona appenninica troviamo a testimonianza la nomenclatura di Monte Penice e monte Penna nel periodo precristiano; poi i celti liguri trasformeranno il dio Penn in Dea Minerva Medica, per i particolari risultati benefici del luogo.
La discesa di Carlo Magno nel finire del 7 secolo D.C. cancellò le pratiche votive e di guarigione delle pietre sacre con un integralismo che proibì con pene e ripercussioni le popolazioni locali;per i suoi magici effetti la montagna fu definita demoniaca da San Colombano, che si insediò circa un secolo dopo nel Monastero di Bobbio.

Nel decimo secolo il luogo della pietra Perduca fu utilizzato per costruire con la pietra locale un santuario dedicato a Sant’Anna, madre di Gioacchino – il padre della Madonna cristiana – con una reliquia definita dagli storici contemporanei come l’impronta della Vergine Maria. Ora il luogo è nuovamente utilizzato a livello religioso per chiedere guarigioni e grazie.
Un tempo i malati per guarire dormivano nella vasca asciutta della Perduca e donne sterili si immergevano nelle strane vasche stagnanti per propiziare fertilità e salute. Le cronache del Medio Evo narrano che per utilizzare le proprietà curative della pietra Parcellara i monaci di San Colombano si lavassero e curassero le piaghe durante le epidemie di peste e lebbra. Da qui il nome di Pietra Marcia al complesso montuoso di fronte al luogo di Perino altro esempio di definizione topomastica al dio Penn.
Il 15 agosto 1815, secondo il museo archeologico di Parma, dopo che fu effettuato un efferato delitto dentro il santuario da parte di un folle locale nei confronti di una donna in preghiera, il luogo fu sconsacrato. In seguito, durante la seconda guerra mondiale, fu profanato e sconsacrato dai partigiani che lo utilizzarono come rifugio e come deposito di mitragliatrici e munizioni.
Oggi, dopo una nuova consacrazione vescovile, viene aperto pochi giorni all’anno nella festa padronale di Sant’Anna. La zona merita una gita intelligente dove osservare il luogo con un attenzione per percepire l’immutato fascino dell’energia presente. Difficilmente chi pernotta nell’ accogliente agriturismo dorme facilmente la prima notte di permanenza. Cellulari e strumentazioni elettroniche non sempre funzionano, come sotto un’antenna potente.

Nella vasca della Perduca scavata nel basalto nell’età del bronzo troviamo i Tritoni Crestati (Tritus Crestatus), anfibi noti per il particolare metabolismo, che richiede un ecosistema vitale con acidità pari a zero e acqua limpida di sorgente, i quali si adattano incredibilmente a vivere e a procreare esposti alle intemperie, il sole battente in acque stagnanti. Tale fenomeno mi ricorda un altro luogo energetico, il Lago Titicaca (che significava anticamente Pietra del Sole), zona sacra agli Inca tra il Perù e la Bolivia a 3820 mt., che detiene il record di gran lago alpino più elevato del mondo, dove in pozze di acqua dolce vivono da secoli cavallucci e alghe marine mutanti. Nelle pozzanghere del lago peruviano – come per le vasche piacentine – piccoli animaletti testimoniano come l’energia risuona e si manifesta universalmente con la stessa armoniosa melodia.
Per saperne di più
http://www.altavaltrebbia.net/trekking/188-itinerari-piacentini/2442-parcellara-perduca.html
http://www.lamadrepietra.com/Location.htm
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