Di Bruna Meloni. Scopriamo uno dei luoghi più affascinanti dell’Estremo Oriente, fra templi antichi nascosti nella giungla e il fiume Mekong, che scorre lento in mezzo alla natura lussureggiante.

La storia della Cambogia, come tutte le storie importanti, parte da lontano. Tutto ebbe inizio nella fertile regione attorno alla città di Bassac, sul medio Mekong, dove i Khmer (o Khambuja) si stanziarono verso il II secolo a.C.. Durante i primi secoli dell’era volgare furono vassalli del potente regno di origine indù di Fu-nan, la cui egemonia politico-culturale lasciò una profonda impronta sulla civiltà khmer, come testimoniano le iscrizioni in sanscrito e in antico khmer, rinvenute sia in Cambogia che nella parte orientale della Thailandia, e dalla penetrazione prima del brahamanesimo e poi del buddhismo presso questo popolo.
Ma il regno cambogiano raggiunse il suo apogeo solo alla fine del XII secolo, definito il grande secolo dei Khmer, che conobbe allora il suo massimo splendore artistico e politico. È da questo momento in poi che i monumenti destinati alle divinità furono costruiti esclusivamente in pietra e non più in mattoni, arenaria o laterite come in precedenza.
Angkor Vat
È il più insigne esempio di tempio-montagna di quest’epoca e dà il nome ad un intero ciclo stilistico dell’arte khmer. La ricostruzione storiografica della fondazione di Angkor – capitale dell’epoca – è basata principalmente sull’interpretazione delle iscrizioni presenti sulle steli di fondazione dei templi e l’intero complesso fu completato nel corso di quattro secoli. Secondo l’interpretazione più accreditata, Jayavarman II, che per primo cominciò ad erigere tempi nella zona di Angkor, era un principe che viveva presso la corte dei Sailendra, nell’allora potente Regno di Giava, probabilmente come ostaggio. Ritornato in patria nell’anno 800 come loro vassallo, vi importò l’arte e la cultura giavanesi, tant’è che molti dei templi khmer più antichi (come Aram Rong Cen e Prasat Thmar Dap, sul Phnom Kulen) mostrano influenze cham e giavanesi.
Ma il vero riconosciuto fondatore dei templi di Angkor fu Jayavarman II. Negli anni furono molti i re che gli succedettero fino ad arrivare al 1431, anno in cui le armate siamesi di Ayutthaya conquistarono Angkor e la distrussero. L’evento segnò la fine dell’influenza khmer nel sudest asiatico e il paese precipitò nel lungo periodo conosciuto come gli “anni oscuri della Cambogia“, in cui il regno divenne vassallo alternativamente dei siamesi e dei vietnamiti.
Ma torniamo ai nostri tempi; dopo decenni di guerra e di isolamento la Cambogia è tornata ad essere una delle mete più ambite del sud-est asiatico: antichi templi, spiagge deserte, tradizioni, storia e una natura che lascia senza fiato. Oggi il complesso di Angkor è reso ancora più mistico e magico dall’azione del tempo e della natura che lentamente riprende possesso di giardini, rocce e stanze un tempo costituenti la capitale del regno. Angkor è una chimera, un luogo sognato da ogni viaggiatore e nonostante i milioni di turisti che ormai assalgono ogni giorno le rovine, attendere che il sole sorga e tramonti sulle guglie del tempio di Angkor Vat o, a Angkor Thom, sul tempio di Bayon, è un’emozione imperdibile. Ricordate che il luogo da raggiungere per poi visitare questo straordinario sito è Siem Reap.
Il fascino della capitale Phnom Penh
Ma la Cambogia non è solo Angkor. Imperdibile il fascino della capitale. La città si stende lungo la riva del fiume Tonlè Sap (che significa “Grande fiume dalle acque fresche”, ma più comunemente tradotto come “Grande Lago”), un affluente del Mekong che attraversa tutta la penisola indocinese.

A Phnom Penh il lungo riverfront ha un sapore parigino, cui non manca l’esotismo dell’Indocina buddista fatto di colori e profumi unici. Percorrendo la passeggiata lungo il fiume, Sisowath Quay, si trovano decine di guesthouse, hotel, ristoranti, Spa e cafè con aria condizionata e vista sul fiume. Le maggiori attrazioni turistiche di Phnom Penh sono il Palazzo Reale, la Pagoda d’Argento, il Museo Nazionale, il Monumento dell’Indipendenza, il Monumento dell’amicizia fra Cambogia e Vietnam, il Museo Tuol Sleng del Genocidio e il Wat Phnom, un complesso di templi, pagode e giardini su una collina brulicante di pellegrini, monaci, ambulanti e turisti, è situato su una piccola collinetta alberata di 27 metri.
Il villaggio galleggiante di Kompong Luong.
Sul lago Tonle Sap sono decine i villaggi di etnie vietnamite i cui abitanti trascorrono la vita tranquilla sulle barche trasformate in case galleggianti…
Tutto è presente e reperibile sull’acqua: frutta e verdura, telefonini, benzina, scuole, asili, pesce, ma anche galline e maiali… una vera e propria città sull’acqua!
I monti Cardamomi
Misteriosi e inesplorati fino a un paio di anni fa, questi monti ricoperti da una fitta foresta sono stati per anni terra di contrabbandieri e banditi che giungevano qui per sfuggire la legge. Lentamente l’ecoturismo sta arrivando in questo paradiso ricco di fauna e di flora: elefanti, tigri, coccodrilli e migliaia di uccelli popolano le foreste di mangrovie nei pressi di fiumi e mare, da esplorare rigorosamente a bordo di una barca o di un fuoristrada.
I complessi di Koh Ker e Preah Vihear
La meraviglia di Angkor sta diventando un luogo spesso un po’ troppo affollato, ma il regno khmer ha lasciato, sparso su tutto il territorio cambogiano, e non solo, centinaia di resti e rovine a dimostrazione del suo splendente passato. I complessi di Koh Ker e Preah Vihear sono solo due dei più valevoli esempi, ancora incontaminati e immersi nella giungla.
Le riserve di Ang Trapeang e Tmatboey
Non distante da Siem Reap, rispettivamente a nord-ovest ed a nord-est, sono presenti queste due riserve naturali paradiso per birdwatchers ed amanti della natura in generale. Queste riserve sono l’habitat naturale per le gru antigone e gli ibis giganti e spallebianche. Immersi campagna cambogiana, oltre al contatto con una natura rigogliosa, queste mete vi concederanno uno spaccato reale della vita rurale del Paese.
Per una sana dose di relax andate a Sihanoukville, la più importante città costiera. Le spiagge bianche e le acque calde forniscono una fantastica fuga tropicale dalle città. Questo è il luogo perfetto per rilassarsi, fare snorkeling o immersioni e rallentare i ritmi. Se tutto questo non fosse abbastanza per voi, potete combinare la vostra visita in Cambogia con una in Vietnam o in Laos o – perché no? – visitare tutti e tre i Paesi.
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